Durante la partita di ieri col Catania, il pubblico interista ha accolto con un boato liberatorio l’uscita dal campo di Esteban Cambiasso, che ha lasciato il posto al più fresco Poli. L’episodio ha alimentato la discussione sulla necessaria rifondazione che l’Inter dovrà operare da qui ai prossimi mesi. Ma in che termini? Ripartendo da zero, sradicando lo zoccolo duro del triplete? Con nuovi campioni, in barba al fair play finanziario? Innestando qualche giovane di valore nella scricchiolante intelaiatura attuale, opera peraltro già iniziata? Per cercare di dare una risposta ilSussidiario.net ha intervistato in esclusiva Fulvio Pea, che conosce bene sia i giovani che l’Inter, avendo allenato la primavera nerazzurra nel biennio 2009-2011, conquistando peraltro l’Under 18 Challenge, sorta di Champions League giovanile, ed il Torneo di Viareggio nel 2011. Ecco le impressioni dell’attuale allenatore del Sassuolo.
Mister, il cambio Poli-Cambiasso di ieri sera può rappresentare il definitivo sipario sugli eroi del Triplete?
Non ho visto la partita, quindi non posso commentare.
Ma secondo lei l’avvicendamento può essere considerato un ponte tra l’oggi e il domani più immediato?
In tutte le squadre non esistono titolari. E’ normale che un giocatore come Cambiasso giochi molte più partite di Poli nell’Inter, quindi è normale che poi ad un certo punto il giocatore debba rifiatare, ma non avendo visto la partita non so per quale motivo è stato effettuato il cambio, posso anche pensare che sia stato un cambio tattico. Non avendo visto la partita è difficile dare un giudizio.
Come interpreta la reazione del pubblico interista, che ha fischiato uno dei suoi beniamini storici?
Credo che sia ingeneroso nei confronti di un giocatore che ha giocato tantissime partite ad alto livello. La gente deve sapere che ci sono degli alti e dei bassi nella vita, così come in tutte le altre attività lavorative. Anche nel calcio ci sta che un giocatore passi un momento positivo, e un altro magari un momento negativo. Con questo non è che Cambiasso va messo da parte, o cancellato dai programmi dell’Inter.
Dal suo punto di vista i giovani che l’Inter ha già iniziato a rodare, i vari Alvarez, Coutinho, Ranocchia, Castaignos, le sembrano adatti?
Questa domanda va fatta a Ranieri: è lui che allena la squadra. Io non posso saperlo, alleno un’altra squadra.
Ma da un punto di vista esterno ed esperto -di giovani ed ambiente- come può essere il suo, che idea si è fatto?
Mi sembra che l’allenatore stia scegliendo una linea più sicura, più tranquilla, che è quella di far giocare giocatori con esperienza. A volte qualche altro allenatore invece preferisce giocatori più giovani. Però all’Inter non è facile giocare per un giocatore d’esperienza, figuriamoci per i giovani.
Il punto è proprio questo: l’Inter potrà mai permettersi il tempo necessario a coltivare i giovani che sceglie?
Dipende sempre da qual è l’obiettivo. Se l’obiettivo è vincere Champions League e Coppa Italia oltre allo scudetto, l’Inter ha più bisogno di giocatori già affermati. Ma un giocatore di 25 anni può essere già affermato, non c’è bisogno che un giocatore affermato abbia 32 anni.
Quindi per un giovane ancora da sviluppare quante speranze ci sono nell’Inter di oggi?
Per un ragazzo di 18 anni secondo me è molto dura trovare un posto e continuità nell’Inter. A meno che uno non è un vero fenomeno, ma di quelli ne nasce uno ogni tanto. Io mi auguro che l’Inter in un futuro trovi un fenomeno nel proprio settore giovanile, altrimenti è moto difficile trovarlo in casa. E quindi è normale che una squadra come l’Inter punti su giocatori già affermati. Dipende molto dagli obiettivi.
Può essere per questo che di tutti i buoni giovani che escono dalla Primavera dell’Inter, solo una bassa percentuale si afferma poi in prima squadra?
All’Inter è molto normale. All’Inter, alla Juve, al Milan, che giocano per vincere la Champions League, è normale che un giovane di 18, 19 anni non sia pronto per giocare in prima squadra. E’ normalissimo ed è giusto che il giocatore venga mandato a giocare in altri posti. Tanto è vero che i giocatori molto quotati, come Destro, che sono titolari nella nazionale Under 21, a volte fanno fatica a trovare posto nelle loro squadre. Perché un ragazzo matura e si completa solo all’età di 23-24 anni, almeno parlo dei giocatori bravi. I fenomeni trovano posto anche a 19 anni ma ripeto, ne nasce uno ogni tanto.
Si può pensare a giocatori come Andreolli, o come Biabiany, visibilmente immaturi per l’inter ma molto positivi in realtà più consone.
Hanno già 23-24 anni, non ne hanno 19, è diverso. Stanno raggiungendo altrove una certa maturità.
Se l’Inter volesse fare tabula rasa e ripartire dalla linea verde, a lei farebbe piacere poter far parte del nuovo progetto?
Se l’Inter riparte da una linea verde ha bisogno di un allenatore con esperienza, non certo di uno giovane anch’egli, perché altrimenti ci sarebbero troppe componenti da sistemare.
E’ mai stato contattato dall’inter per un’eventuale futuro?
Assolutamente, mai. Non penso neanche che l’Inter stia pensando ad una soluzione di questo tipo, mi preoccuperei per l’inter, per i suoi tifosi.
Lei in ogni caso ha una Mission Impossible da compiere a Sassuolo…
A parte quello, però una società come l’Inter deve preoccuparsi di formare una squadra che possa partecipare a delle competizioni importantissime, quindi abbisogna anche di un allenatore all’altezza. Non certo di un giovane che ha fatto solamente un campionato professionistico.