Gabriel Heinze non vuole sentir parlare di rinnovo. Non ancora, almeno. Il difensore argentino, uno dei migliori acquisti estivi della Roma, ha parlato oggi in conferenza-stampa del suo futuro e dei temi più caldi di casa giallorossa, con il derby, naturalmente, in prima fila. “Se ho parlato con la società del rinnovo? No, ma mancano ancora molte partite, penso solo al presente”, ha spiegato il giocatore, che naturalmente ha affrontato anche la vicenda De Rossi. “Se abbiamo provato a convincere il mister? Preferisco non parlarne pubblicamente”, e sembra quasi una mezza ammissione. Di certo, ha aggiunto, è la prima volta nella sua carriera che gli capita di assistere ad un episodio del genere, tanto che qualcuno si è chiesto ironicamente: ma la Roma è una squadra di calcio o un collegio svizzero? Ad ogni modo, la sconfitta di Bergamo non si può giustificare solamente con l’esclusione di De Rossi: questa la tesi di Heinze, e sicuramente i tifosi giallorossi non potranno che essere d’accordo con lui. Sull’argomento oggi ha detto la sua anche il direttore generale Franco Baldini, che ha smentito le ricostruzioni circolanti sulla vicenda, con tanto di sms tra lo stesso De Rossi e Panucci: “Tutto inventato, quello che vi è stato riferito è quello che è successo”. Se poi i media preferiscono fare di testa loro, inventandosi qualsiasi cosa, allora facciano da soli, è stata l’amara conclusione del dirigente. Adesso, però, la Roma dovrà essere brava ad isolarsi dalle voci e dalle polemiche, preparando così nel migliore dei modi l’attesissima stracittadina del prossimo turno di campionato. Heinze è consapevole della posta in palio della sfida, ma anche del fatto che, per quanto importante, “non può essere una gara a salvare un’intera stagione”. Solo a fine stagione, quindi, si tireranno le somme, nel frattempo la Roma dovrà ambire a fare il massimo possibile. In chiusura, un’analisi dei problemi difensivi. Secondo l’argentino, deve essere tutta la squadra a migliorare in fase passiva: “La difesa è composta da 10 calciatori, che devono impegnarsi per non prendere gol”. Insomma, non è mai colpa di un solo reparto se il portiere deve chinarsi troppe volte a raccogliere la palla in fondo al sacco.
“I problemi sono altri”, conclude Heinze. Diciamo che, forse, in questo momento c’è l’imbarazzo della scelta…