L’Inter espugna due a zero lo stadio Olimpico di Torino, con una prova importante contro una squadra che, sull’onda dell’entusiasmo per il ritorno ad un grande palcoscenico calcistico, poteva creare diversi problemi. In realtà, la qualità e l’esperienza dei giocatori chiave dell’Inter, e la piacevole sorpresa di quelli meno soliti a finire tra i migliori (vd. pacchetto difensivo Ranocchia-Juan), hanno permesso ai nerazzurri di portare a casa una vittoria tutto sommato tranquilla, se si escludono i dieci minuti di fuoco a metà del secondo tempo. Ciò è dimostrato soprattutto dall’ampio possesso palla dell’Inter, detenuto appunto dalla formazione nerazzurra per il 63%, a fronte del 37% del Torino. In controtendenza, invece, il dato relativo al numero degli angolo, favorevoli per ben 6 a 1 ai padroni di casa, che però non sono stati abbastanza efficienti nel gioco aereo, nonostante potessero schierare giocatori che, in questo senso, sono di primo piano. Stesso numero totale di tiri, 9, mentre l’Inter ha tirato in porta 4 volte, con una capacità realizzativa del 50%, contro lo 0% granata, visti i 3 tiri nello specchio e gli zero gol fatti. Qualità dell’Inter maggiore e sicuramente decisiva, evidenziata del resto nel numero di palle giocate, ben 715, realizzate per il 73,2%, e decisive nel momento in cui si rende necessario addormentare la partita; più aggressivo e veloce nelle ripartenze il Torino, che quindi necessita di meno tocchi per imbastire le azioni: ecco spiegate i soli 488 passaggi, andati a buon fine il 62,2% delle volte. Alla fine è netta la supremazia territoriale degli ospiti: 13′:’1″ di gioco effettivo offensivo dell’Inter, solo 7′:28″ del Toro. Dalla parte opposta, l’area di Handanovic è stata protetta il 48,3% e attaccata 51,7% delle volte, quella di Gillet il 41,2% e il 58,8%. Singolarmente, il migliore in campo, per ciò che ha fatto vedere nell’ambito di tutti i 90 minuti, è Juan Jesus, alla prima da titolare al centro della difesa nerazzurra. Infatti è colui che recupera più palloni, con ben 28 palle recuperate e 66 passaggi riusciti (ricordiamo che è un difensore centrale, ndr!), oltre a immobilizzare un attaccante impegnativo come Rolando Bianchi, sovrastato dal giovane brasiliano in ciò che gli riesce meglio, vale a dire il gioco aereo. Allo stesso livello il collega Ranocchia, che sradica 26 palle dalla squadra torinese e gioca anche lui diversi palloni, ben 57. Per il Torino, tra i migliori Ogbonna, che ruba palla 18 volte, e Bianchi, che a fronte di una strettissima marcatura tira tre volte, senza però centrare lo specchio.
Il vantaggio nerazzurro arriva al minuto 13 con Milito. Johnatan si accentra da destra e, giunto sulla trequarti, non riesce a servire il compagno, perdendo il contrasto con due difensori granata. La palla schizza a Gazzi, che al limite cerca di dare ordine servendo la palla orizzontalmente al limite dell’area. Peccato che lì ci sia in agguato il falco argentino, che in una frazione decide che la cosa migliore da fare sia colpirla di prima al volo a 97 km/h mettendola all’angolino. Detto, fatto…è Diego Milito, d’altronde. Il raddoppio, all’82’, è di Cassano, che raccoglie in area un velo di Milito su cross da sinistra di Alvarez e, dopo una mezza giravolta che disorienta Gillet, lo spiazza incrociando di destro: due a zero, partita in cassaforte, e bonus contrattuale che si avvicina ancora per il pibe de Bari.
Così parla ai microfoni Sky un Giampiero Ventura abbastanza rassegnato per la partita, anche se fiducioso e ottimista per il futuro: “Quando una partita finisce il risultato rimane così, che sia giusto o meno. La serata del Torino è stata positiva, abbiamo fatto un’esperienza. Abbiamo fatto per buona parte la partita, abbiamo perso tanti palloni nell’ultimo passaggio, buttando via tante occasioni. Se avessimo pareggiato, non ci sarebbe stato nulla da dire: è significativo che una neo-promossa abbia fatto cambiare per la prima volta il modulo all’Inter. Una volta che avremo eliminato un po’ di ansia, c’è la possibilità che il Torino si ritagli un piccolo spazio in questo campionato: siamo sulla strada giusta, con molta umiltà sono convinto che ce la possiamo giocare con chiunque”. Andrea Stramaccioni è invece ovviamente contento per la partita disputata dalla sua squadra e, ai microfoni di Sky, afferma: “Abbiamo preparato una partita ben precisa contro una squadra che ha delle caratteristiche chiare e nitide, tenendo più possibile la palla tra i piedi e riducendo la qualità del Torino. C’è stato un momento nel secondo tempo in cui abbiamo cominciato a perdere per stanchezza dei palloni e l’inerzia era un pò cambiata. Se è un segnale alle tre di testa? Stiamo lavorando, siamo uniti e lavoriamo nella stessa direzione. Per noi era importante tornare a vincere dopo il passo falso con la Roma e rimanere a -3 dalla vetta, in un campo difficile e contro una delle squadre più in forma”. Un pensiero poi alla sua grande scommessa vinta, la coppia titolare Ranocchia-Juan Jesus: “Avevo sentito il dito puntato in maniera cattiva contro la nostra difesa. Io guardo molto il campo, qualcuno poteva avere dei dubbi su queste scelte, sono contento che Juan abbia confermato quanto si è visto in settimana”. L’allenatore romano glissa poi sul caso Sneijder: “Ma Wes è un giocatore importantissimo, le vorrebbe finire tutte le partite. Io ho fatto le mie valutazioni, aveva giocato tanto in Nazionale e in quel momento ho voluto dare un segnale: entrava un attaccante puro (Cassano, ndr) nel loro miglior momento”. In questo primissimo scorcio di stagione l’Inter è andata decisamente meglio fuoricasa: “Ma la sconfitta vera è stata con la Roma. Mi dà fastidio non aver vinto davanti ai nostri tifosi, che oggi erano qui a sostenerci. Ma aspettiamo giovedì”. (Giovanni Gazzoli – @giogazzoli)