L’Inter ha già iniziato a programmare la rifondazione estiva. L’organico andrà necessariamente svecchiato e rinnovato. Serve gente fresca, talentuosa e soprattutto affamata di successi. All’identikit sembra rispondere in pieno il 24enne Seydou Doumbia, punto di forza offensivo del Cska Mosca della nazionale ivoriana. Secondo le ultime indiscrezioni – riportate da TuttoMercatoWeb – l’attaccante, che è legato ai russi da un contratto fino al 2015, è balzato in pole position nella lista delle preferenze di Massimo Moratti, che rivede in lui un Martins più cinico sotto rete. Il patron nerazzurro, però, farà bene a temere la concorrenza, tutta d’altissimo profilo, che vede in lizza, tra gli altri, club del calibro di Chelsea e soprattutto Barcellona. Qualora i blaugrana decidessero di fare sul serio, per l’Inter resterebbero pochissime chances di spuntarla: il fascino della squadra più forte del mondo non si discute. Per sistemare le fasce, invece, si pensa al cileno Mauricio Isla dell’Udinese e all’ex-laziale Kolarov, che sembra stufo di essere impiegato a singhiozzo nel Manchester City. Due laterali di grande qualità, il cui eventuale arrivo consentirebbe di rinunciare senza troppi dispiaceri a Maicon – uno di quelli più appagati, a quanto pare… – e Chivu, in scadenza di contratto e corteggiato dai club di mezza Europa. Non si vive di solo mercato, però. Ogni tanto, è doveroso rivolgere uno sguardo al passato, anche per capire dove si è sbagliato e prenderlo ad insegnamento per il futuro. Peccato che l’Inter del post-Triplete continui a commettere errori su errori. Come quello commesso con Gian Piero Gasperini, ad esempio: nulla da dire sulla bravura dell’ex-tecnico nerazzurro, ma se non ne assecondi le idee tattiche e non gli acquisti i giocatori che gli servono per il suo 3-4-3, cosa lo ingaggi a fare? Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, è tornata a farsi sentire la voce del Gasp: una voce naturalmente amareggiata per l’esonero ricevuto ad inizio stagione, con la serata di Novara “come il momento più brutto di tutta la mia carriera”, è la sua confessione. “Moratti – ricorda il mister – mi spiegò che per il fairplay finanziario un pezzo grosso doveva partire”. Ebbene, quel pezzo grosso, nelle parole del presidente, non era Samuel Eto’o, che poi invece fu ceduto ai milionari dell’Anzhi.
“Mi bastavano Palacio, un centrocampista e un difensore”, sottolinea Gasperini: niente di tutto questo, invece. Si potevano prendere “Criscito e Vidal”, e invece la società si incaponì nel cercare giocatori ‘impossibili’ “come Lavezzi, Sanchez o Tevez”. Insomma, un disastro annunciato. Tanto che il Gasp ha un rimpianto: se avesse presentato le dimissioni già dopo Palermo, alla prima di campionato, “ora forse sarei in panchina come Donadoni e Pioli…”.