Serie A 2012/2013, nona giornata: l’anticipo serale della nona giornata di serie A fra Milan e Genoa, giocatasi allo stadio Meazza di Milano, si è conclusa con il risultato di 1 a 0 a favore dei rossoneri. In gol per il diavolo è andato El Shaarawy al 32’ del secondo tempo.
partita poco spettacolare e con molti errori da ambo le parti; di sicuro non è una delle partite più belle che si siano viste a San Siro, ma quel che conta in questo caso per entrambe le squadre è il risultato; la prima frazione di gioco è stata povera di emozioni e povera di occasioni da gol; nella ripresa c’è stata sempre molta confusione in campo, ma almeno i rossoneri hanno cercato con più convinzione il gol e lo hanno trovato nel finale con El Shaarawy.
le idee mancano, il gioco anche, ma ciò che era fondamentale stasera era il risultato; la condizione psicologica della squadra era abbastanza a pezzi, e solo una vittoria avrebbe potuto tirare su il morale a dei giocatori ormai depressi; non si può negare che il Milan sia lontanissimo da delle situazioni di gioco ordinate e precise, anche questa sera infatti è stato molto confusionario, ma almeno è arrivato un gol che ha permesso di portare a casa tre punti fondamentali.
con questo Milan si poteva provare il colpaccio; il problema della squadra è stato però un problema di mentalità; i rossoblù sono venuti a Milano per difendersi e basta, non per cercare la vittoria. È vero che la formazione contava molte assenze ed era a prima panchina con Del Neri, però anche dopo il gol subito il Grifone non ha mai dato l’impressione di poter mettere in difficoltà un Milan brutto e senza gioco; il rammarico più grande parte quindi dalla situazione degli avversari, che non giungevano a questo match in grandi condizioni. E il Genoa non ci ha mai provato.
Non fischia un rigore che si poteva dare per il Milan; nell’azione del gol Abate è in netto fuorigioco.
Amelia, 6: buona prestazione, dà sicurezza alla difesa nelle uscite e con la palla tra i piedi; grosse parata non deve farne e sui tiri dalla distanza è sicuro.
Bonera, 6,5: è il più sicuro dei centrali, interviene al momento giusto e non lascia spazio ad Immobile che prova a metterlo in difficoltà senza riuscirci.
Zapata, 4,5: distratto in certe occasioni difensive, prova ad uscire due volte palla al piede e rischia di far passare il Genoa in vantaggio; è grave perché le potenzialità le ha, ma commette errori di concentrazione.
Yepes, 6: sulle palle alte riesce sempre ad imporsi, ma quando gli lasciano impostare la manovra sono tutte palle perse, anche se non dovrebbe essere lui a far partire l’azione.
Abate, 6,5: torna a giocare in fascia e spinge, ma i suoi traversoni non sempre sono precisi; quando lo sono però il Milan trova il gol; in difesa non soffre mai perché il Genoa non attacca.
Montolivo, 6,5: è l’unico che ha le qualità per impostare a centrocampo; ci prova sempre, anche se ogni tanto di concede delle pause che non dovrebbe; recupera anche diversi palloni.
De Jong, 5: sbaglia tantissimo con la palla tra i piedi, non rischia mai nulla e passa sempre la palla indietro; anche in fase di recupero stasera non fa molto. Abulico.
Antonini, 6: il cuore lo mette, ma è impreciso quando ha la palla fra i piedi; esce per infortunio.
(Constant, dal 42’ del p.t., 6: prestazione decente dopo quella bruttissima di Malaga; osa e in certe occasioni serve buoni palloni; piccoli miglioramenti).
Pato, 5,5: il ritardo di condizione si vede ed è normale; prova molto a giocare da solo e fa arrabbiare i suoi compagni. Però alcuni spunti sono buoni e non del tutto da buttare.
(Pazzini, dal 27’ del s.t.: senza voto).
Emanuelson, 6,5: ci prova con tanta corsa; prova a saltare l’uomo e ha anche una buona occasione con un tiro da fuori; è uno dei pochi che gioca con tranquillità. (Nocerino, dal 43’ del s.t: senza voto).
El Shaarawy, 8: il Milan è El Shaarawy; diversi sono i recuperi in fase difensiva per la grande corsa che ha, in attacco tutti gli spunti nascono da lui e infine segna la rete decisiva; tanti auguri, ma questo è un potenziale fenomeno.
All Allegri, 6: dopo 2 mesi il gioco non esiste; ha l’onore di non smettere mai di credere nei propri uomini, ma se non ci fosse il Faraone sarebbe già stato mandato a casa; per la vittoria gli verrà concesso ancora del tempo. Vedremo se riuscirà ad inventarsi qualcosa.
Frey, 6: sul gol non può nulla, per il resto non deve compiere miracoli. Sicuro nelle uscite e nel comandare la difesa.
Sampirisi, 5: soffre il Faraone e non lo prende mai; senza dubbio gli è capitato l’avversario più difficile fra tutti quelli in campo.
Granqvist, 6: tiene bene su Pato e su Pazzini; nel finale si lancia a fare la punta per la disperata ricerca del pareggio.
Bovo, 5,5: si prende il giallo, soffre Pato quando accelera e anche Emanuelson e il Faraone. Non guida la difesa come dovrebbe.
Moretti, 6: partita discreta la sua, fa alcune buone chiusure e non si fa mai prendere dal panico; esce per infortunio.
(Krajinc, dal 23’ del s.t.: senza voto).
Jankovic, 5: si fa vedere solo con un tiro centrale; per il resto non punta e no salta mai l’uomo; deve avere più personalità.
(Jorquera, dal 35’ del s.t.: senza voto).
Tozser, 5,5: a centrocampo perde il duello con Montolivo, non imposta mai e determina l’atteggiamento rinunciatario della squadra.
Kucka, 5: non lotta e sta basso, non permettendo al Genoa di attaccare; se prendesse per mano la squadra probabilmente non avremmo dovuto commentare una sconfitta del Grifone.
Antonelli, 5: soffre a destra, poi si sposta; ma non da mai l’impressione di essere sicuro in fase difensiva e pericoloso in fase offensiva.
Bertolacci, 5: svogliato e in più non gli arriva un pallone; viene sostituito.
(Merkel, dal 13 del s.t., 6: prova a gestire la palla senza che i suoi compagni lo aiutino).
Immobile, 6: corre molto e a vuoto perché non gli arriva un pallone decente; arriva in ritardo sull’unica occasione da gol del Genoa sull’errore di Zapata.
All.: L. Del Neri, 6: senza molti uomini, ha il merito di sistemare, dopo essere arrivato, la fase difensiva del Genoa che fino ad ora era stata disastrosa; per l’attacco c’è da lavorare soprattutto per l’assenza di Boriello.
(Matteo Lambicchi)