Il paragone usato oggi da Beppe Grillo nel suo blog per descrivere la situazione italiana è quella del cammello. Siamo come un cammello, scrive, nelle cui gobbe non c’è più acqua e lo sforzo fisico a cui è sottoposto rischia di far schiantare il suo cuore. Grillo cita lo studio fatto dalla Cgil e presentato ieri in cui si dice che prima di tornare a un livello di occupazione pari a quello precedente la crisi – il 2007 – ci vorranno 63 anni. E che prima di tornare a un Pil anche quello come era nel 2007, di anni ce ne vorranno 13. Dati sconvolgenti, dice, e ne cita altri: ad esempio il record del tasso di disoccupazione che è il peggiore dal 1977, e cioè del 12,8%. I giovani senza lavoro che toccano il 40% del totale. Il debito pubblico che oggi arriva a toccare 2034 miliardi di euro con un aumento da febbraio di 6 miliardi. Chiude una impresa al minuto, dice ancora e l’aumento dell’Iva previsto a luglio porterà all’aumento di aziende costrette a chiudere. In questo contesto, dice, i venditori di miraggi aumentano, ad esempio il capo del governo soprannominato “Capitan Findus Letta”. Si fanno solo proclami, scrive, si gioca con il presidenzialismo, la presa per il c… del taglio al finanziamento pubblico dei partiti. E poi la legge per eliminare il M5S dal parlamento.