L’aggiornamento annuale del Rapporto OD&M Consulting sulle retribuzioni in Italia è in via di ultimazione (i dati saranno presentati il 15 novembre presso il quartier generale Gi Group a Milano nel format Total Reward Trends). Ma lo strumento statistico e analitico elaborato dalla società di consulenza nella gestione delle risorse umana controllata da Gi Group è un punto di riferimento stabile per ogni momento di riflessione e confronto sui trend del mercato del lavoro, in particolare nei segmenti professionali. Simonetta Cavasin, amministratore delegato di OD&M è stata nuovamente inviata a presentarlo a un appuntamento di Assolombarda.
“Le reribuzioni appaiono in crescita presso tutti i livelli contrattuali: dirigenti, quadri, impiegati, operai”, dice Cavasin. OD&M tiene sotto monitoraggio costante un universo lavorativo di 15 milioni di persone di imprese grandi medie e piccole del settore privato. Il denominatore comune della tendenza al rialzo è “l’aumento relativo del peso della componente variabile” (vedi anche grafici allegati: +3,3% nel totale, ma +10,7% il variabile, sempre più “leva” per costruire un pacchetto retributivo flessibile).
La dimensione aziendale rimane non irrilevante: una grande azienda offre retribuzioni più elevate e con una componente variabile più accentuata rispetto ai gruppi medi e piccoli.E questo vale per tutte la categorie professionali: da quelle manageriali a quelle degli addetti alla produzione.
Molti spunti di riflessione emergono anche dalla matrice settoriale: banche, assicurazioni, farmaceutica, abbigliamento-moda premiano in modo particolare le qualifiche elevate; mentre segmenti industriali come industria petrolifera, chimica e siderurgica offrono retribuzioni migliori a impiegati e operai. Alberghiero, pubblici esercizi e commercio al dettaglio sono invece i comparto tenedenzialmente meno “generosi” con tutti i loro dipendenti.
Sul piano territoriale il Nordovest non perde il primato, anche se Nordest e Centro sono pressocché appiati a poca distanza. Per tutte le qualifiche non emergono forti differenze fra una macroarea e l’altra riguardo l’incidenza della componente retributiva variabile.
“Il gender gap è netto, evidente”, dice Cavasin: E’ del 10,3 a livello dirigenziale, supera il 7% per quadri e impiegati, è oltre 1l 12% negli inquadramenti operai e punisce sistematicamente le donne anche nel ricorso alla leva variabile.
La laurea crea ancora vantaggio competitivo per guadagnare di più in azienda? Un ultimo “carotaggio” nel data-base di OD&M dice di sì. Soprattutto nella fase iniziale di una carriera (dopo 1-2 di esperienza) l’upgrade retributivo di un laureato è chiaramente percepibile.