Le voci di calciomercato quando si parla di Juventus non si placano mai. E visto che manca l’uomo-gol, gli ultimi “si dice” parlano del fatto che la Juventus sia tornata ad interessarsi fortemente a Didier Drogba. L’attaccante della Costa d’Avorio era già stato accostato al club bianconero durante il calciomercato estivo, prima di optare per la Cina e lo Shanghai Shenhua. Con cui Drogba ha sottoscritto un contratto sino al dicembre 2014, a cifre spropositate. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Marotta ha aizzato le indiscrezioni dichiarando “non escludo nulla”. La Juventus potrebbe puntare su un attaccante più giovane come Llorente, ma non è da escludere l’acquisto di Drogba che in termini di esperienza non è secondo a nessuno nella lista degli obiettivi di calciomercato bianconeri. Intanto la Juventus deve fare i conti con i primi fischi sonori all’indirizzo di Sebastian Giovinco, cui i tifosi contestano una certa inconsistenza in zona gol. Per parlare di Drogba e Giovinco ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Carlo Nesti, noto giornalista sportivo vicino alle vicende delle società torinesi. Ecco le sue impressioni:
Cosa ne pensa del possibile acquisto di Drogba? Sicuramente non sarebbe un colpo di prospettiva… Il punto è che per un’operazione del genere bisogna vedere che tipo di investimento sarà richiesto alla Juventus. Sarebbe un acquisto per l’immediato, sempre che la Juventus vada avanti in Champions, perché in caso contrario Drogba non si muoverebbe dalla Cina.
Verificato ciò Drogba può ancora far fare il salto di qualità ad una squadra come la Juventus? Bisogna considerare in che condizioni è. La Juventus si è informata sul suo rendimento in Cina: a quell’età basta mollare per qualche mese e si invecchia precocemente, si appassisce fisicamente. Questo è l’aspetto tecnico numero uno.
Su Giovinco, che ha ricevuto le prime critiche: si può pensare che abbia bisogno di un ulteriore periodo di assestamento, per giocare in modo del tutto convincente in una squadra come questa Juventus? Che non è esattamente quella in cui lui debuttò… A Torino Giovinco è stradiscusso, credo ci siano troppi pregiudizi su di lui e che si sia equivocata una cosa fondamentale.
Quale? Lui è arrivato dopo Del Piero, e non poteva esserci eredità più pesante. La gente si è messa in testa che chi fosse arrivato dopo Del Piero dovesse essere alla stessa altezza. L’altro grande equivoco è pretendere che un giocatore, per essere utile, debba essere per forza un fuoriclasse.
In che senso?
Giovinco non è un fuoriclasse, nè so se mai lo diventerà, ma è un giocatore utile, prezioso per una squadra come la Juventus, perché può destabilizzare la difesa avversaria costringendola a cambiare piani per controllarlo. Già questo mi sembra un modo di essere utile.
Eppure gli si rimprovera soprattutto la mancanza in zona gol… Perché il fatto che Giovinco non segni deve dipendere solo da lui? Credo che la lacuna non sia avere Giovinco, ma non avere un bomber attorno al quale schierarlo. Gli sono date responsabilità enormi, in virtù di un mercato in cui doveva arrivare un uomo gol che non era destinato ad essere Giovinco. Mi dispiace sentire i fischi perché Giovinco si carica addosso una serie di equivoci, aggravati da quegli undici milioni che il Parma ha richiesto per il riscatto. Però credo una cosa al riguardo.
Quale? Che evidentemente chi ha speso quei soldi crede in Giovinco, che come vediamo sta giocando spesso dal primo minuto: significa che per quello che fa in allenamento Conte si fida di lui. Il problema è capire se la dimensione di Giovinco è quella della squadra medio-piccola, come il Parma, o può essere da subito anche una grande. Lui è stato ripreso per giocarsela da titolare, non come arma a partita in corso, ma non credo al periodo di assestamento. Se Giovinco fallirà quest’anno chiederà di essere ceduto, non ci sono più vie di mezzo. La Juventus cercherebbe poi di capitalizzare la massimo dalla sua cessione, magari proprio per arrivare al top player.
(Carlo Necchi)