Nel 2013 le aziende prevedono circa 750mila entrate complessive di personale. Nonostante ciò, questa cifra non riuscirà a compensare il quasi milione di uscite messo a bilancio quest’anno, producendo un saldo negativo di 250mila unità. A rilevarlo è il sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, che monitora le previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi. Tra le maggiori cause che comporteranno la perdita di questi 250mila posti di lavoro, ci sono le evidenti difficoltà del mercato interno che, secondo la recente indagine, “determinano un calo dei contratti complessivamente attivati: 112mila in meno di quelli preventivati nel 2012”. Questa dinamica negativa “tenderà a colpire soprattutto quegli ambiti (territoriali, settoriali, di dimensione d’impresa) più strettamente dipendenti dal mercato interno: il Mezzogiorno (da cui è atteso il 35% del saldo negativo complessivo), le imprese con meno di 10 dipendenti (che prevedono di ridurre la forza lavoro di 142.600 unità), le costruzioni (-59mila), il commercio al dettaglio (-24.500), il comparto turistico (-25.100)”. Questi dati, ha commentato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, tenendo conto della riduzione del Pil prevista intorno al 2%, “dimostrano che le imprese stanno cercando di mantenere la manodopera”. I 250mila posti che andranno persi, ha aggiunto il ministro, equivalgono “più o meno a una riduzione del Pil dell’1%”. Giovannini ha poi ricordato che “sappiamo che ci sono imprese che stanno crescendo, quelle orientate all’estero, mentre le piccole imprese orientate al mercato interno soffrono molto”.