In occasione della Festa dei lavoratori, Beppe Grillo, dal suo blog, scatta una triste fotografia della situazione: siamo in un tempo in cui, al posto del panem et circenses, sono rimasti solo i circences, ma solamente una volta l’anno; e, al posto degli imperatori, è rimasta la Triplice sindacale. Nel frattempo, la disoccupazione giovanile ha raggiunto la percentuale record del 38,4%. Ma, sottolinea Grillo, si tratta semplicemente di quella ufficiale. Come se non bastasse, è ripreso il fenomeno migratorio (siamo il secondo Paese europeo per numero di migranti, dopo la Romania) mentre il gettito fiscale si sta progressivamente erodendo a causa della chiusura delle aziende e dei posti di lavoro che garantivano. In un simile scenario, «quattro milioni di dipendenti pubblici, 19 milioni di pensionati, mezzo milione di persone che vive di politica sono insostenibili per un Paese senza sviluppo da 15 anni, con un Pil in discesa libera ben prima della crisi del 2008». Per tutte queste ragioni, secondo Grillo, festeggiare il Primo maggio è da irresponsabili. Si tratta di un rito assolutorio dei sindacati, corresponsabili, secondo il leader dell’M5S, dello sfacelo cui stiamo assistendo, assieme ai «“prenditori” di appalti pubblici di Confindustria e dei partiti che hanno occupato lo Stato».