Juventus – Lazio termina 0-0. I biancocelesti resistono alla pressione dei padroni di casa riuscendo a strappare un punto importante su un campo proibitivo. La squadra di Antonio Conte nonostante il gioco espresso non è riuscita a sfondare il muro eretto dai capitolini impattando più volte contro i guanti di Marchetti. Il punto raccolto permette alla Juventus di raggiungere quota 32 punti, portandosi a + 5 sull’Inter. La Lazio invece resta ancorata al quinto posto con 23 punti.
La sfida che apre la 13esima giornata di Serie A inizia con la squadra di casa che cerca in ogni modo di controllare il match. Gli ospiti biancocelesti non disprezzano e si spendono in una metodica gara difensiva. L’organizzazione e la concentrazione messa in scena dalla truppa del bosniaco Petkovic permettono di uscire imbattuti da Torino. La partita ha visto, infatti, la Juventus costruire molte azioni cercando più volte il tiro vincente. Ma la sfortuna (traversa di Bonucci) e la bravura di Marchetti (deviazione sotto porta di Quagliarella) hanno impedito ai bianconeri di guadagnare l’intera posta in palio.
I bianconeri mettono in mostra muscoli e rapidità. Il solito gioco avvolgente viene partorito in puntualità con il fischio iniziale. Le azioni crescono soprattutto sulle fasce e le conclusioni fioccano, ma il guizzo vincente non arriva mai.
Petkovic riesce nell’obiettivo di non prenderle presentandosi a Torino con un atteggiamento apparentemente involuto, ma sostanzialmente efficace. I raddoppi e la densità tra le linee costringono i bianconeri a cercare con frequenza cambi di fronte larghi. Una Lazio in versione provinciale porta via da Torino un punto prezioso.
Controlla con polso la gara non lasciando lavoro ai moviolisti. Lascia giocare molto nel primo tempo, mentre punisce con forza le frequenti perdite di tempo dei laziali.
Il pubblico torinese offre l’ennesimo sold-out. Incitamento continuo per i giocatori in campo e applausi nonostante la mancata vittoria alla fine. Da segnalare il disappunto (in verità non troppo rumoroso) per la sostituzione di Quagliarella.
Si conferma in gran forma mostrandosi concentrato e combattivo per l’intero match.
Sulle orme di Andrea Pirlo ha oramai acquistato sicurezza e padronanza nelle giocate verticali. Non sbaglia un passaggio e spesso si fa trovare pronto a utili anticipi in rapidità.
Aggressivo e determinato. Combatte a testa alta sia contro Klose che contro Hernanes stroncando sul nascere ogni loro spunto.
Martella insistentemente sulla fascia provocando numerosi pericoli. Petkovic richiama Gonzalez e Brocchi a maggiore attenzione, riuscendo a portargli via precisione e idee.
(dal 25’ s.t. PEPE 6 Solca il campo per la prima volta in questa stagione ricevendo il calore del suo stadio. Propone diversi traversoni e i soliti inserimenti profondi. Carta più che utile per Conte.)
Migliore in campo. Con la casacca bianconera il cileno ritrova spazi e situazioni famigliari mettendo in campo tutta la rabbia che gli appartiene. A fine gara non c’è filo d’erba che non sia stato rastrellato dalle sue scivolate. Mai a vuoto. Il guerriero è pronto per la battaglia di martedì sera.
Piuttosto impreciso nella posizione centrale, viene fatto scalare al posto di Vidal. Ciò nonostante offre una gara incompiuta alternando lanci chirurgici e recuperi di palla a inutili preziosismi e cali di concentrazione. Il giovane ha qualità, ma ne deve masticare ancora…
(dal 39’ s.t. BENDTNER s.v.)
In assenza di Pirlo è lui a dettare ritmi e spartiti di un centrocampo intonato. La sinfonia assume velocità e precisione quando tocca a lui registrare. Solo un volo d’angelo di Marchetti gli poteva negare il gol.
Non riesce a imprimere l’effetto desiderato sul match. Piuttosto sottotono in questo periodo, anche questa sera non riesce a trovare i movimenti giusti e la precisione dovuta.
Primo tempo d’incanto anche se privo di reti. Nella seconda frazione sente immediatamente il fisico di Biava e Ciani e si intimorisce non poco, andando via via fuori gioco.
Utilissimo nella protezione di palla mostra ancora una volta di essere in forma trovandosi a un passo dalla rete in più di un’occasione. Se fosse stato servito al meglio in alcune circostanze da Giovinco e se Marchetti non si fosse travestito da Superman avrebbe trovato ancora la via del gol.
(dal 22’ s.t. MATRI 5,5 Non trova il giusto assetto in campo rimanendo ai margini del gioco.)
Juventus pronta all’assalto europeo. La squadra è in forma e nonostante la mancata vittoria, figlia di una serie di circostanze sfavorevoli, mostra forma e morale di alto livello. Forse, la sostituzione di Giovinco piuttosto che Quagliarella avrebbe dato maggiore sostanza in attacco. Forse.
Risponde con estrema reattività alla deviazione di Quagliarella, per poi replicarsi su un piazzato di Marchisio. Grande gara. Nel punto guadagnato gli va attribuito gran parte del merito.
Sprizza corsa e istinto da ogni poro. Mantiene bene la posizione limitando spesso l’avversario sulla fascia.
Coraggio e decisione gli permettono di offrire una prestazione all’altezza. DIAS s.v.
(dal 20’ p.t. CIANI 6 Robusto in ogni contatto corpo a corpo riesce a spazzare diversi palloni risolvendo situazioni di pericolo.)
Prova a rispondere colpo su colpo nella zona di sua competenza, ma in molte occasioni perde la bussola provocando ferite pericolose.
Stritolato in breve tempo dalla foga avversaria varia usi e competenze adattandosi in maniera efficace al ruolo di mediano.
Non riesce a far ripartire i suoi trascinandosi più volte in zone di non pericolo e perdendo importanti palloni.
Cerca di fronteggiare come può il centrocampo avversario, ma le sue condizioni instabili lo limitano.
(dal 12’ s.t. EDERSON 6 Ha un buon impatto sulla gara rivelandosi utile nei raddoppi e nelle ripartenze.)
Trottola a vuota per tutta la partita. Vidal e Chiellini sono clienti scomodi e questo lo si sapeva, ma solo le sue minacce avrebbero potuto trasformare il match odierno.
Anche per lui vale lo stesso discorso di Ledesma. Recuperi e raddoppi preziosi specie nel finale.
Gioca come può accollandosi l’intero peso dell’attacco laziale. Lavora di sponda e prova a ragionare, ma i servizi che riceve sono rari.
(dal 36’ s.t. KOZAK s.v.)
Nonostante la mancata proposizione offensiva ormai tanto cara ai tifosi laziali, dopo le epoche di rimessa gestite da Reja, la Lazio 2013 cambia pelle adottando mentalità e concentrazione da provinciale. I valori e le dritte imposte dal lavoro del bosniaco però rimangono invariati e contribuiscono al pareggio.
(Francesco Davide Zaza – twitter@francescodzaza)