LEGGE FORNERO, LE MODIFICHE DA FARE NELLA LEGGE DI BILANCIO
Davide Baruffi ha chiarito i contenuti del parere alla nota di aggiornamento del Def approvato dalla commissione Lavoro della Camera. Al di là della richiesta di far slittare la decisione sul possibile aumento dell’età pensionabile dal 2019, il deputato del Pd, ha spiegato a BlastingNews che l’Ape social ha mostrato di avere criteri di accesso piuttosto restrittivi. Ha quindi fatto riferimento alle difficoltà delle donne a cumulare abbastanza anni di contributi, a quelle categoria di lavori che meriterebbero una tutela come quella prevista per i gravosi, all’impossibilità di usare il cumulo contributivo per accedere a Opzione donna o all’ottava salvaguardia degli esodati, senza dimenticare coloro che sono rimasti esclusi da quest’ultima. Tutte questioni che dovrebbero essere affrontate dal Governo. Baruffi ha anche specificato che “noi crediamo che le risorse impegnate e non spese non possano essere scippate alla previdenza, ma debbano rimanere nel sistema per risolvere queste situazioni”.
RIFORMA FORNERO DA CAMBIARE PER I GIOVANI
I sindacati si sono attivati sul territorio per far conoscere le proposte unitarie presentate al Governo in tema di pensioni. A Bari si è tenuto un attivo unitario regionale nel quale Andrea Falla (Uil Foggia) ha ricordato l’importanza di queste proposte anche per smuovere il mercato del lavoro nel sud Italia, caratterizzato da un’alta disoccupazione, specie giovanile. Il sindacalista ha evidenziato come un obiettivo della piattaforma unitaria sia quello di favorire il turnover generazionale, anche mediante il blocco dell’età pensionabile finalizzato all’avvio di “un tavolo di studio per individuare un nuovo criterio che rispetti le diversità e le peculiarità di tutti i lavori”. Secondo quanto riporta statoquotidiano.it, Falla ha anche ricordato le altre richieste principale dei sindacati, come il riconoscimento ai fini contributivi dei lavori di cura svolti dalle donne e la riduzione, nell’ambito dell’Ape social, del requisito contributivo da 36 a 30 anni per i lavori gravosi.
FUMAROLA (CISL): “SBAGLIATA LA CONTRAPPOSIZIONE GENERAZIONALE”
Nel corso di un incontro sindacale tenutosi a Bari tra rappresentanti della CGIL, CISL e UIL si è parlato in maniera diffusa di riforma delle pensioni ed in particolare con la segretaria regionale della CISL, Daniela Fumarola che ha voluto rimarcare come sia sbagliato arrivare ad uno scontro generazionale. Nello specifico la Fumarola ha rimarcato: “Sin dal primo momento della Fase 1 del confronto sulle pensioni con il Governo abbiamo cercato di declinare il tema della previdenza con quello del lavoro ai giovani perché è sbagliata la contrapposizione generazionale che talvolta viene descritta. Alle giovani generazioni pensiamo cercando di immaginare la decontribuzione per le assunzioni, a maggior ragione al Sud dove siamo in sofferenza, ma anche alla previdenza complementare e allo sviluppo che può creare nuovo lavoro. Riteniamo anche che, tra le rivendicazioni in materia previdenziale, sia arrivato il tempo di sanare la perequazione pensionistica attesa da anni dai pensionati che in questo lungo periodo di crisi sono stati l’unico e vero ammortizzatore sociale delle famiglie”.
IL RINVIO CHIESTO DA DAMIANO E BATTAFARANO
Nel nuovo numero di Lavoro&Welfare, Cesare Damiano e Giovanni Battafarano ricordano i risultati ottenuti lo scorso anno in tema di pensioni, grazie agli interventi introdotti nella Legge di bilancio. I due lanciano però un avvertimento: “Quelle misure rischiano, oggi, di essere in parte vanificate se non si pone mano a un altro problema, al rischio che l’età pensionabile venga ulteriormente alzata nei tempi previsti dalla legislazione vigente, in seguito al periodico adeguamento all’aumento dell’aspettativa di vita, che scatterà il 1 gennaio 2019”. Dal loro punto di vista, “si va determinando una situazione insostenibile per la generazione già adulta all’atto dell’approvazione della manovra Monti Fornero; per le donne, la cui difficoltà di accedere alla pensione di anzianità contributiva è comprovata; per i giovani che dovranno andare in pensione a quasi 70 anni”. Senza dimenticare che appare contraddittorio alzare l’età pensionabile dopo aver varato l’Anticipo pensionistico.
I due propongono quindi “un intervento immediato di sospensione o di rinvio dell’ulteriore aumento dell’età pensionabile, in attesa della riflessione su un modello previdenziale altrettanto sostenibile ma più flessibile, in coerenza con un mercato del lavoro sempre più discontinuo”. Nello specifico, il Presidente e il Segretario generale dell’Associazione Lavoro&Welfare chiedono di rinviare la decisione di sei mesi, “in modo da avere il tempo per valutare i dati Istat e la diversa incidenza delle varie attività lavorative sulle aspettative di vita”. Si tratterebbe di un intervento che non avrebbe bisogno di coperture finanziarie, visto che l’aumento dell’età pensionabile dovrebbe scattare dal 2019.
PEDRETTI SPIEGA LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE
Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di scendere in piazza sabato 14 ottobre, con manifestazioni davanti alle sedi delle prefetture di tutte le province italiane. Ivan Pedretti, dalla sua pagina Facebook, ha spiegato le ragioni di questa mobilitazione, che ha a che fare anche con le pensioni: “Vogliamo che il governo intervenga sull’occupazione e sugli ammortizzatori sociali, che congeli l’aumento dell’età pensionabile, che costruisca pensioni dignitose per i giovani con carriere discontinue e che riduca i requisiti contributivi per l’accesso alla pensione delle donne con figli o impegnate nel lavoro di cura”. “Noi ci saremo. Come sempre. E in tanti parteciperemo alle manifestazioni che saranno organizzate in tutti i territori”, ha aggiunto il Segretario generale dello Spi-Cgil. Non resta che vedere se nei prossimi giorni il Governo invierà un qualche tipo di messaggio ai sindacati rispetto a questi temi.
SCOTTO: NO A DEF CHE NON SI OCCUPA DI PENSIONI
Mdp ha deciso di votare no alla nota di aggiornamento del Def e questa scelta dipende anche dal fatto che il Governo non sembra intenzionato a varare interventi previdenziali nella Legge di bilancio. Intervistato da fanpage.it Arturo Scotto, ha infatti detto: “Non possiamo votare un Def che non dice nulla sul lavoro, sulla sanità e non si occupa delle pensioni”. Più in particolare il coordinatore nazionale di Mdp ha sottolineato che nel documento del Governo “non viene presa in considerazione l’idea di bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile, a fronte di un’aspettativa di vita che diminuisce”. Scotto ha quindi chiarito che “non possiamo votare una nota di aggiornamento che non prevede le cose che realmente interessano alla gente. Il nostro vincolo non è con questo Governo, ma è con un popolo che soffre”.