Via da domani 1500 lavoratori: è l’annuncio shock della Riva Acciaio in seguito al sequestro preventivo dell’Ilva di Taranto per la ben nota inchiesta su disastro ambientale. La società della famiglia proprietaria dell’azienda comunica la chiusura di sette stabilimenti dove lavorano 1500 persone, tutte aziende riconducibili alla famiglia Riva. Si tratta di stabilimenti presenti in località come Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva energia e Muzzana trasporti). Dunque è interessato tutto il territorio nazionale. L’Ilva di Taranto al centro della situazione dopo il sequestro calcolato in 916 milioni di euro effettuato alcuni giorni fa dalla Guardia di finanza su mandato del gip di Taranto. Le reazioni: il sindaco di Verona Flavio Tosi è molto duro. E’ giusto tutelare la salute, ha detto, “combattere l’inquinamento e prendere provvedimenti per evitarlo, risanando dove ci sono state problematiche, ma in un momento di gravissima crisi economica che un provvedimento di un magistrato arrivi a costringere alla chiusura un’azienda di quelle dimensioni, che dà lavoro a decine di migliaia di famiglie, nella nostra città sono più di 500 oltre all’indotto, dà l’idea di un Paese ridicolo”. Un comunicato della Riva Acciaio fa sapere che il sequestro effettuato nei giorni scorsi ai danni dell’Ilva impedisce i pagamenti dei lavoratori delle altre aziende del gruppo: “il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività”. Nel comunicato si legge ancora che la Riva Acciaio impugnerà il provvedimento di sequestro. Restano integrati al loro posto di lavoro solo “gli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali”.