E’ un risultato pazzesco quello che matura a San Siro: Bologna batte Inter 3-0. Decidono una doppietta di Di Vaio e un gol di Acquafresca entrato da poco. Per l’Inter, volenterosa ma assolutamente poco lucida, è la terza sconfitta consecutiva: otto i gol subiti, zero quelli segnati negli ultimi 270 minuti. Il bilancio del girone di ritorno recita ora 1 punto (quello casalingo con il Palermo) in cinque partite. Panchina di Ranieri a rischio? Dall’altra parte il Bologna gioca una partita perfetta: si chiude bene, concede inevitabilmente qualcosa ma controlla la situazione, colpendo poi nelle ripartenze orchestrate dal trio di grande qualità davanti. Ora la classifica per Pioli fa molta meno paura.
Ranieri deve far fronte alle numerose assenze e sceglie un inedito 4-2-3-1 in cui ai lati di Sneijder agiscono Faraoni e Forlan. Pazzini unica punta. Il Bologna conferma la difesa a 3 delle ultime uscite, forte degli zero gol su azione subiti nel 2012. Ramirez-Diamanti-Di Vaio il solito tridente di qualità. Parte forte l’Inter che, pur senza incantare sul piano del gioco, all’11’ sfiora già il gol con Sneijder che si gira bene al limite e calcia a giro: attento Gillet. Tre minuti più tardi Pazzini gira di testa un angolo di Sneijder, Antonsson devia con la spalla ma l’arbitro non concede corner. L’Inter è pericolosa sempre dalla bandierina: al 18′ è Maicon ad avere la grande occasione, ma il suo stacco di testa centra il portiere belga del Bologna, comunque ben piazzato. Il Bologna in tutto questo si difende con ordine, sollecita i piedi buoni dei tre davanti e Diamanti su punizione trova la porta ma calcia debolmente e in maniera scontata. Così è ancora Maicon, al 29′, a girare fuori di poco l’ennesimo angolo di Sneijder. L’Inter muore qui, dopo un ultimo sussulto di Forlan che approfitta di una disattenzione di Mudingayi ma non riesce a dar forza al tiro. Il Bologna, cinico, aspetta che i nerazzurri calino l’intensità e poi calano la mannaia con tutte le loro forze. 37′: Ramirez si invola a sinistra, evita Lucio e mette al centro: la difesa mette fuori, dove Perez con grande intelligenza serve Di Vaio in area: dribbling a rientrare, tutti al bar e uno a zero. Passa un minuto. Lancio lungo, Ranocchia con chilometri di vantaggio appoggia di petto senza rendersi conto che Di Vaio è lì a fargli la posta: l’attaccante del Bologna ringrazia, fa due passi e fredda Julio Cesar. Sono i primi due gol di Di Vaio all’Inter con la maglia rossoblu: pazzesco. L’Inter ci prova coi nervi, ma è una squadra frustrata e incredula di quel che sta accadendo: il destro di Faraoni che si spegne sul fondo ne è il segno più eloquente. Si va al riposo tra una bordata di fischi per i nerazzurri e la curiosità di vedere quali saranno le mosse di Ranieri per riprendere una partita messasi peggio che malissimo.
Ranieri non cambia uomini ma modulo: Forlan va al fianco di Pazzini mentre Sneijder si allarga sulla sinistra nel tentativo di scardinare la scatola bolognese. Tutto vano, perchè nonostante l’impegno i nerazzurri non ci sono mentalmente e i loro attacchi sembrano quelli dei ragazzini che vedono la porta e la cercano senza criterio, attirati dalla possibilità del gol. Ci prova Forlan al 59′, sinistro al volo su bello spunto di Nagatomo dalla corsia mancina: Gillet si allunga e ci arriva. Ancora più spettacolare il portiere belga al 67′, quando va a spingere via dall’angolino un colpo di testa di Ranocchia su punizione di Sneijder. A questo punto Ranieri cerca di dare una scossa: toglie un Forlan inondato di fischi e inserisce Poli per ragionare di più a centrocampo, poi prova Castaignos per un tenace ma fumoso Faraoni. Non cambia nulla, il Bologna col passare dei minuti prende fiducia e Antonsson e Raggi sembrano un muro di gomma su cui non si può far altro che rimbalzare. Pioli si concede anche il lusso di sostituire tutto il suo tridente a cinque stelle, e ride ancor di più quando l’ultimo entrato, Acquafresca, controlla un pallone sulla destra e si accentra indisturbato tra i conetti della scuola guida nerazzurri: sinistro e Julio Cesar che per la terza volta deve raccogliere il pallone in fondo alla rete. Non c’è più tempo per altro, se non per registrare l’uscita anticipata di Moratti e l’ennesima umiliazione stagionale dell’Inter.
INTER-BOLOGNA 0-3 (p.t. 0-2)
MARCATORI: Di Vaio al 37’ e al 38’ p.t.; Acquafresca al 40’ s.t.
INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Ranocchia, Nagatomo; Zanetti, Cambiasso; Faraoni (dal 24’ s.t. Castaignos), Sneijder, Forlan (dal 16’ s.t. Poli); Pazzini. (Castellazzi, Chivu, Palombo, Obi, Zarate, Castaignos). All. Ranieri.
BOLOGNA (4-3-2-1): Gillet; Raggi, Portanova, Antonsson; Garics, Perez, Mudingayi, Morleo; Ramirez (dal 25’ s.t. Kone), Diamanti (dal 13’ s.t. Taider); Di Vaio (dal 31’ s.t. Acquafresca). (Agliardi, Pulzetti, Cherubin, Rubin). All. Pioli.
ARBITRO: Damato (Barletta)
NOTE: ammoniti Diamanti per gioco scorretto, Sneijder per proteste. Recuperi: 2’ p.t.; 3’ s.t.
Julio Cesar 6: se hai una difesa del genere, prendere tre gol forse è addirittura un affare. Non ha particolari colpe, se non quelle di trovarsi al posto sbagliato nella squadra sbagliata.
Maicon 6,5: il migliore. Spinge, non molla mai sul piano della corsa, è lui a sfiorare due volte il gol. Ma in fase difensiva anche lui latita.
Lucio 5: siamo sicuri che sia il Lucio originale? Si fa aggirare come una rotonda da Ramirez sul primo gol, alza la sbarra stile passaggio a livello sul terzo. Certi recuperi in progressione servono all’estetica, non a evitare gli zero punti.
Ranocchia 5: la cosa tragicomica è che non sbaglia praticamente un intervento in 90 minuti. Ma quell’errore sul secondo gol è roba che non si vede nemmeno nelle partitelle all’intervallo delle 11. E’ arrugginito dalle troppe panchine?
Nagatomo 6: il meno peggio. Se non altro corre, corre e corre. E serve anche una buona palla a Forlan, che però ha passato da tempo la versione Re Mida di Sudafrica 2010.
Cambiasso 4,5: fa tristezza vederlo così, lui che è stato un campione. Sempre in ritardo, costantemente anticipato e messo sotto fisicamente, nessuna idea illuminante. Il viale del tramonto arriva per tutti.
Zanetti 5,5: lui che ha 38 anni, come al solito, è l’esempio per tutti. Se gli altri 10 avessero il suo cuore, forse il risultato sarebbe stato un altro. Purtroppo fisicamente non è più quello di una volta, e stavolta la paga anche lui.
Faraoni 5,5: per un po’ non demerita, largo sulla destra. Dimostra carattere andando a cercarsi palloni giocabili. Poi si accentra troppo creando confusione, e lentamente viene fagocitato dall’incubo. Sostituito.
(dal 68′ Castaignos 5: un cambio inutile se ce n’è uno. Ranieri lo rispolvera dopo secoli di scantinato, i quali secoli emergono immediatamente appena tocca palla. Da rivalutare.)
Sneijder 5,5: l’impressione è sempre la stessa: se non accende la luce lui, l’Inter di oggi è finita. Appunto. La luce prova anche a farla, ma le lampadine sono quasi bruciate. Volenteroso, ma privo del guizzo giusto, Quelli del 2010, per intenderci.
Forlan 4: poveraccio, non che sia tutta colpa sua: chi l’ha schierato lì a sinistra ha almeno le stesse responsabilità. Ma se ti chiami Diego Forlan e hai fatto la carriera che hai fatto, in 62 minuti devi riuscire ad andare al di là di un sinistro riluttante che caracolla verso il portiere avversario.
(dal 62′ Poli 6: entra per dare idee al centrocampo. Non produce la teoria della relatività, ma almeno dimostra che la grinta e la voglia non gli difettano.)
Pazzini 5: sembra il Pazzini degli ultimi mesi a Genova, quello triste che non segnava e non aveva più Cassano di fianco. Lo lasciano da solo, in balia di giganti cattivi con la maglia bianca che lo triturano senza pietà.
All. Ranieri 5: vero, aveva assenze importanti. Ma Forlan a sinistra è un aborto tattico, e uno schema del tutto estraneo in un momento di difficoltà estrema non è sembrata la soluzione della vita. Coraggio: ha passato di peggio. O no?
Gillet 7: salva su Maicon, dice di no a Forlan, è superbo su Ranocchia: gran portiere, sempre sottovalutato forse a causa dei pochi centimetri. Errore marchiano. Lui se la gode: nel 2012 non ha ancora preso gol su azione.
Raggi 7: che sorpresa. Non solo difesa arcigna: si propone costantemente a destra per mettere in mezzo, insieme a Garics, il povero Nagatomo. Missione compiuta.
Portanova 6,5: non deve essere facilissimo giocargli contro. Pazzini stasera l’ha imparato a sue spese. Altra gara di spessore.
Antonsson 7: il terzo omaccione della difesa rossoblu è anche quello che fa più legna per il fuoco. Non concede nulla a chi gli passa vicino, fa la voce grossa in ogni situazione e si prende anche il lusso di sfottere tutti uscendo a testa alta dall’area. Interessante.
Garics 5,5: il Bologna cerca di impostarla sulla rapidità degli esterni, ma a destra la cosa non funziona troppo bene, e infatti l’austriaco è spesso dimenticato. Quando lo servono, non sempre risponde presente all’appello.
Perez 7: altro sottovalutato, da sempre. Prima del Bologna, giocava nel Monaco, con tutto il rispetto. Con il fido Mudingayi erge un casello autostradale che rimane chiuso, creando ingorghi a non finire. Poi pulisce tutto con impostazioni da signore. Vero leader della squadra, almeno stasera.
Mudingayi 7: lui, nel mezzo, ha il compito di alzare il randello e menar giù fendenti (in senso sportivo, si intende). Chi dei giocatori dell’Inter ci è passato di fianco o se l’è trovato di fronte giura di non voler ripetere l’esperienza. Fantastico nel chiudere tutto.
Morleo 6,5: si era perso tra troppe panchine, lo scorso anno. Sta ritrovando tutta la sua verve: costantemente cercato sulla sinistra, mette in difficoltà Maicon costringendolo per una volta a non fare l’ala per 90 minuti.
Ramirez 6,5: ha qualità da vendere, l’ha dimostrato anche stasera. Pecca un po’ di narcisismo a volte, ma l’azione del primo gol vale tutta la pagella.
(dal 70′ Kone 6: entra per dare verve a una squadra stanca che si sta abbassando: si mette a destra e tocca il pallone che diventerà il 3-0.)
Diamanti 6: non brillantissimo, si vede in un paio di punizioni che non spaventano Julio Cesar. Dà l’impressione di non essere in grandissima forma.
(dal 57′ Taider 5: qualcuno si è accorto che è entrato in campo a un certo punto?)
Di Vaio 7: non aveva mai segnato all’Inter con la maglia del Bologna; in un minuto ne fa due. Di classe il primo, di opportunismo il secondo. Un terzo lo sfiora soltanto. Non che combini altro, ma ne aveva bisogno?
(dal 76′ Acquafresca 6,5: entra e in nove minuti confeziona il gol che uccide l’Inter, e che gol. What else?)
(Claudio Franceschini)