E la Juventus, una storia d’amore che non ha ancora avuto la sua degna conclusione. L’ultima volta che l’hanno visto a Torino – metaforicamente si intende, o almeno parlando di campo da calcio – era il 9 maggio 2010: Juventus-Parma 2-3, ultima sconfitta casalinga di un campionato da incubo. Poi la trasferta di San Siro, i tre gol presi dal Milan. David quel giorno vide la gara dalla panchina; poi, più nulla. La cessione ad agosto all’Hercules Alicante, la fine di un’avventura durata 10 anni, 320 partite e 171 gol. Semplicemente, lo straniero più prolifico nella storia del club, e scusate se è poco per chi ha avuto tra le proprie fila John Hansen, John Charles, Omar Sivori, Michel Platini, e potremmo continuare. Una storia d’amore: “quando gioca segna sempre Trezeguet” era il coro che si alzava dalla curva, sempre e comunque. Perchè era vero: quando era in campo, segnava sempre o quasi. Media 0,53 gol a partita nell’arco di un decennio: mica roba per tanti. Soprattutto, il francese è stato amato a Torino perchè ha accettato di scendere in Serie B, ha trascinato i bianconeri alla promozione (15 gol), ha avuto propositi di addio (inequivocabile il gesto alla tribuna VIP dopo il gol allo Spezia) ma poi ha accettato di aiutare la squadra a rinascere. Il popolo della Juventus ama Trezeguet perchè è sua la prima rete dopo l’inferno della cadetteria: contro il Livorno, colpo di testa e corsa a braccia aperte e un urlo lungo un anno, quello del calvario. Soprattutto, la Juventus ama Trezeguet per i suoi gol pesanti: quello contro il Milan, decisivo per lo scudetto 2005 (poi revocato, ma provate a dirlo da quelle parti), quello che aprì la strada alla semifinale perfetta contro il Real Madrid (uno dei 30 realizzati in Champions League con la maglia bianconera). Ora, i suoi vecchi tifosi si preparano a riaccoglierlo: perchè sì, Trezeguet ha lasciato Juventus e Italia quasi in silenzio. Senza un giro di campo, senza una partita di addio, senza un coro dei tifosi. Presi alla sprovvista da quella che era una cessione annunciata. Il francese avrebbe dovuto far visita allo Stadium, per la prima volta, il 14 dicembre: occasione, la partita interna contro il Sassuolo. E invece, la società ha fatto sapere che la visita è rimandata a data da destinarsi. Si legge sul sito ufficiale bianconero che Trezeguet ha una partita da giocare: con il suo Newell’s Old Boys deve scendere in campo per l’ultima gara del campionato argentino, e quindi deve rinunciare alla chiamata dei campioni d’Italia. Non sarà definitivo: non questa volta. Trezeguet tornerà: non si sa quando, ma lo farà. Per prendersi quell’applauso finale che non ha avuto, per far alzare nuovamente tutti in piedi, perchè la gente gli canti ancora che quando gioca segna sempre lui. Perchè certo, Tevez e Llorente sono la realtà di oggi, e una bella realtà; ma David Trezeguet, diciamolo pure, non l’hanno mai dimenticato.
(Claudio Franceschini)