Scontro aperto tra i sindacati e il governo, in particolare il ministro del welfare Elsa Fornero. Cgil, Cisl e Uil sono tornati oggi in piazza, dopo lo sciopero nazionale di tre ore della scorsa settimana, per portare avanti la loro opposizione alla manovra finanziaria dell’esecutivo Monti. in particolare le norme che riguardano pensioni e lavoro. Oggi si sono astenuti dal lavoro per otto ore i dipendenti del servizio pubblico. La manifestazione centrale è stata tenuta alla presenza dei tre segretari nazionali dei sindacati con un sit-in in Piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati. E le parole usate dai rappresentanti sindacali sono state giudicate particolarmente pesanti dal ministro Fornero che le ha definite preoccupanti nei suoi confronti. Cgil, Cisl e Uil hanno oggi ribadito compatti il loro no alla modifica per legge dei contratti di lavoro, in particolare il famigerato articolo 18 già al centro di accese discussioni ai tempi del governo Berlusconi, articolo che vieta i licenziamenti in mancanza di giusta causa nelle aziende con più di 15 dipendenti. Il ministro ha spiegato di non essere preoccupata per gli attacchi personali, ma per le conseguenze che possono avere verso l’Italia, un linguaggio, ha aggiunto, che pensava appartenesse a un passato del quale non si può certo andare orgogliosi: “Una personalizzazione dell’attacco che non fa merito a chi lo ha condotto”. Sono state in particolare le parole del segretario Cisl Bonanni a prendere di mira il ministro: “Lei che fa la maestrina dovrebbe sapere che senza maggiore salario non si possono avere più contributi”. Aggiungendo che se si vuole fare qualcosa per i precari, si mettano a disposizione gli incentivi per far si che chi è flessibile non si trasformi in precario. Per Susanna Camusso, invece, il governo non deve pensare che il sì alla manovra da parte di Camera e Senato chiuda la partita: “Continueremo il presidio durante l’approvazione della manovra. Il 24 saremo in piazza, non per rovinare il Natale a qualcuno, ma perché per i lavoratori colpiti dalla manovra non sarà un Natale sereno”. Per quanto riguarda l’articolo 18, Camusso ha sostenuto ancora una volta la sua difesa: non si può licenziare un lavoratore perché sta antipatico, ha opinioni politiche o fa il sindacato, ha detto. Infine ha invitato il governo a scendere dalle cattedre e a discutere invece con lavoratori e parti sociali.
Alle parole scandite in piazza dai sindacati hanno fatto eco diversi esponenti politici, come Nichi Vendola, che ha dichiarato anche lui che l’articolo 18 non si può toccare. Per Felice Belisario dell’Italia dei valori l’articolo 18 è il bersaglio di chi vuole smontare lo Statuto dei lavoratori per fare un regalo a Confindustria.