La Juventus ha chiuso la stagione 2014-2015 senza dubbio in maniera positiva. Dopo il successo in campionato, i bianconeri hanno alzato al cielo la Coppa Italia e si sono laureati vice-campioni d’Europa perdendo la finale di Champions contro il Barcellona. Rimane l’amarezza per il risultato ma gli introiti ottenuti dall’Uefa da parte della Signora fanno senza dubbio sorridere. Il club di corso Galileo Ferraris ha infatti ottenuto ben 86,9 milioni di euro dalla Champions, circa 30 in più rispetto ai campioni blaugrana che si sono fermati a quota 57,4. Merito del market pool visto che la Juventus ha dovuto spartire i premi dei diritti tv solamente con la Roma e tra l’altro per sole sei partite. Discorso differente invece per i catalani, che hanno dovuto dividere i bonus con Athletic Bilbao, Real Madrid e Atletico Madrid all’inizio della competizione, per poi godere dei premi monetari solo in occasione della finalissima, visto che le Merengues si sono fermate alle semifinali. Ecco spiegato il perché di questo enorme divario fra Madama e il club barcellonese.
Torna a parlare della finale di Champions League persa contro il Barcellona lo scorso sei giugno. A margine della cerimonia di consegna della «Triglia Livornese», vinta appunto dall’allenatore della Juventus, il Conte Max ha mostrato un pizzico di amarezza: «Tornassi indietro, probabilmente preparerei diversamente la finale di Champions – le parole riportate da Tuttosport – tutti davano il Barcellona strafavorito e qualcuno di noi si è lasciato condizionare. Quando giochi una finale di Coppa del Mondo, hai appena 4 giorni di tempo per prepararla e sei già concentrato sull’obiettivo. La finale di Champions, invece, arriva dopo un mese dalla semifinale e devi praticamente ripartire da zero». Secondo Allegri, comunque, la finale di Champions non è stata una casualità: «Non credo che sia impossibile tornare di nuovo in finale – ha aggiunto – ma per riuscirci va gestita bene tutta la stagione». Infine un commento sulla gestione dei giocatori: «La gestione dello spogliatoio? Non c’è nessun segreto, sono dell’idea che un allenatore non debba agire per protocolli tattici, ma adeguarsi pian piano alle esigenze della squadra a disposizione».