Roma-Bologna termina sul punteggio di 1-1. Ad un primo tempo più bloccato ha fatto seguito una ripresa sciolta in una pozza d’emozioni, concentrate soprattuto sino alla mezz’ora prima che l’acido lattico prendesse il sopravvento. Per descrivere il pareggio ci affidiamo alla calzante definizione di Luis Enrique: partita “tosta”, di buon livello agonistico e a tratti anche tecnico. La Roma, pur priva del proprio riferimento centrale (De Rossi dovrebbe rientrare settimana prossima), non ha rinunciato alla propria maschera di gioco, impostando il consueto, monumentale possesso palla (67%-33% il dato a favore). Una gestione che non ha però trovato molti sbocchi ravvicinati, limitando spesso le conclusioni a tentativi da lontano che hanno sporcato le percentuali (10 tiri fuori su 18). D’altro canto il Bologna, con aggressività costante (50%-50% di contrasti vinti) e con la zip centrale sempre ben alzata, ha arginato senza troppa difficoltà gli attacchi del primo tempo. La ripresa più concitata ha allargato i numeri: la Roma ha spesso sfruttato le fasce (soprattuto Taddei a sinistra) collezionando 24 cross, il doppio degli avversari che invece hanno spesso puntato su ripartenze centrali, che hanno partorito le occasioni migliori. Il risveglio di Pjanic ha portato nuovi dribbling (28-17 il computo totale), addolcendo una partita a tratti spigolosa per la buona resistenza bolognese. La partita dimostra come un prolungato e spesso adeguato possesso del pallone possa non bastare, se non adeguatamente convertito in verticale sin dentro l’area avversaria.
Due ma di ottima fattura. Il vantaggio del Bologna è figlio di un rilancio difensivo mancato da Juan, saltato a vuoto sullo spiovente caduto attorno ai 30 metri. Bravissimo Di Vaio ad approfittare del buco, controllando il pallone e conducendolo sino all’area di rigore, spostato sulla sinistra. Sull’uscita di Stekelenburg, il numero 9 conclude col mancino incrociando la conclusione a mezz’altezza che il portiere arriva solo a sfiorare. Da paura il pareggio della Roma: Pjanic si permette di scippare la punizione a Totti, incaricandosi dell’esecuzione. Siamo sui 25 metri, leggermente spostati a sinistra: il bosniaco trova la perfezione. Calciata d’interno destro, la sfera supera la barriera ad atterra dolcemente in rete, vanificando il tuffo di Gillet. Dal manuale del calcio piazzato, a voi l’interpretazione della scuola balcanica.
Nel dopopartita di SkySport, Luis Enrique analizza la partita: “Non abbiamo fatto abbastanza, ma il Bologna ha fatto un grande pressing e ci hanno messi in difficoltà nel primo tempo. Ho visto bene la squadra nel secondo tempo e penso che potevamo anche vincerla, il pareggio però è il risultato più giusto. Come sta Pjanic? Ha ricevuto un colpo e non poteva continuare, era l’uomo che si stava inserendo meglio ma quando ti dice che non può giocare si fa la sostituzione”. Ovviamente più entusiastici i toni di Pioli, gravido d’elogi ma con una punta di rammarico: “Prestazione importante, punto che conta per la classifica. Taider? È un calciatore di grandi prospettive ed è adatto al calcio moderno. Di Vaio? Professionista eccezionale, si allena sempre al massimo, si sta mettendo al servizio della squadra. Il gol di Pjanic? Potevamo evitarlo stando un po’ più attenti non facendo quel fallo, sapevamo che i calci piazzati potevano risultare decisivi”. E a proposito di Di Vaio, ecco le considerazioni del bomber, sempre a SkySport: “Peccato per l’occasione del 2-1 mancata, ho preso in pieno Stekelenburg che è grosso. La difesa a tre? Il mister è stato bravo, quando ha capito la fisionomia della squadra, ha messo due giocatori importanti assieme come Mudingayi e Perez. Stiamo giocando con la difesa a tre e sta dando dei frutti importanti”. Chiude proprio Stekelenburg, che commenta così il proprio miracolo ai microfoni di Roma Channel: “La parata su Di Vaio? Ne sono contento, sono soddisfatto della mia partita a livello personale”.