È vicino al rinnovo con la Lazio. Il centrocampista brasiliano, autore di un inizio straordinario con i biancocelesti (3 gol in 3 partite) è una priorità per Lotito e Tare, che vogliono a tutti i costi prolungare l’accordo con il loro gioiello. Al momento le parti non sono ancora vicine: l’agente di Hernanes è appena rientrato in Brasile leggermente infastidito perchè l’offerta della Lazio non è considerata adeguata. Secondo l’entourage del centrocampista, la dirigenza della Lazio deve almeno pareggiare gli stipendi di Klose e Zarate, ovvero i calciatori della rosa che percepiscono di più. L’impressione comunque è che si farà: Hernanes in questo momento è il leader tecnico di una squadra che sta stupendo tutti per il suo grande avvio. Chi l’avrebbe mai detto infatti, soprattutto dopo il semi-disastroso precampionato, che Petkovic, lui stesso oggetto misterioso, sarebbe riuscito a vincere le prime tre gare di Serie A con un calcio spumeggiante e una difesa che ha concesso un solo gol agli avversari? Quasi nessuno: eppure, la Lazio è lassù con Juventus e Napoli, ed Hernanes è il Profeta della squadra. A osservare il tutto con un pizzico di invidia – forse anche di più – è il Milan, in crisi profonda dopo le grandi cessioni estive e un inizio di stagione che si addice più ad una squadra che si deve salvare. Allegri, mai troppo amato, è già in bilico (clicca qui per l’intervista esclusiva con Antonio Di Gennaro); probabile che Udine sarà decisiva. Ma i rossoneri hanno un motivo ben preciso per rammaricarsi: tre anni fa potevano mettere le mani su Hernanes. Successe in estate: il centrocampista era di stanza al Sao Paulo e tutte le grandi d’Europa gli avevano messo gli occhi addosso. In Italia lo seguivano, oltre alla Lazio, anche Inter, Palermo e Milan. Lui per primo aprì le porte al rossonero: dichiarò che aveva il sogno di giocare nel nostro Paese e in particolare in una delle due milanesi, ma poi si sbilanciò elogiando Andrea Pirlo, all’epoca regista del Milan (a cui il Profeta era paragonato). I rossoneri si mossero: quell’estate avevano venduto Kakà al Real Madrid, soldi in cassa c’erano, la squadra aveva appena salutato Ancelotti dopo otto stagioni e si preparava ad accogliere Leonardo. Poi, dal Brasile arrivarono alcune dichiarazioni del direttore generale del Sao Paulo, Jesus Lopes, e si capì che Hernanes al Milan non ci sarebbe mai andato: “Quanto ci hanno offerto per Hernanes e Miranda? Devo prima controllare quanto costa una cassa di banane”. Con questa frase colorita, il dirigente brasiliano rispedì al mittente le offerte irrisorie di Galliani per Hernanes e il difensore Miranda. Allora, non ci pensò nessuno: c’era Ronaldinho rivitalizzato da Leonardo, c’era Borriello che segnava tanto, c’era una squadra che lottò per lo scudetto e arrivò seconda. Quando Hernanes effettivamente sbarcò alla Lazio, un anno più tardi, quasi nessuno aveva più in mente l’episodio:
Men che meno i milanisti, che con Ibrahimovic e Robinho vinsero il tricolore sette anni dopo l’ultimo. Adesso le cose son cambiate: quanto farebbe comodo un Hernanes ad Allegri, oggi? Soprattutto il nuovo Hernanes: una mezzala con passo, dribbling, tiro e visione di gioco, un giocatore completo in grado di spaccare in due le difese avversarie con i suoi inserimenti, un problema evidenziato anche ieri sera tra le fila rossoneri, con Pazzini troppo isolato dal centrocampo. Chissà se Galliani, che di notti insonni per colpa del calciomercato le ha vissute (Davids e Pirlo svenduti alla Juventus, per fare un esempio) riuscirà a prendere sonno in questi giorni: mentre il suo Milan affonda, un vecchio pallino di mercato fa grande un’avversaria. Poteva essere rossonero, Hernanes. Se non fosse stato per quelle banane.
(Claudio Franceschini)