Sono giorni di intenso lavoro in Parlamento che si sta occupando della Legge di Stabilità e quindi delle nuove misure previste per la riforma delle pensioni. Stando alle ultime voci di corridoio di queste ore, il testo approvato alla Camera potrebbe subire delle modifiche durante il passaggio al Senato. Il focus è puntato soprattutto sull’Ape sociale ed ossia la misura messa in campo dal Governo per permettere un accesso anticipato al mondo pensionistico e senza alcuna penalizzazione in virtù di situazioni particolari da parte dei beneficiari. La possibile modifica potrebbe avere però degli aspetti positivi in quanto la richiesta di modifica arriva da Cesare Damiano. Nello specifico si tratterebbe di una proposta di allargamento della platea dei beneficiari intervenendo sulla definizione di contributi utili al fine del raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata a zero penalizzazioni. Ne sapremo di più nelle prossime ore.
Mentre il Governo è già al lavoro per la stesura del decreto attuativo con il quale si andranno a regolamentare tutte le nuove misure della riforma delle pensioni contenute all’interno dell’ultima Legge di Stabilità, arrivano importanti novità per quanto concerne l’Ape social. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti nelle ultime ore ha aperto alla possibilità di estendere lo strumento anche agli invalidi al 60%. Nel corso di un convegno all’Anmil che si è tenuto nella giornata il ministro ha sottolineato: “Stiamo valutando l’estensione dell’Ape sociale anche agli invalidi del lavoro ai quali sia stata riconosciuta un’invalidità pari almeno al 60%, ma dobbiamo verificare gli effetti finanziari, perché c’è la volontà di migliorare la norma”. Dunque nei prossimi giorni ci potrebbero essere delle importanti novità in tal senso, ricordando che al momento la soglia minima prevista è del 74%.
Mentre si avvicina il Referendum Costituzionale del prossimo 4 dicembre, il presidente dell’Inps Tito Boeri lancia un allarme sulle possibili ripercussioni negative che una eventuale vittoria del No potrebbe avere sull’approvazione definitiva della Legge di Stabilità e quindi del pacchetto relativo alla riforma delle pensioni. Nello specifico la preoccupazione è che all’indomani del voto possa esserci una crisi sistemica ipotizzata da più parte con relative conseguenze negative anche per quanto concerne le riforme del sistema previdenziale. Una eventualità che Boeri ha lanciato in tempi non sospetti ed ossia all’inizio del mese di ottobre ma che tuttavia il Premier Matteo Renzi ha smentito categoricamente ricordando come la riforma ci sarà a prescindere da quello che sarà l’esito sulla consultazione referendaria. Infatti, il Governo è già a lavoro per la stesura del decreto attuativo per le nuove misure che nei prossimi mesi verranno introdotte in fatto di pensione.
I lavoratori precoci non mollano e continuano con le loro manifestazioni dopo una riforma delle pensioni che non ritengono soddisfacente, dato che l’accesso alla pensione con Quota 41 è fortemente limitato da non pochi “paletti”. Dopo essere quindi scesi in piazza a Torino, Palermo e Trieste, sabato 3 dicembre terranno un presidio davanti al Motorshow di Bologna, una fiera che ha una certa esposizione mediatica. I lavoratori precoci sperano così di continuare a far sentire la loro voce, con la richiesta di far sì che l’accesso alla pensione possa essere garantito a tutti coloro che hanno versato almeno 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza alcuna penalizzazione sull’importo della pensione.
Con la riforma delle pensioni si affronta anche il tema della disparità di trattamento pensionistico tra donne e uomini. Ne è convinta Annamaria Parente, alla luce principalmente dell’estensione di Opzione donna anche alle italiane che ne erano rimaste escluse lo scorso anno per ragioni anagrafiche. Secondo la senatrice del Partito democratico, anche l’Ape è una misura che può aiutare molte donne a raggiungere la pensione in anticipo. Ora resta da capire, stando anche a quanto sottolinea BlastingNews, se a palazzo Madama ci saranno delle modifiche al testo approvato dalla Camera o se invece verrà posto la fiducia senza possibilità di emendamenti, anche solo sulla parte relativa al cumulo contributivo gratuito.
I lavoratori precoci, in parte anche delusi dalla riforma delle pensioni, hanno deciso di votare No al referendum del 4 dicembre. Roberto Occhiodoro, uno degli animatori del gruppo Lavoratori precoci a tutela dei propri diritti, ha scritto un post sulla pagina Facebook del gruppo medesimo per spiegare che l’amministrazione del gruppo “in maniera compatta e univoca, ha deciso di votare no al prossimo referendum costituzionale, dando, al contempo, questa indicazione di voto ai propri iscritti”. “Non abbiamo deciso entrando nel merito dei quesiti referendari (anche se pure su questi temi c’era unanimità e condivisione nel giudizio), ma perché non si può permettere a una classe politica che già di per se stessa gode di un potere politico e quindi legislativo enorme, di aumentare in maniera esponenziale detto potere (e lo abbiamo constatato sulla nostra pelle in questi ultimi mesi)”, aggiunge Occhiodoro.