Era dai tempi in cui si affrontavano due monumenti della storia del calcio mondiale, Maradona e Platini, che Juventus-Napoli non viveva una vigilia come questa. Il big match in programma sabato a Torino è ormai a un passo e l’attesa aumenta sempre più. Negli ultimi giorni nei pressi di Vinovo e Castel Volturno si è registrata molta apprensione per i 24 giocatori (12 per parte) che hanno preso parte agli impegni con le rispettive nazionali. A pagare dazio potrebbe essere proprio la Juventus che, alle prese con i dolori muscolari di Buffon, la spalla lussata di Marchisio e Vucinic febbricitante, potrebbe rivedere qualcosa in chiave tattica rispetto alle ultime partite. La gara di sabato prossimo è solo l’ultima puntata della recente serie di sfide tra Conte e Mazzarri sulle panchine di Juventus e Napoli: dall’esordio nello scoppiettante pareggio di 10 mesi fa terminato 3-3 al San Paolo fino alla finale di Supercoppa vinta a Pechino dai Campioni d’Italia e alle roventi polemiche che ne sono seguite (clicca qui per l’intervista esclusiva a Ciro Venerato sui due allenatori). Ma accantonando i rumors che alimentano solo l’attesa e la tensione, l’attenzione si concentra sulle scelte che i due tecnici prenderanno prima e durante la partita. I temi sono tanti: l’addio di Lavezzi così come gli arrivi di Asamoah, Giovinco e Behrami, ma senza dimenticare l’ormai consolidato matrimonio tra la Juventus di Conte e il 3-5-2 proposto prima di tutti (a suo dire) da Mazzarri. Attualmente i due tecnici presentano due schieramenti apparentemente speculari, ma sono molte le particolarità e gli accorgimenti tattici che sabato sera potrebbero far volgere a proprio favore il risultato. Per riuscire a capire limiti e punti di forza delle due squadre, Ilsussidiario.net ha contattato in esclusiva Fabio Barcellona, noto tra la tifoseria bianconera per le sue illuminanti analisi tattiche spese sul blog uccellinodidelpiero.com diretto da Antonio Corsa.
Giorno dopo giorno cresce a dismisura l’attesa per la sfida di sabato tra Juventus e Napoli. Come giudica la condizione delle due squadre? Quale delle due arriva in condizioni psico-atletiche migliori? Apparentemente il Napoli arriva in condizioni migliori. Innanzitutto la Juventus ha qualcuno dei titolari in dubbio, che pertanto potrebbe non giocare o, in ogni caso, non essere nelle migliori condizioni. Poi, indubbiamente, i due impegni di Champions League affrontati dalla Juventus hanno comportato un dispendio psico-fisico non comparabile a quello delle due partite di Europa League giocate dal Napoli. In aggiunta si gioca a Torino, in casa dell’imbattuta Juventus.
A che livello il fattore campo cambia le cose? Per il Napoli anche il pareggio sembrerebbe certificare che la squadra ha raggiunto il livello dei bianconeri. In questo senso la Juventus ha più da perdere. Detto questo però, c’è da sottolineare che la squadra di Conte in campionato non ha mai tradito, vincendo tutti i big-match allo Juventus Stadium e sfoderando sempre partite di altissimo livello.
Le prime due della classe utilizzano moduli apparentemente speculari, quel 3-5-2 che Mazzarri volentieri si vanta di aver insegnato a mezza Italia. Ma quali sono secondo lei le differenze tra i due moduli? Il sistema di gioco adottato da una squadra, che altro non è che la rappresentazione statica delle posizioni assunte in campo, in particolare durante la fase difensiva, è solo uno dei fattori che descrivono le caratteristiche tattiche di una squadra. Tra l’altro le volte in cui ho visto il Napoli quest’anno, mi è sembrato più appropriato descrivere il suo sistema di gioco come un 3-4-1-2, con Hamsik in posizione di trequartista. Partendo da una rappresentazione statica simile, Juventus e Napoli sviluppano in effetti concetti tattici molto diversi.
Ovvero? In genere la squadra di Mazzarri orienta il proprio atteggiamento in campo in maniera tale da giocare su spazi ampi, con ripartenze molto dirette e verticali verso le punte. Per questo tende ad abbassarsi, a difendere nella propria metà campo, in modo da lasciare campo a Cavani, Pandev ed Hamsik. Quando costretto a giocare fasi offensive contro difese schierate tende comunque a giocare un calcio molto verticale e poco palleggiato.
E i bianconeri invece?
Quasi opposta è invece la filosofia della Juventus che ricerca la manovra sin dal portiere, che vuole arrivare nei pressi dell’area opposta giocando sempre e comunque il pallone e che tende a schiacciare la squadra avversaria nella propria metà campo. I numeri rappresentano molto bene queste tendenze: la Juventus è la squadra che in serie A ha la percentuale maggiore di possesso palla, con il 61.7%, mentre il Napoli in questa graduatoria occupa solo il settimo posto, con il 52.7%. La Juventus fa mediamente 580 passaggi in una partita (1° in serie A), mentre il Napoli ne fa 434 (11° in serie A), ben 146 in meno.
Tradotto in azioni concrete sul campo? Grazie a una fase offensiva che confina gli avversari nel proprio terzo difensivo, la Juventus gioca transizioni difensive orientate alla riconquista precoce e alta del pallone. Il Napoli invece, allungando spesso la squadra, alterna fasi di pressione alta ad attese nella propria metà campo. Infine, molto brevemente, la fase difensiva dei partenopei presenta molte caratteristiche proprie della marcatura ad uomo. In definitiva le due squadre si muovono in campo secondo principi tattici abbastanza diversi. Mi pare evidente che quando Mazzarri afferma che Conte lo ha copiato, mente sapendo di mentire. Piuttosto il suo Napoli ricorda molto, per rimanere in Italia, il Parma di Nevio Scala.
Sembra che saranno Hamsik e in seconda battuta Behrami a occuparsi di Pirlo. La trova una mossa in linea con la tattica di Mazzarri? Come detto il Napoli fa parecchio uso di duelli individuali nella propria fase difensiva. Pertanto una marcatura a uomo su Pirlo è perfettamente compatibile con i principi della squadra di Mazzarri. Che in effetti in Supercoppa italiana ha messo Hamsik in marcatura su Pirlo. Come del resto aveva fatto nelle due partite di campionato dell’anno scorso, rinunciando al 3-4-3 e arretrando lo slovacco in zona Pirlo.
Il marchio di fabbrica della squadra campana rimane il contropiede. Quali stratagemmi utilizzera’ Conte per stroncare sul nascere le iniziative azzurre? Immagino gli stessi di sempre. Ossia grossa attenzione nelle marcature preventive di Pandev e in special modo di Cavani, durante la fase offensiva della Juventus, così da non dare spazio alle punte partenopee, quando il Napoli, riconquistato il pallone, cercherà con velocità di chiamarle in causa in ripartenza.
Vucinic e Buffon sono ancora in dubbio per il big-match. In caso di assenza cosa potrebbe cambiare per la truppa di Conte?
Molto. Buffon è un fuoriclasse. Pertanto la sua assenza non può certo essere indifferente. L’assenza di Vucinic sarebbe, a mio parere, pesantissima. Proprio nella partita di andata della passata stagione il montenegrino sfoggiò, nel secondo tempo, una partita sontuosa. La sua capacità di tenere il pallone, dribblare e fornire assist per gli inserimenti dei centrocampisti potrebbero essere decisivi proprio per le caratteristiche della fase difensiva della squadra di Mazzarri. Vucinic potrebbe portare fuori zona il proprio marcatore, creare così spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e magari servirli lui stesso dopo essersi liberato del proprio difensore.
Dopo aver visto i bianconeri soffrire nelle sfide contro Fiorentina e Shakhtar dell’ultimo periodo quali saranno le situazioni da evitare contro il Napoli? A mio parere, vista l’importanza della partita, la Juventus sarà molto concentrata nelle marcature preventive di cui parlavo sopra e pertanto riuscirà a contrastare bene le ripartenze del Napoli. Dovrà stara molto attenta agli inserimenti sulla linea degli attaccanti, partendo da posizione arretrata, di Hamsik. In questa fase di gioco lo slovacco è formidabile e proprio questa è una fase di gioco, che la difesa bianconera ha talvolta sofferto.
Potrebbe indicarci due giocatori, da una parte e dall’altra, che a suo parere saranno decisivi nello scacchiere tattico del match e per quali motivi? Per i motivi appena citati Hamsik più di Cavani potrebbe risultare decisivo per il Napoli. Per la Juventus sarà importante sfruttare il lavoro delle punte, che dovranno “muovere” i loro marcatori, per creare spazi per gli inserimenti di Marchisio e Vidal. Per questo dico Marchisio.
Per quanto riguarda invece i Campioni d’Italia, secondo lei il 3-5-2 diventera’ verosimilmente lo schieramento da conservare per tutto l’anno? Rivedremo il 4-3-3 con il ritorno di Pepe? Lo spero. Avere varietà di soluzioni significa potere trovare risposte a più quesiti tattici e dare meno riferimenti certi agli avversari. Però la squadra è costruita, per caratteristiche degli uomini, maggiormente per il 3-5-2 visto lo scarso numero di giocatori in grado di giocare come punta esterna nel 4-3-3.
A proposito della situazione dell’attacco bianconero, non le pare spesso fuori ruolo Giovinco nelle trame offensive, soprattutto quando si trova in posizione di punta?
A mio parere Giovinco sta giocando tatticamente piuttosto bene nel 3-5-2 quando impiegato con Vucinic. Antonio Conte chiede alle punte di giocare vicine, di fungere da riferimento per i passaggi verticali e rasoterra di difensori e centrocampisti e di dialogare stretto tra loro, giocando se possibile a uno-due tocchi. In presenza di Vucinic, che consente a Giovinco di non fungere da principale terminale per il primo passaggio d’appoggio verso le punte, il numero 12 bianconero ha interpretato tatticamente bene il ruolo, sviluppando anche ottime tracce in profondità su spazi medio-corti.
L’ha dunque convinta finora? Il suo rendimento tattico è stato superiore a quello tecnico. Per la partita contro il Napoli e nell’ottica già citata di muovere i difensori del Napoli credo che la coppia d’attacco sarà proprio Giovinco-Vucinic.
Quali sono i margini di miglioramento di questa Juventus? All’interno di questa rosa i miglioramenti della squadra passano per il recupero di Isla e Pepe, la crescita di Giovinco e, perché no, l’inserimento di Bendtner. Il completo recupero di Isla, che personalmente vedo come esterno nell’attuale 3-5-2, potrebbe dare soluzioni offensive maggiori al sistema di gioco ad oggi adottato. Il cileno è più agile e svelto di Lichtsteiner e potrebbe aggiungere pericolosità ai tantissimi palloni che giungono agli esterni a ridosso dell’area avversaria.
E Pepe? Pepe, oltre a potere, anche lui, occupare la fascia destra al posto di Lichtsteiner con evidenti ricadute positive sulla fase offensiva, consentirebbe, come detto, un più comodo passaggio al 4-3-3. La crescita tecnica e una maggiore continuità di Giovinco sarebbe auspicabile per aumentare la pericolosità degli attaccanti. Non credo tuttavia che i limiti superiori della Formica Atomica siano così lontani dall’essere raggiunti.
Di Bendtner cosa dice? Bendtner, visto all’Arsenal, era un attaccante che mi piaceva molto. Fisicamente molto forte, ma al contempo abbastanza rapido di gambe e tecnicamente dotato. Potrebbe integrarsi bene sia nel 3-5-2 e che come punta centrale del 4-3-3 regalando fisicità all’attacco senza che lo stesso perda eccessivamente in capacità di palleggio.
(Francesco Davide Zaza)