Gli scioperi di Pompei e Alitalia mettono ulteriore carne al fuoco a un dibattito estivo che, dopo l’annuncio a sorpresa di Renzi sulle tasse, oramai è molto assortito. Certo è che, per quanto riguarda la materia dello sciopero, il Parlamento fa sul serio. Infatti, poco più di due settimane fa, è stato depositato al Senato un disegno di legge, 4 articoli, primo firmatario Pietro Ichino – che già nel 2008 aveva presentato un ddl simile – che aggiorna quello depositato da Maurizio Sacconi.
Le strade che il ddl presenta per la nuova disciplina dello sciopero sono due: la prima è che questo venga proclamato da uno o più sindacati che rappresentano il 50% più uno dei dipendenti; la seconda è che, anche se promosso da un sindacato minoritario, la proposta di sciopero superi un referendum tra i lavoratori dell’azienda, con il 50% dei sì fra i votanti e un quorum del 50% dei dipendenti. In queste condizioni, il recente sciopero Alitalia, indetto dal solo sindacato autonomo dei piloti, non si sarebbe tenuto. Così avviene in Germania ma anche in Inghilterra, per cui – dice Ichino – “si può fare anche da noi”. E ne ha ben donde.
Come scrivevamo qualche mese fa, una nuova disciplina dello sciopero è stata individuata dai sindacati all’interno del rinnovo del contratto Fca: è stato infatti istituito il “consiglio dei delegati di fabbrica”, a cui sarà ceduto il potere di indire agitazioni che saranno decise a maggioranza. Il consiglio sarà composto da un membro di ciascuna organizzazione firmataria del contratto e ciò che deciderà in materia di scioperi sarà valido “erga omnes”, ovvero per tutti. Quindi una minoranza non potrà indire scioperi oltre la decisione del consiglio. Come si evince, la ratio è la stessa che anima il disegno di legge presentato da Ichino. Ancora una volta è quindi la vicenda Fiat a dettare i tempi del lavoro.
Susanna Camusso diceva ieri che si tratta di un’altra campagna estiva contro i lavoratori, e Carmelo Barbagallo criticava Renzi per l’ennesimo attacco al sindacato. A parte che, più che il solo Governo, si tratta di un ddl che probabilmente voterà gran parte del Parlamento, visto che anche Forza Italia e lo stesso Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, sono a favore.
Resta da capire se a favore dei lavoratori è una disciplina più moderna che dia più certezza alle regole, o se una disciplina obsoleta che permette a pochi di decidere per molti. È quantomeno strano che oggi sia il Parlamento a dover decidere, segno della debolezza del sindacato.
Twitter @sabella_thinkin