Che Francesco Totti potesse lasciare la Roma si sapeva; la storia secondo la quale Carlos Bianchi volesse cedere in prestito alla Sampdoria l’attuale capitano giallorosso è confermata da tempo, così come l’interesse più recente del Real Madrid. Si era parlato anche di Milan, a inizio millennio; certo, immaginare ora Totti con un’altra maglia fa un certo effetto, ma nel 1993 il numero 10 della Roma era un ragazzino che giocava negli Allievi ed era considerato il fenomeno delle giovanili, dunque aveva tutta una carriera davanti. “Io ero il direttore organizzativo della Roma e mi relazionavo sempre con il presidente Ciarrapico“, spiega Salvatore Castello ai microfoni di Tele Radio Stereo. “Ero a colloquio nel suo ufficio e ricevette una telefonata da Berlusconi. Il presidente del Milan propose uno scambio tra Ruud Gullit e Totti, era il mercato di gennaio e tutti noi riponevamo grandi speranze nel talento di Totti”. Vale la pena ricordare che Gullit aveva 31 anni ed era una stella dei rossoneri; di lì a breve si sarebbe trasferito alla Sampdoria. Lo scambio avrebbe regalato alla Roma un giocatore pronto subito per sovvertire le sorti di una squadra che annaspava a centro classifica; dunque, un’operazione che poteva essere sensata. Andando avanti nel racconto, Castello ricorda che “Ciarrapico chiuse la telefonata con un ‘Ci risentiamo’ che mi preoccupò molto. Avvisai immediatamente il direttore sportivo Mascetti, che si precipitò a bloccare l’operazione, minacciando di dimettersi. Il presidente chiamò allora Berlusconi e, ringraziandolo, declinò la proposta”. Inoltre, l’ex dirigente ha anche svelato un retroscena sull’esordio di Brescia quel 28 marzo di 20 anni fa: “Fummo noi a mettere pressione a Boskov affinchè gli facesse assaggiare il campo: volevamo dimostrare il valore di Totti ed evitare un’eventuale cessione”. A quanto pare, missione compiuta.