LAVORATORI PRECOCI IN UDIENZA DAL PAPA
I lavoratori precoci continuano la loro battaglia per la Quota 41 e il gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti ha avuto da poco una notizia davvero importante. Una lettera giunta dal Prefetto della Casa Pontificia, Georg Ganswein, conferma infatti che una delegazione di 130 lavoratori precoci potrà partecipare all’Udienza generale che papa Francesco terrà il prossimo 8 novembre. Il Santo Padre, inoltre, si legge nella missiva, menzionerà nell’ambito dell’udienza il gruppo. C’è da dire che Bergoglio ha già in passato usato parole piuttosto chiare sul fatto che dal suo punto di vista è miope la scelta di tenere le persone più anziane sul posto di lavoro togliendo così di fatto opportunità occupazionali per i giovani. Chissà che tra poco più di un mese, proprio in occasione dell’udienza generale, non usi altre parole riguardanti in qualche modo il sistema previdenziale.
LA POSIZIONE UNITARIA DEI SINDACATI
I sindacati si preparano a scendere in piazza sabato 14 ottobre per sostenere la proposta unitaria in tema di pensioni. A Modena la mobilitazione sarà davanti alla Prefettura dalle ore 11:00 alle 12:00. “Chiediamo il congelamento dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita; un meccanismo che consenta di costruire pensioni dignitose per i giovani che svolgono lavori discontinui; una riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione delle donne con figli o impegnate in lavori di cura; l’adeguamento delle pensioni in essere; la piena copertura finanziaria per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego; risorse aggiuntive per la sanità e il finanziamento adeguato per la non autosufficienza”, è la dichiarazioni congiunta riportata dal sito di Rassegna Sindacale firmata da Manuela Gozzi, della segretaria provinciale Cgil, William Ballotta, Segretario generale Cisl Emilia Centrale, e Luigi Tollari, Segretario generale Uil di Modena e Reggio Emilia.
LE SPERANZE DI DAMIANO
Le indiscrezioni circa la volontà del Governo di rinviare al 2018 la decisione sull’aumento dei requisiti in base all’aspettativa di vita vengono accolte positivamente da Cesare Damiano, che spera possano trovare riscontro nella realtà. “Noi lavoriamo all’idea di non far emanare dal Governo il Decreto direttoriale dei ministeri del Lavoro e dell’economia relativo all’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019”, ha dichiarato l’ex ministro del Lavoro, che ha anche evidenziato che nel parere dato alla nota di aggiornamento del Def dalla commissione Lavoro della Camera è stato chiesto di rinviare la decisione a giugno. Non resta che aspettare un segnale più chiaro da parte dell’esecutivo circa le sue reali intenzioni dopo due giorni di indiscrezioni su un tema così importante come quello dell’età pensionabile.
LE DONNE SONO IN CREDITO
In vista della manifestazione unitaria dei sindacati a sostegno delle proposte sulle pensioni, Orietta Armiliato ricorda l’importanza della mobilitazione, specificando che le donne non dovrebbero presentarsi “divise” all’appuntamento. “Se si riesce ad avviare il percorso che avalla i sacrosanti concetti per i quali #ledonnesonoincredito, non siete convinte che sarà un primo passo fondamentale per il riconoscimento del valore del nostro ruolo a tutto tondo nella società?”, scrive Armiliato in un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social. “Quanto proposto a favore delle Donne e che andremo nell’occasione a sostenere, coinvolge tutte le Donne e le donne DEVONO esserci indipendentemente dagli specifici provvedimenti che potranno scaturire in fase di negoziazione con il Governo”, aggiunge per sottolineare che non bisogna essere miopi “e guardare solo il confine del nostro orticello che contempla solo il bisogno immediato (che è importante, certo!) ma non è per tutte e soprattutto non sarà permanente”.
LA NUOVA RICHIESTA SULL’ETÀ PENSIONABILE
Nuove spinte arrivano per convincere il Governo a fermare il possibile aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita che dovrebbe scattare dal 2019. Erica D’Adda, sulla sua pagina Facebook, ha scritto un post per commentare i dati sull’età media degli insegnati in Italia, che risulta essere di fatto la più alta in Europa. “Gli insegnanti italiani sono vecchi, potrebbero essere i nonni dei loro alunni. Decidetevi: o blocchiamo l’aspettativa di vita e rimoduliamo il sistema pensionistico, o avremo anche i bisnonni. La moglie ubriaca e la botte piena non si possono avere”, ha scritto la Senatrice del Pd. Un messaggio chiaro, che appare in linea con quanto il suo collega di partito Cesare Damiano sta chiedendo da tempo. La commissione Lavoro della Camera, presieduta dall’ex ministro, ha chiesto al Governo di rimandare la decisione sull’aumento dei requisiti pensionistici di sei mesi. Vedremo se la richiesta verrà accolta.
LEGGE FORNERO, LE MODIFICHE DA PORTARE AVANTI
La settimana che comincia oggi sarà accompagnata dai preparativi dei sindacati per la mobilitazione che si terrà sabato 14 ottobre in tutte le province italiane a sostegno della proposta unitaria sulle pensioni, in modo da mettere pressione al Governo in vista della Legge di bilancio. Intervistato da contattonews.it, Roberto Ghiselli ha evidenziato la necessità di continuare a modificare la Legge Fornero, che “è stata un’enorme operazione di cassa che ha prelevato nel periodo i 2012-2020 circa 80 miliardi di euro. Una manovra che ha introdotto elementi di eccessività rigidità, che ha spostato per tutti il traguardo i pensionistico, ben oltre i livelli degli altri Paesi europei, con ricadute importanti, anche di natura sociale”.
Il Segretario confederale della Cgil ha ribadito che le richieste sindacali vanno anche a vantaggio dei giovani e ha ricordato i punti principali della proposta unitaria: il blocco dell’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2019 con l’avvio di un confronto per una modifica dell’attuale normativa sull’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita; la valorizzazione dei lavori di cura delle donne; un sostegno alle future pensioni dei giovani; il rilancio della previdenza complementare; la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale; il ritorno al precedente sistema di indicizzazione delle pensioni in essere. Ghiselli ha anche spiegato che occorre ampliare la platea dei beneficiari dell’Ape social e verificare se vi siano eventuali risparmi nei fondi stanziati per Opzione donna ed esodati, così da gestire “le problematiche ancora aperte”.
PENSIONE A 67 ANNI “COME LO IUS SOLI”?
Secondo un’anticipazione del Corriere della Sera in edicola oggi, la parte centrale della riforma pensioni che punta all’uscita a 67 anni potrebbe fare la stessa “fine” dello Ius Soli, ovvero prorogate e rinviate a dopo le Elezioni Politiche con un nuovo governo (e dunque tutti i rischi del caso per una possibile nuova maggioranza che potrebbe anche ribaltare tutto e cancellare quanto fatto dal Pd in questi anni). «Nel governo cresce sempre di più la tentazione di rinviare a dopo le elezioni di primavera la decisione sull’aumento dell’età pensionabile, che nel 2019 dovrebbe salire di altri cinque mesi per arrivare a 67 anni tondi»: secondo il quotidiano milanese che cita fonti interne all’Inps, lo slittamento possibile avverrebbe per sviare una decisione “scomoda” e non accettata da tutti appena al di sotto della campagna elettorale ed elezioni per il prossimo Governo e Parlamento. Il ministro Padoan è ovviamente del tutto contrario, come del resto anche i tecnici che lavorano alla riforma da ormai tre anni: «il ministro dell’Economia vuole che la scadenza del 30 novembre sia rispettata, come tutti i tecnici che lavorano sul tema. E non vuole «sconti» che potrebbero pesare sulle casse pubbliche e anche sull’eterna trattativa con Bruxelles, che tiene d’occhio il nostro deficit e il nostro debito pubblico», conclude l’analisi il Corriere della Sera. (agg. di Niccolò Magnani)
LE RICHIESTE DELL’ANP-CIA PER LA LEGGE DI BILANCIO
Ancora il Governo non ha presentato la Legge di bilancio, ma sta comunque mettendo a punto l’impianto della manovra anche avendo presentato la nota di aggiornamento del Def. Alessandro Del Carlo, Presidente dell’Associazione nazionale pensionati aderente alla Confederazione italiana agricoltori della Toscana, segnala però che “i pensionati attendono una dichiarazione precisa che dia loro la garanzia che nella nuova legge del bilancio dello stato per il 2018 non solo siano confermati i provvedimenti migliorativi in corso, ma ci sia anche un segnale chiaro di ulteriore accoglimento delle proposte contenute nella petizione dell’Anp”. Nel dettaglio, le richieste sono di far sì che la quattordicesima per le pensioni sotto i mille euro diventi “parte integrante della prestazione pensionistica in essere”, che le minime vengano portate a 650 euro e che ci sia un ulteriore aumento della no tax area rispetto a quello varato lo scorso anno.
Come i sindacati, anche l’Anp-Cia della Toscana ritiene poi necessario il varo di un nuovo meccanismo di indicizzazione delle pensioni. Senza dimenticare la richiesta di ampliare la platea dell’Ape social anche agli agricoltori e ai lavoratori agricoli. Infine, Del Carlo ricorda anche l’importanza di aumentare i servizi socio-sanitari, “che sono un aspetto ugualmente importante per la tutela delle condizioni di vita dei pensionati e degli anziani, con particolare riferimento a quelli che vivono nelle aree rurali e montane”. Anp-Cia Toscana continuerà nelle prossime settimane a portare avanti queste richieste, incontrando anche parlamentari e non escludendo forme di mobilitazione.