Nonostante le critiche piovute da più parti, continua l’operazione porte aperte dell’Inps, fortemente voluta dal presidente Tito Boeri per aumentare la trasparenza delle varie gestioni previdenziali e fornire dati utili per l’esecutivo, impegnato ad attuare la riforma delle pensioni. Nell’ultimo studio realizzato l’Inps ha analizzato la Cassa trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato (CTPS), soffermandosi in particolare sulla previdenza dei magistrati. In media l’assegno pensionistico riconosciuto ai magistrati è pari a 103mila euro e il totale degli assegni riconosciuti si ridurrebbe del 12% nel caso in cui il calcolo fosse effettuato esclusivamente con il metodo contributivo (un dato nettamente meno elevato rispetto a quelli calcolati per altre categorie di lavoratori, messi in evidenza dagli studi precedenti). Il 90% degli ex magistrati, tuttavia, percepisce un assegno più elevato in virtù dell’utilizzo del metodo retributivo e conseguentemente solo il 10% acquisirebbe una pensione più elevata con il passaggio al metodo contributivo, anche per le vecchie pensioni (ipotesi poco plausibile, al momento, in quanto membri dell’esecutivo hanno confermato che i diritti acquisiti non possono essere modificati).