Il suo presente è a Parma, il suo futuro è a Torino. Sebastian Giovinco può essere considerato il calciatore italiano del momento: ha iniziato in maniera scoppiettante la stagione (5 gol), ha trovato la maglia azzurra e l’investitura da parte del Ct Prandelli e, soprattutto, ha ampi margini di crescita (nella corporatura e nella capacità di essere ancora più decisivo nei momenti importanti). Tutti i compagni (di oggi e di ieri) ammirano questo piccoletto del 1987 che ha dimostrato di poter giocare da grande con i grandi. La Juventus un po’ si morde le mani per una separazione, forse, troppo frettolosa, anche se a onor del vero mister Conte questa estate si era mosso personalmente per riportarlo a Vinovo. Al termine di un campionato da protagonista e con all’orizzonte una partecipazione agli Europei, le sue quotazioni per risolvere la comproprietà sono destinate a salire notevolmente. Tra gli addetti ai lavori c’è chi dice che non ha tutte le caratteristiche per stare in una big. Per carità è già successo in passato (il più recente è Fabrizio Miccoli) che alcuni giocatori talentuosi non siano riusciti a convincere nel grande club. Ma Sebastian ha un qualcosa in più e ha voglia di mettersi in gioco fino in fondo, di prendersi una piccola rivincita nei confronti della Juventus. Prova, comunque, un profondo rispetto per la squadra che l’ha lanciato, anche perché non ha mai chiuso le porte a un suo possibile ritorno a casa. Spesso e volentieri aggira in segno di rispetto le domande dei cronisti sul suo passato. Nel frattempo continua a segnare, mettendo la mano sulla testa per dire a tutti che, nonostante la sua altezza, riesce lo stesso a gonfiare la rete. Lo stesso soprannome («formica atomica») non l’ha frenato, anzi l’ha motivato. In questi primi anni ha trasformato il suo modo di giocare, passando da trequartista a seconda punta migliorando anche la capacità realizzativa. Tira con precisione e potenza di destro e di sinistro, salta l’uomo nello stretto e in velocità, calcia con freddezza i rigori e bene le punizioni. All’occorrenza può giostrare anche da esterno in un attacco a tre punte. Prandelli stravede per lui e lo coccola: non va dimenticato, infatti, che a differenza dell’altro genio Cassano, Giovinco ha l’opportunità di giocare da titolare tutta la stagione. Se, invece, si guarda al futuro (anche dell’Italia) la speranza del tecnico orceano è che la «formica atomica» possa finire in un club di primo livello per misurarsi anche in allenamento con i più forti. L’auspicio di Prandelli…
…è anche quello di quanti credono che nello sport si può essere determinanti senza essere personaggi dai talenti sprecati (gli esempi sarebbero molti). Il calcio ha bisogno di tanti Giovinco, persone semplici (ha un solo vezzo: la passione per i tatuaggi) che non amano stare sotto la luce dei riflettori, ma che amano tirare calci a un pallone.
(Luciano Zanardini)