Il decreto con cui il Governo vuol provvedere al rimborso delle pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle indicizzazioni non sembra piacere alla Uil. Il segretario generale, Carmelo Barbagallo, ha infatti spiegato che se non sarà possibile contrattare con il governo, il sindacato è pronto a valutare una class action.
Il Governo è intenzionato a introdurre un meccanismo di flessibilità nel sistema previdenziale, modificando così la riforma delle pensioni targata Fornero. Serviranno però delle risorse per un’operazione che avrà certamente impatto sulle finanze pubbliche. Il Messaggero scrive che proprio per questo motivo l’esecutivo starebbe pensando a un contributo di solidarietà sulla parte retributiva delle pensioni superiori ai 2.000 euro, da cui si potrebbero recuperare circa 4 miliardi di euro.
“Con questo decreto il governo calpesta il diritto costituzionale a una pensione dignitosa e aggirascandalosamente la sentenza della Consulta sul blocco delle indicizzazioni previdenziali”. A dirlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle, secondo i quali il decreto “non sana il vulnus della mazzata arrivata con Monti e Fornero”. Inoltre Palazzo Chigi “attacca in modo discriminatorio le prestazioni essenziali dello Stato che hanno a che fare con la garanzia di fondamentali diritti civili. E l’unico principio di cui si preoccupa il governo fantoccio della Troika è il pareggio di bilancio”. Se quindi il governo “pensa di rispondere in questo modo alle sentenze della Corte, potrebbero essere dolori di fronte a futuri pronunciamenti della Consulta, come quello sul blocco degli stipendi degli Statali. Il M5S farà di tutto per contrastare lo scippo a pensionati non certo ricchi che vedono compromesso il proprio potere d’acquisto”. I deputati M5S concludono dicendo che parlare di bonus “è una truffa semantica così come era una balla mediatica l’esistenza del presunto tesoretto. Possiamo discutere sulla gradualità dei rimborsi, ma le sentenze della Corte costituzionale si rispettano, non vanno eluse come fa questo governo in maniera tecnicamente eversiva”.
Come noto, negli ultimi tempi si è parlato di una riforma delle pensioni che potrebbe anche prevedere un contributo di solidarietà o un “decurtamento” di quegli assegni calcolati con il metodo retributivo che presentano un forte discostamento rispetto all’importo dei contributi versati durante la vita lavorativa. Ebbene, uno studio dell’Inps ha messo in rilievo che il 90% delle pensioni degli appartenenti alle forze dell’ordine e della difesa ha un importo praticamente doppio rispetto a quello che si otterrebbe con un ricalcolo in base al sistema contributivo puro. La divulgazione di questi dati fa parte della cosiddetta “operazione trasparenza” dell’istituto guidato da Tito Boeri. Vedremo se ci saranno degli interventi su questi assegni.
Il presidente dell’Inps Tito Boeri conferma il suo ruolo propositivo nel dibattito sulla riforma delle pensioni, discostandosi dal ruolo di mero esecutore che, secondo alcuni esponenti politici (tra cui il capogruppo del Pdl alla Camera dei Deputati Renato Brunetta), spetterebbe a chi ricopre la sua carica. Il presidente dell’Inps, in un’intervista concessa alla trasmissione 2NEXT, a margine del Festival dell’Economia di Trento, ha spiegato che “entro giugno sarà pronta una proposta, che sarà consegnata al governo chiavi in mano, per quei 55-65enni che non hanno ancora maturato la pensione ed hanno perso il lavoro”. Secondo Boeri spetta all’Inps tutelare gli over 55 che hanno perso il lavoro, in quanto “solo uno su dieci”, in quella fascia di età riesce a ritrovarne uno.
Il Governo è intenzionato ad aumentare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro ma i numerosi detrattori della riforma Fornero, Matteo Salvini in testa, resteranno delusi: le modifiche non andranno a stravolgere l’impianto della riforma firmato dall’ex Ministro del Lavoro nel governo Monti. L’annunciata riforma delle pensioni, quindi, per motivi di bilancio, si limiterà a modificare gli aspetti critici delle norme vigenti in maniera pensionistica, con particolare attenzione ai temi degli esodati e in genere di coloro che hanno perso il lavoro e non sono troppo lontani dal raggiungimento del’età pensionabile. Sul tema, negli ultimi mesi, sono state avanzate numerose proposte (ad esempio i ddl presentati da Damiano-Baretta e quello di Sacconi) che hanno in comune l’introduzione della cosiddetta pensione anticipata, una novità che permetterebbe di ottenere l’assegno pensionistico con una decurtazione variabile a seconda degli anni di anticipo. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, dal Festival dell’Economia di Trento, ha ribadito la volontà del governo di intervenire su questo tema, confermando la volontà di ridurre la rigidità della riforma Fornero (con misure, in fase di studio, che siano, al tempo stesso, sostenibili per il bilancio pubblico e non troppo penalizzanti per i lavoratori) pur senza stravolgerne lo schema concettuale.