Il premier Matteo Renzi ha promesso una riduzione delle tassi sugli immobili e interventi su Ires, Irap e Irpef, in particolare sulle pensioni. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, Renzi non ha fornito dettagli, limitandosi a precisare che si tratterà di un intervento sulla fiscalità ma a poche ore dall’annuncio iniziano ad arrivare le prime ipotesi. Secondo “La Stampa” il Governo potrebbe estendere il bonus Irpef di 80 euro, introdotto nel mese di maggio 2014, anche ai pensionati, finora esclusi dalla misura, in particolare a quelli che percepiscono assegni poco elevati. Possibile anche un intervento sulla no tax area, che potrebbe essere portata a 10.000 euro per i lavoratori dipendenti e per i pensionati (attualmente la no tax area è fissata a 8.000 euro per i lavoratori dipendenti e a 7.500 euro per i pensionati, iniquità denunciata dai principali sindacati.
I ritardi nei pagamenti della NaspI, il nuovo ammortizzatore sociale introdotto dal Governo Renzi a favore di chi ha perso il lavoro a partire dall’1 maggio 2015, ha creato dubbi e preoccupazioni nei percettori, già penalizzati dalla perdita del lavoro. Sul tema è intervenuto il direttore delle Prestazioni a sostegno del reddito dell’Inps, Luca Sabatini, che ha rassicurato i percettori spiegando come i ritardi siano legati a difficoltà tecniche e smentendo, quindi, indirettamente, difficoltà legate alla carenza dei fondi. Il responsabile economico del Partito Democratico, Filippo Taddei, ha ribadito il concetto, spiegando che le risorse disponibili per finanziare l’ammortizzatore sociale sono sufficienti e anzi, considerando le dinamiche in corso nel mercato del lavoro, “possiamo produrre risparmio, in quanto le stime sono state effettuate tenendo conto di una dinamica della disoccupazione un po’ più pessimistica rispetto a quella che osserviamo negli ultimi mesi”.
L’introduzione del nuovo ammortizzatore sociale NaspI, percepito da coloro che hanno perso involontariamente il lavoro a partire dall’1 maggio 2015, si pone in discontinuità rispetto ai sussidi previgenti (AspI e MiniAspI) e per questo motivo ha creato difficoltà tecniche e conseguenti ritardi nei pagamenti. Il calcolo più complesso (vengono considerati i contributi versati dai lavoratori nei 4 anni precedenti rispetto alla perdita dell’impiego) e i requisiti meno stringenti, che permettono ad una maggiore platea di disoccupati di accedere alla NaspI, ha causato i ritardi, come confermato da Luca Sabatini, direttore direttore Prestazioni a sostegno del reddito dell’Inps. Sabatini ha spiegato che i ritardi sono imputabili alla maggiore complessità nel calcolo e ha rassicurato i percettori, spiegando che entro la fine del mese di luglio i pagamenti verranno effettuati. Sabatini, ospite nella videorubrica de “Il Sole 24 Ore” Focus 24, ha reso noto il numero di richieste ricevute dall’ente previdenziale: nel mese di maggio la nuova indennità di disoccupazione è stata richiesta da 69.370 disoccupati, numero cresciuto notevolmente a giugno (136.580).