GLI SCONTI POSSIBILI PER LE DONNE
Con l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni si è avuto modo di parlare di un intervento a favore delle donne, che molto spesso hanno difficoltà a raggiungere i requisiti contributivi richiesti per l’accesso alla pensione. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, i sindacati hanno chiesto un riconoscimento dei lavori di cura svolti dalle donne, con una sorta di sconto di un anno sui requisiti contributivi per ogni figlio avuto. Un’altra delle ipotesi resta quella di prevedere una “corsia preferenziale” all’interno dell’Ape social, con una richiesta di contributi inferiore rispetto alle altre categorie. Tuttavia per accedervi le donne dovrebbero comunque avere almeno 63 anni. Giuliano Poletti non ha presentato una proposta vera e propria, tuttavia ha fatto capire che il tema di un’agevolazione per le donne è tra le priorità per gli interventi che potrebbero essere inseriti nella Legge di bilancio.
GOVERNO-SINDACATI, I PUNTI DA DISCUTERE A FINE AGOSTO
Ieri c’è stato un nuovo incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e Ivan Pedretti, in un post su Facebook, ha ricordato che dal 30 agosto al 7 settembre ci saranno tre nuovi appuntamenti, consapevoli che “dopo la pausa estiva bisognerà accelerare, approfondire tutti i temi sul tavolo e soprattutto definire le risorse necessarie”. Il Segretario generale dello Spi-Cgil ha evidenziato che l’obiettivo è riuscire a individuare delle misure da inserire poi nella Legge di bilancio, in particolare per quel che riguarda la rivalutazione delle pensioni, il futuro previdenziale dei giovani, la valorizzazione del lavoro di cura delle donne, la riforma della governance dell’Inps, il blocco dell’aumento dell’età pensionabile e l’agevolazione della previdenza complementare. Temi su cui, a quanto pare, al momento non è quindi stata trovata ancora una quadra definitiva.
I PALETTI DELLA CISL
In occasione dell’incontro che c’è stato tra Governo e sindacati sulle pensioni, Annamaria Furlan ha avuto modo di far presente all’esecutivo alcuni aspetti importanti sui temi discussi. Per esempio, rispetto all’ipotesi di bloccare l’aumento dell’età pensionabile solo per alcune tipologie di lavori, la Segretaria generale della Cisl ha fatto capire che ciò potrà essere accettato, ma solo se rappresenterà un primo passo per un intervento che dovrà riguardare tutti i lavoratori. Anche se non si è entrati poi nel merito di una vera e propria proposta sulla pensione di garanzia per i giovani, la sindacalista ha spiegato che l’ipotesi di tagliare il cuneo fiscale per i nuovi assunti di cui si sta parlando dovrebbe in ogni caso non avvenire a discapito dei contributi previdenziali proprio dei giovani. “Vogliamo avere questa assicurazione, non deve incidere sulle pensioni dei giovani”, ha detto.
I DATI CONTRO L’APPELLO DI DAMIANO E SACCONI
Uno dei temi di cui si è parlato e si parla molto negli ultimi giorni è il possibile aumento dell’età pensionabile a partire dal 2019. Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, tra gli altri, hanno chiesto che questo incremento venga bloccato. Agar Brugiavini, Elena Buia e Giacomo Pasini, su Lavoce.info, hanno commentato l’iniziativa dei presidenti delle commissione Lavoro di Camera e Senato, pur essendo questa non ben definita e quindi difficile da valutare. “Sembra un intervento che salvaguarda solo le generazioni dei nati tra il 1952 e il 1954 e lascia ad altri l’onere di pareggiare i conti. I salvaguardati sarebbero lavoratori a cui si applica il regime misto, che sono soggetti solo in parte ai correttivi dei coefficienti di trasformazione basati ugualmente sulla speranza di vita nel calcolo della rendita pensionistica. La ‘doppia correzione’ sarà invece più marcata per le generazioni successive”, scrivono i tre, che poi ricordano come gli ex ministri, per sostenere la loro richiesta, facciano riferimento al fatto che in altri paesi europei l’età pensionabile è più bassa.
Tuttavia per Brugiavini, Buia e Pasini, per un confronto più completo si dovrebbe guardare non solo al requisito anagrafico richiesto per l’accesso alla pensione, ma occorrerebbe “valutare tutto il complesso di requisiti che i vari paesi utilizzano: la storia contributiva, l’importo dei benefici pensionistici rispetto ai contributi versati, gli aggiustamenti attuariali e le traiettorie demografiche”. I tre ricordano in questo senso che in Italia c’è una vita lavorativa media più corta della media europea (31 anni contro 37), oltre che una speranza di vita più alta. Secondo gli autori, quindi, più che cercare di modificare “un pezzo del meccanismo in corsa”, sarebbe meglio rendere più appetibile l’Ape od ogni caso dare sostegno alla donne, che, in base ai dati, “hanno vita dura nel raggiungere i requisiti per le pensioni”.
INPS: CRESCONO LE PENSIONI ANTICIPATE
Dall’Inps sono arrivati dati interessanti relativi al monitoraggio dei trattamenti pensionistici erogati agli italiani. Nel primo semestre del 2017, infatti, le pensioni anticipate dei lavoratori dipendenti sono cresciute del 54,9% rispetto allo stesso periodo del 2016. Complessivamente sono state liquidate più di 250.000 pensioni, per un importo medio di 1.035 euro. Ben 140.000 di esse (con un importo medio di 1.291 euro) riguardano il fondo dipendenti, dove l’incremento su base annua è stato del 9%. Le nuove pensioni di vecchiaia sono state 24.433, mentre quelle di anzianità 43.137. Lo stesso Inps ha fatto notare l’aumento del numero di pensioni erogate, evidenziando che nei prossimi mesi i dati potranno subire delle variazioni in virtù dello smaltimento delle domande ancora in giacenza. Nei primi sei mesi dell’anno si è registrato anche un calo delle pensioni di invalidità (-27,3%) e di quelle di reversibilità (-6,3%).
OPZIONE DONNA, APPELLO AI SINDACATI PER LA PROROGA
Oggi è in programma un nuovo incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e il Movimento Opzione donna fa appello a Cgil, Cisl e Uil per chiedere che la richiesta di prorogare il regime sperimentale di pensionamento anticipato per le donne non cada nel vuoto. Rispetto all’ipotesi di un Anticipo pensionistico agevolato per le donne, si fa presente che “noi non chiediamo nessuno sconto, chiediamo giustizia, chiediamo di poter scegliere di andare in pensione da vive a costo zero per lo Stato utilizzando il sistema contributivo, anzi offriamo allo Stato 24, miliardi di risparmi in 15 anni”. Inoltre, viene ricordato che ci sono dei fondi già stanziati per Opzione donna, che è bene non vengano “dirottati” verso altri interventi. “La vostra posizione sarà determinante, se condurrete questa battaglia con noi e per noi, la vinceremo, se ci abbandonerete saremo sconfitte , umiliate , ignorate. Voi avete in mano il nostro futuro, non deludeteci, la politica lo ha già fatto, voi non fatelo”, si legge in una lettera che Sabine Knapp, un’iscritta al Movimento, ha mandato ai sindacati.