Assomiglia ad un vero e proprio rebus quello del governo sul rinnovo dei contratti statali: servono 5 miliardi per garantire lo sblocco degli aumenti imposti dalla Consulta, ma dove trovarli? L’inghippo è prima di tutto politico: l’esecutivo deve fare in modo che l’aumento in busta paga promesso da 85 euro non vanifichi il bonus di marca renziana da 80 euro. A ridosso delle elezioni politiche, infatti, il rischio è che i dipendenti facciano pagare al centrosinistra – chiamato a gestire la patata bollente – un conto ben più salato dei 5 euro di differenza trovati a fine mese. La sensazione è che a Palazzo Chigi si sia voluta rimandare la questione fino all’ultimo momento utile. Come riportato da Il Sole 24 Ore, la manovra 2016 ha messo sul tavolo 300 milioni, praticamente simbolici; quella 2017 ha aggiunto 900 milioni, ma per raggiungere gli agognati 5 miliardi c’è bisogno di ben altro. Gentiloni e la sua squadra sapranno trovare la soluzione del rebus? (agg. di Dario D’Angelo)
IL PENSIERO DELLA UIL SCUOLA
Dopo il ministro del Miur, arriva anche il commento di Uil Scuola alle polemiche sorte negli ultimi mesi sul mondo scuola da parte di molti sindacati come Anief e Cisal e associazioni di dirigenti scolastici, insegnanti e famiglie riguardo i tempi e le poche risorse per il rinnovo del contratto pubblico statale. «La prossima legge di Bilancio dovrà definire le risorse per dare soluzione alla sperequazione retributiva esistente tra il trattamento economico dei dirigenti scolastici e quello degli altri dirigenti della pubblica amministrazione. L’equiparazione retributiva è uno dei principali obiettivi della mobilitazione in atto. I dirigenti, come tutto il personale ora attendono l’emanazione dell’atto di indirizzo, che la Uil Scuola Rua chiede urgentemente, come presupposto per l’apertura del confronto contrattuale», si legge in un comunicato pubblicato su Tecnica della Scuola questa mattina. In particolare, per i dirigenti del sindacato nazionale occorre un rinnovo di contratti “reale e vero” che parta dall’accordo del 30 novembre 2016 e che provi a «ridefinire, innanzitutto il modello di scuola per il paese che si vuole realizzare e conseguentemente, riconoscere diritti, prerogative, nonché doveri al personale, codificati in un contratto collettivo nazionale che riconosca libertà e ruolo alla dirigenza scolastica e la liberi dalla morsa burocratica».
MANOVRA, IL PIANO PER LA SCUOLA
In attesa di conoscere le evoluzioni sul rinnovo contratti statali – che per forza di cose nelle prossime settimane si dovranno sveltire per arrivare “pronti” alla vigilia delle discussioni in Parlamento sulla Manovra Economica 2018 – Italia Oggi ha anticipato ieri i punti più interessanti e quelli definiti per il pacchetto-scuola della prossima Legge di Bilancio. I tecnici del Miur, il ministro Fedeli e i tecnici del Mef hanno messo a punto una cifra che si aggira attorno al miliardo di euro per rilanciare il mondo scuola dopo i risultati in chiaroscuro della Riforma Buona Scuola del governo Renzi-Gentiloni. Il piano prevede sostanzialmente 4 punti cardine: il rinnovo del contratto pubblico, gli scatti di anzianità ai professori universitari, l’aumento stipendio dei Dirigenti Scolastici e le assunzioni di 1500 ricercatori ancora senza contratto fisso. Sul fronte delle risorse specifiche, un miliardo e 95milioni di euro è la cifra avanzata dal quotidiano economico: il rinnovo del contratto vede, dopo 9 anni dall’ultimo rinnovo, l’aumento di 85 euro medi in più al mese, oltre agli 80 di bonus. Per quanto riguarda i punti successivi a quelli “cardine” secondo Italia Oggi ci sarebbero, voluti dalla Fedeli, l’equiparazione della retribuzione dei dirigenti scolastici, con base fissa dei dirigenti statali. E da ultimo, lo sblocco delle supplenze brevi per i bidelli e le nuove assunzioni per il ministero stesso, con anche la possibile autorizzazione ad assumere 6mila unità di personale oltre i turnover.
SCUOLA SI MOBILITA SUL RINNOVO DEI CONTRATTI STATALI
Sui contratti statali e sull’aumento medio degli stipendi, è guerra ancora nel mondo scuola che richiede un “vero” rinnovo del contratto pubblico: oltre ad Anief, si lamenta e non poco anche Assemblea Nazionale Autoconvocata, in particolare modo nel mondo scolastico della Capitale. Le richieste sono le stesse apportate e mostrate al Miur in questi mesi, senza però trovare una risposta soddisfacente per tali sigle: «I lavoratori chiedono aumenti uguali per tutti i lavoratori senza differenziazioni di alcun tipo, la conferma degli scatti legati alla sola anzianità – e non ad altri meccanismi come la valutazione del “merito” – ed il rilancio della qualità delle condizioni di lavoro senza aggravi di aumenti dell’orario di lavoro, nonché l’eliminazione delle numerose incombenze burocratiche prodotte da anni di “riforme”». Da ultimo viene richiesta la parificazione delle condizioni di contratto per i tanti precari ancora presente nel mondo scuola, su tutti l’organico Ata e i contratti a tempo determinato.