E’ una Juventus a due facce quella che ha iniziato la stagione. Da una parta c’è una squadra che schiaccia gli avversari in campionato, impone il proprio ritmo e la propria forza e naviga al comando della classifica. Dall’altra parte c’è la Juventus di Champions League: molle, svagata e troppo sprecona, nemmeno contro i modesti danesi del Nordsjaelland ha spezzato la maledizione dei pareggi europei (ora sono nove in fila) e si è complicata oltremodo la vita per il passaggio agli ottavi di finale. La squadra gira, anche ieri sera ha messo insieme occasioni da gol a ripetizione, ma ha regalato un tempo e in certi casi è apparsa stanca e prevedibile. Al di là della questione attaccante (Bendtner non è comunque dispiaciuto per il lavoro svolto nei pochi minuti concessigli, anche se si è divorato un gol) forse quello che manca è una valida alternativa ai centrocampisti centrali: Giaccherini e Pogba sono forse troppo poco per un reparto che spende tantissimo ed è il vero fulcro del gioco bianconero? Possibile; ecco perchè Marotta sta comunque sondando il mercato in vista di gennaio. Da qui, potrebbe tornare in auge una vecchia idea (se ne parlava verso la fine della scorsa stagione): lo svizzero Granit Xhaka, 20 anni il prossimo sabato, un centrocampista centrale fisico e potente ma di grande qualità: dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili ed aver esordito in prima squadra con il Basilea, da questa stagione gioca in Bundesliga con il Borussia Monchengladbach, voluto da Lucien Favre che lo aveva allenato con i renani. In Germania però Xhaka non ha ancora lasciato il segno, e allora si è tornati a parlare di una sua cessione. La Lazio ci sta facendo un pensierino, ma anche la Juventus potrebbe cogliere l’opportunità e tornare sul giocatore. La domanda è: Xhaka è pronto per una big del campionato italiano? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Bofisè, agente FIFA e profondo conoscitore del calcio svizzero. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.
Che tipo di giocatore è Xhaka? E’ veramente un buon giocatore; ci può stare bene in un campionato come la Bundesliga dove ora gioca, anche a livello fisico.
In Germania però si è ambientato poco… Secondo me non è tanto vero, perchè comunque le prime partite le ha giocate, magari non da titolare ma ritagliandosi un piccolo spazio. Non è facile giocare in Bundesliga, va sempre ricordato, e poi questi giocatori spesso sbagliano.
Perchè? Fanno il passo troppo presto, facilitati anche dalla lingua; il campionato tedesco è un torneo molto difficile, come può esserlo anche quello italiano. Se un giovane fa prima un passo intermedio, crescendo gradualmente in un club di seconda fascia che gli dia regolarmente spazio, allora si può affermare.
Questo discorso vale anche per Xhaka?
Decisamente: pensiamo a quanti giocatori del 1992 giocano titolari nel campionato italiano, a memoria mi viene in mente El Shaarawy, poi c’è De Sciglio che non sempre è titolare, e poi oggi il Milan è in una situazione particolare. In una big, Xhaka rischierebbe di fare lo stesso percorso che sta facendo al Monchengladbach; non perchè non sia bravo, ma perchè a queste squadre si chiedono i risultati e i giovani non vengono aspettati.
Qual è allora la soluzione migliore? E’ meglio che Xhaka vada in una squadra che gli dia la possibilità di fare quelle 15-20 partite che gli permettano di trovare continuità e crescere anche come carattere. Le squadre italiane ci sono: il Siena sta facendo giocare Verre, un classe ’94. Bisogna trovare la squadra giusta, ma il giocatore è, in prospettiva, uno dei più forti sul palcoscenico internazionale.
(Claudio Franceschini)