La parola ad Andrea Agnelli. Il massimo esponente della Juventus ha difeso l’operato della dirigenza, ha spiegato le difficoltà societarie e ha mosso qualche critica indiretta agli ingaggi milionari. Lo stile è tutto bianconero: raramente, infatti, un presidente convoca una conferenza stampa per mettere a tacere le tante voci che possono danneggiare una squadra. Fuori da Coppa Italia ed Europa League, Agnelli non può dirsi soddisfatto, ma crede ancora fortemente in una buona seconda parte della stagione. Del Neri gode della fiducia della società: cadono, quindi, le indiscrezioni di questi giorni su un possibile ritorno di Marcello Lippi e l’arrivo di Luciano Spalletti. Fin qui niente di nuovo, si potrebbe dire. L’aspetto più preoccupante è certamente quello di tipo economico con delle perdite da capogiro che non permettono grandi sogni ai tifosi bianconeri. Agnelli è stato fin troppo chiaro, anche se ha ripetuto più volte che sulle questioni finanziarie è meglio non addentrarsi, visto che la società è quotata in borsa.
Qualcuno ipotizza addirittura che la società possa lentamente rastrellare le azioni per poi togliere il titolo (fin qui negativo) dalla Borsa, ma questi sono solo rumors… E’ stato smentito l’aumento di capitale e l’ingresso di un nuovo socio. Il figlio di Umberto ha accennato anche al tema “caldo” del monte stipendi (il 6° in Europa) che a quanto pare determina il mercato bianconero sia in entrata che in uscita. Di fatto, quindi, ha sottolineato le colpe della precedente gestione, che in settimana con Cobolli Gigli si era tolta alcuni sassolini dalle scarpe.
Per il futuro prosegue l’opera di razionalizzazione degli ingaggi: pare scontata la cessione di Gigi Buffon così come quella di Amauri, ma anche lo stesso Del Piero non è più intoccabile. Accanto ad Agnelli, più sarcastico del solito forse per nascondere un po’ di tensione, c’era il fidato Beppe Marotta, che ha difeso le su scelte. Ha ragione Marotta quando dice che – a differenza di chi invocava solo 2/3 giocatori di qualità – la priorità della Juventus in estate era quella di comporre e ringiovanire una rosa di 22/23 elementi validi. In una stagione unire qualità e quantità era oggettivamente difficile, anche se non bisogna dimenticare che sono arrivati Bonucci (centrale della nazionale), Aquilani, Krasic e Quagliarella oltre al sempre utile Pepe.
Forse l’unico acquisto “esagerato” è stato quello di Martinez, ma speriamo che il ragazzo possa smentire i suoi detrattori. Pur insistendo sulla quantità, la Vecchia Signora ha dovuto, però, fare i conti con l’emergenza (vedi Giandonato in campo). Marotta ha spiegato gli infortuni (l’80% di origine traumatica) come un fatto casuale. Può essere, ma non basta. Alcuni – come Iaquinta o Traorè – sono perennemente ai box per guai muscolari. Andrea Agnelli, mettendoci la faccia, ha chiesto un altro anno di tempo per tirare le prime somme: i tifosi scalpitano, ma non possono dire di avere un presidente fantasma.