La sentenza di primo grado per il processo di Calciopoli ha scaldato gli animi dei tifosi, sempre davvero caldi su questo argomento che divide e appassiona. Discussioni da “bar Sport”? Certamente, ma non solo. Anche serissimi personaggi si “eccitano” quando parlano di certi argomenti. Un noto difensore – anche con espressioni molto forti – della Juventus e del suo ex direttore generale Luciano Moggi è infatti uno dei più autorevoli giornalisti italiani, Piero Ostellino. Laureato in Scienze politiche, esperto dei sistemi politici dei paesi comunisti, giornalista del Corriere della Sera dal 1970, giornale del quale è stato prima corrispondente da Mosca e Pechino e poi anche direttore nel periodo 1984-1987. Attualmente è uno degli editorialisti di punta del quotidiano, per il quale si occupa delle più importanti vicende nazionali e mondiali. Quello che si può tranquillamente definire un “pezzo grosso”, insomma. Eppure i suoi toni quando parla di Calciopoli sono degni del più acceso ultrà della curva juventina, anti-interista fino al midollo. Per lui Calciopoli è stata tutta una macchinazione per far vincere l’Inter che altrimenti non ci sarebbe mai riuscita. Infatti, da noi contattato per avere un parere sulla sentenza di ieri, ha esordito così: “Una sentenza schifosa. Come era già stata schifosa la sentenza sportiva, una vergogna”.
Moggi dunque è innocente secondo lei?
Non dico che sia innocente. Dico che tutti i dirigenti calcistici – compreso Facchetti, pace all’anima sua – sono dei lobbisti a servizio della squadra per cui lavorano, e tutti sono costretti a sporcarsi le mani. Moggi era davvero abile in questo, senza dubbio il miglior dirigente italiano. Calciopoli è nata solo perché si voleva far tornare in alto l’Inter dopo troppi anni di magra in cui Moratti aveva speso un sacco di soldi invano, e non c’era altro modo per farla vincere.
La Juventus dava fastidio perché vinceva troppo, ma per essere sicuri del successo del piano hanno dovuto coinvolgere anche tutte le altre grandi squadre, dal Milan alla Lazio alla Fiorentina. Lo stesso Palazzi disse che la sentenza sportiva “rifletteva un diffuso sentimento popolare”. La gente era scandalizzata per il marcio che era saltato fuori, e la sentenza demagogica ascoltò gli umori della piazza.
Tutta colpa dell’Inter quindi?
Si sa che gli interisti danno tutta la colpa delle loro sconfitte agli arbitri. L’unica differenza tra il prima e il dopo Calciopoli è che gli juventini riconoscono la superiorità dell’Inter vincente negli ultimi anni, mentre per gli interisti c’è sempre sotto qualche complotto quando perdono. Non c’è niente da fare, persino quando vincono “sono figli di un dio minore”.
(Mauro Mantegazza)