Cisl e Uil firmano l’accordo con il governo sui salario di produttività. La Cgil abbandona le trattative.
Ancora una volta la Cgil è fuori dalla trattative. L’accordo sul salario di produttività con il governo è stato firmato da Cisl e Uil. Hanno abbandonato il tavolo il sindacato della Camusso, i Cobas e la Cisal. «E’ una presa in giro dei lavoratori», è stato il commento del leader della Cgil. «Il testo – ha aggiunto – non affronta i problemi urgenti che abbiamo. La Finanziaria taglia il 50% dei lavoratori precari della pubblica amministrazione. Non si fa la riforma dell’amministrazione con il taglio della contrattazione nazionale. Siamo di fronte a dei sindacati che corrono in soccorso di un governo un po’ claudicante».
Non la pensa così il leader della Cisl, Raffaele Boanni, secondo cui l’accordo «salvaguarda gli stipendi dei dipendenti pubblici interamente. Nessuno perderà un euro neanche con le pagelle».
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Questo perché, spiega, «le fasce di merito non si applicheranno ai salari attuali ma alle risorse aggiuntive. Questo è il significato di questo accordo». Riferendosi alle parole della Camusso, poi, si è detto «molto irritato e dispiaciuto». L’accordo, infatti, per Bonanni, «on è una presa in giro dei lavoratori» e definirlo tale rappresenta una «una caduta di stile».
Duro, poi, l’affondo velato sulla politicizzazione della Cgil: «Non mi sono mai permesso di dire cose di questo genere. Eppure ho molti dubbi sulla caratura essenzialmente sindacale dei comportamenti come quelli che ci tocca sopportare».