INCONTRO CON IL GOVERNO: LE RICHIESTE
Vuole risposte chiare la Uil sulla previdenza: in vista dell’incontro di domani con il Governo, ha anticipato in una nota i temi di cui bisognerà discutere. Chiede che l’innalzamento dell’età di accesso alla pensione, previsto per il 2019, venga congelato e che si eliminino le disparità di genere che penalizzano le donne. Inoltre, ritiene necessario che vengano definiti «interventi per le future pensioni dei giovani», che venga rilanciata «la previdenza complementare estendendo la fiscalità incentivante anche ai lavoratori pubblici». Bisogna anche «ripristinare la perequazione dei trattamenti pensionistici, varare la riforma della governance Inps e separare la spesa previdenziale da quella assistenziale per dimostrare alla Ue che la spesa per pensioni in Italia è sotto la media europea». Infine, la Uil ha chiesto la reintroduzione nel sistema previdenziale di elementi di equità e flessibilità con vantaggi evidenti per i giovani che potrebbero beneficiare della ripresa del turnover del mercato del lavoro. (agg. di Silvana Palazzo)
ETÀ PENSIONABILE, LE PROPOSTE DEI SINDACATI
In questo momento storico, in Europa, la media legale di accesso alla pensione nel settore privato è di 64 anni e 2 mesi, mentre per le donne è di 63 anni: in generale dunque sono 2 anni e 5 mesi più bassa di quella degli uomini italiani (che vanno in pensione a 66 anni e 7 mesi) e 2 anni e 7 mesi più bassa delle donne italiane (65 anni e 7 mesi), come riporta l’Adnkronos. L’ipotesi sul banco del governo di aumentare ancora di più l’età pensionabile a partire dal 2019 viene completamente scartata dai sindacati che già nel vertice di domani cercheranno di approntare la loro proposta specifica: «diversificare l’aspettativa di vita dei lavoratori ragionando in base alla tipologia di lavoro e sui diversi lavori più o meno usuranti», concludono le note di Uil e Cgil riguardo il delicato nodo dell’aumento “automatico” dell’età pensionabile in Italia. (agg. di Niccolò Magnani)
LE NOVITÀ SUI LAVORI DI CURA
Come anticipato dallo speciale Adnkronos sulle prossime tappe e trattative tra governo e sindacati sul fronte pensioni, un altro tema da non scartare sarà il “focus donne” specie sulla possibilità di ridurre i requisiti contributivi necessari all’accesso all’Ape Social. L’ipotesi, già più volte caldeggiata dai sindacati e dallo stesso Governo nei mesi scorsi, vede possibili interventi anche per le donne (madri, mogli e figlie) impegnate nei lavori di cura. Stando alle dichiarazioni di ieri rilasciate dal segretario confederale Cgil, Ghiselli, «il lavoro di cura andrebbe riconosciuto dal punto di vista previdenziale a priori, non limitando il ragionamento solo a coloro che possiedono i requisiti per l’Ape social». Già prima della pausa estiva era intervenuta in una breve intervista sul Tg3 Annamaria Furlan (Segretario Nazionale Cisl) ribadendo la difficoltà che molte donne hanno ancora oggi per arrivar a 30anni consecutivi di carriera contributiva. «Un aiuto in questo senso potrebbe arrivare dal riconoscimento dei lavori di cura, non soltanto però quelli per i figli ma anche quelli svolti in favore dei propri genitori», concludeva Furlan ai cronisti. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PRIORITÀ DI DAMIANO PER LA LEGGE DI BILANCIO
È iniziata una settimana importante per la Legge di bilancio, dato che si comincerà a entrare nel vivo della definizione degli interventi che potranno essere inseriti nella manovra. Secondo Cesare Damiano, “pensioni e lavoro per i giovani debbono camminare a braccetto perché sono complementari” e alcune resistenze del Governo al fatto di inserire il tema della previdenza nella Legge di bilancio, secondo l’ex ministro, “paiono per fortuna in via di superamento”. Dunque c’è un certo ottimismo da parte del Presidente della commissione Lavoro della Camera, secondo cui un “segno fondamentale” che le cose si stanno mettendo per il giusto verso sarà dato dall’avvio della pensione contributiva di garanzia per i giovani.
Un altro punto importante, è quello riguardante l’ampliamento delle risorse stanziate per l’Ape social, per fare in modo che non ci siano persone “in lista d’attesa” rispetto a quelle che hanno presentato domanda. Chi ne ha diritto, è il ragionamento di Damiano, deve poter accedere alle misure senza attesa. Dal suo punto di vista, poi, occorre prevedere una normativa specifica che riconosca periodi contributivi per il lavoro di cura delle donne. L’ex ministro non dimentica però la battaglia che ha avviato con Maurizio Sacconi riguardo il previsto aumento dell’età pensionabile a partire dal 2019. Secondo Damiano non si può far finta che non ci sia stato nel 2015 un calo dell’aspettativa di vita, quindi “andranno rifatti i calcoli per quanto riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile di 5 mesi a partire dal 2019”.
LE RICHIESTE DI BARBAGALLO (UIL)
Si avvicina il confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni e Carmelo Barbagallo ritiene che sia il caso di evitare lo scontro tra giovani e anziani. Parlando con l’Ansa, il Segretario generale della Uil spiega che “bisogna pensare agli anziani perché sono stati i veri ammortizzatori sociali del Paese” e quindi occorre congelare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2019. Allo stesso tempo, però, “bisogna dare garanzie ai giovani per il loro futuro”, attraverso l’istituzione di “una pensione di garanzia che recuperi tutti i vuoti per il lavoro parcellizzato e precario che hanno svolto”. Barbagallo ritiene che un altro punto importante su cui intervenire riguardi l’Ape social, con il rifinanziamento della misura e una sua estensione di modo che vengano comprese altre tipologie di lavori che non è certo possibile svolgere fino a quasi 67 anni.
IL DISSENSO INTERNO SUL DDL RICHETTI
Continua a tenere banco la vicenda del “dissenso interno” al ddl Richetti. Il Corriere della Sera ha infatti dedicato un articolo al fronte, non proprio ridotto, dei parlamentari del Partito democratico non convinti della bontà del testo messo a punto dal collega deputato. C’è chi è fermamente contrario come Ugo Sposetti o chi invece ritiene che ci siano delle parti da rivedere, come Cesare Damiano, secondo cui il ricalcolo dei vitalizi in essere con il sistema contributivo potrebbe essere un precedente pericoloso anche per le pensioni dei normali cittadini. Dunque, in vista della ripresa dei lavori parlamentari l’attenzione non sarà rivolta solamente alla Legge di bilancio e alle misure previdenziali che potrà contenere, ma anche al passaggio in Senato del ddl Richetti, che ha già ricevuto il via libera dalla Camera prima della pausa estiva.