PADOAN: NON È VERO CHE NON SIAMO INTERVENUTI SULLE PENSIONI
Pier Carlo Padoan respinge le critiche arrivate al Governo per la mancanza di interventi previdenziali nella Legge di bilancio. “Non è vero che non siamo intervenuti sulle pensioni. Già nella legge di bilancio precedente e in questa ci sono misure per le pensioni come l’Ape sociale e Ape donna che introducono ulteriori misure”, ha detto il ministro dell’Economia intervistato da Radio Anch’io. Padoan ha anche spiegato che il sistema pensionistico italiano è uno dei più equi in Europa e che l’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita è un meccanismo che ha a che fare con la demografia ed è “una legge concordata con l’Ue”. Il ministro ha quindi replicato alle critiche di Susanna Camusso, chiedendosi quale Legge di bilancio abbia visto la Segretaria generale della Cgil: “Ci sono risorse aggiuntive per gli investimenti, risorse all’occupazione dei giovani e si dà una scossa alla crescita”.
RIFORMA PENSIONI, FURLAN ANCORA FIDUCIOSA
Annamaria Furlan auspica ancora che si possano “portare a casa risultati che insieme al governo abbiamo individuato nell’accordo sulla previdenza”. La Segretaria generale della Cisl, dopo l’incontro avuto ieri con Giuliano Poletti e l’approvazione della Legge di bilancio da parte dell’esecutivo, ha fatto appello a quest’ultimo e a Paolo Gentiloni affinché si “tenga conto degli impegni presi”. Ha inoltre aggiunto che sarebbe un bel segnale se il Premier incontrasse i sindacati. Per la sindacalista, è in particolare importante rivedere “il meccanismo dell’aspettativa di vita”, in quanto quest’ultima “è diversa a seconda del lavoro che si fa: se si lavora oltre i quarant’anni in un altoforno, agli 85 anni non ci si arriva. Abbiamo chiesto di fermarsi e di discutere, verificando la vera aspettativa di vita per lavoro ed e’ quello che dobbiamo fare”.
LE PAROLE DI GENTILONI SULLA LEGGE DI BILANCIO
Dopo l’approvazione della Legge di bilancio da parte del Governo, non è ancora chiaro quali siano le misure previdenziali inserite nella manovra. Secondo quanto riportato da Mf-Dow Jones, Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri, ha spiegato infatti che “ci sono diverse misure, 3 o 4 principali, che riguardano forme di incentivazione degli anticipi pensionistici, l’Ape sociale, condizioni particolari delle lavoratrici in Ape sociale, condizioni particolari dei contratti a termine negli anticipi e altri ancora più specifici”. Sembra quindi che qualcosa si sia fatto per le donne, molto probabilmente mediante lo “sconto contributivo” per ogni figlio avuto, utile per accedere all’Anticipo pensionistico agevolato. Per quanto riguarda il blocco dell’aumento dell’età pensionabile, il Premier si è limitato a dire che sull’adeguamento dei requisiti all’aspettativa di vita c’è una legge e che il Governo intende rispettarla. Difficile quindi evitare l’incremento dal 2019.
LA PREOCCUPAZIONE DI SUSANNA CAMUSSO
È terminato il Consiglio dei ministri che ha esaminato e approvato la Legge di bilancio. Tra poco, quindi, riprenderà l’incontro tra Governo e sindacati che era stato sospeso proprio per l’avvio della riunione a palazzo Chigi. Non c’è comunque molto ottimismo tra le parti sociali. Susanna Camusso non ha nascosto la sua preoccupazione per via della “indeterminatezza nelle risposte del governo”. La Segretaria generale della Cgil ha anche ricordato che alcuni interventi chiesti dai sindacati non hanno un impatto finanziario immediato, ma chiedono delle scelte importanti da prendere adesso, come il blocco dell’aumento dell’età pensionabile che potrebbe scattare dal 2019 o il varo di una pensione di garanzia per i giovani. Vedremo se alla ripresa del confronto Giuliano Poletti fornirà delle risposte chiare e precise su questi punti, oltre che in relazione alle altre richieste di Cgil, Cisl e Uil.
CONFRONTO GOVERNO-SINDACATI RIPRENDE DOPO CDM
Il confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni riprenderà dopo il Consiglio dei ministri in cui si parlerà della Legge di bilancio. Lo ha spiegato Giuliano Poletti che stamane aveva incontrato i leader di Cgil, Cisl e Uil. Le indiscrezioni filtrate parlavano di una dichiarazione piuttosto netta del ministro del Lavoro, secondo cui la previdenza non è una priorità per la manovra. “Siamo di fronte alla necessità di fare una verifica sulle risorse che il Cdm avrà postato sui temi della nostra piattaforma e del nostro confronto”, ha detto intanto Carmelo Barbagallo. “Un giudizio complessivo lo avremo dopo la stesura della Legge di bilancio ma anche dopo le risposte che avremo sull’aspettativa di vita e sulle garanzie per i giovani”, ha aggiunto il Segretario generale della Uil, citando due delle richieste principali fatte dai sindacati in tema di pensioni.
DAMIANO SU APE SOCIAL E OPZIONE DONNA
Oggi i sindacati incontreranno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel giorno in cui dovrebbe essere varata la Legge di bilancio. Sarà interessante capire se le richieste di Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni verranno accolte o meno. Intanto il ministero ha fatto pervenire all’Inps i chiarimenti sulle domande presentate per accedere all’Ape social: una mossa che incontra il favore di Cesare Damiano, che parla di una retromarcia che potrà consentire di recuperare “i disoccupati che hanno svolto lavori temporanei, alcuni lavoratori impegnati in attività gravose in fase di accertamento Inail lavoratori che abbiamo fatto domanda per una salvaguardia-esodati”. L’ex ministro parla anche della possibilità di far valere i contributi versati all’estero, per raggiungere i requisiti richiesti e naturalmente promette di monitorare la situazione “per verificare la concretezza di questa svolta”.
Il Presidente della commissione Lavoro a questo punto ritiene importante che venga notificato a quanto ammontano i risparmi rispetto ai fondi stanziati per i vari provvedimenti di salvaguardia degli esodati. “I soldi risparmiati che vanno al Fondo occupazione dovranno essere utilizzati, a nostro avviso, per nuovi interventi migliorativi sulla previdenza”. Damiano ha spiegato che si potrebbe, per esempio, “migliorare l’accesso all’Ape sociale anche prevedendo l’inclusione delle lavoratrici disagiate con figli e ulteriori semplificazioni per usuranti e gravosi”. Inoltre, ha evidenziato che lo stesso ragionamento potrebbe essere fatto per i fondi stanziati per Opzione donna: i risparmi andrebbero utilizzati per una sua proroga.
LA RICHIESTA DEI SINDACATI IN PIAZZA
Torniamo un attimo sulla manifestazione avvenuta ieri a Torino con i sindacati che hanno protestato sul piano pensioni portando una richiesta specifica al Governo per i prossimi mesi: Cgil, Cisl e Uil in piazza hanno infatti ribadito come «ora bisognare davvero le pensioni, dare lavoro ai giovani, difendere l’occupazione, garantire a tutti una sanità efficiente, rinnovare i contratti a partire da quelli pubblici», spiegano nel presidio organizzato in piazza Castello, sotto la sede della Prefettura. «Quarantun anni di contributi bastano, pensioni dignitose oggi e domani»: tra striscioni e pettorine questo era lo slogan nell’ambito della mobilitazione generale, mentre la richiesta formale mossa dagli stessi sindacati è stata la seguente. «Rivendichiamo in particolar modo più risorse per l’occupazione giovanile e per gli ammortizzatori sociali; il congelamento dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita; un meccanismo che consenta di costruire pensioni dignitose per i giovani che svolgono lavori discontinui; una riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione delle donne con figli o impegnate in lavori di cura; la piena copertura finanziaria per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego; la difesa della sanità pubblica», hanno scritto i segretari provinciali di Cgil, Enrica Valfrè, Cisl, Domenico Lo Bianco, e Uil, Gianni Cortese. (agg. di Niccolò Magnani)
APE VOLONTARIO, RITARDO E RINVIO AL 2018?
Non sono buone notizie, come abbiamo visto in questi ultimi giorni, quelle che arrivano dal fronte dell’Ape volontario. parte fondante della riforma pensioni del Governo: secondo gli esperti dell’Inps, il provvedimento giunto con firma del decreto ad inizio settembre dello stesso premier Gentiloni, è ancora bloccato alla Corte dei Conti e se non venisse sbloccato nelle prossime settimane fino a fine ottobre, tra i vari tempi di risoluzione della Corte, pubblicazione in Gazzetta e varie circolari Inps si fa presto a ritardare ulteriormente e rinviare il tutto al prossimo anno. Un Ape volontario al 2018, qualche mese fa sarebbe sembrato un ritardo eccessivo, ma oggi è quasi certa realtà: tra l’altro, come giustamente osserva il Quotidiano.net, nelle prossime settimane la Manovra Economica potrebbe anche correggere in parte le decisioni (e le risorse soprattutto) già prese con il decreto sull’anticipo di uscita volontaria. (agg. di Niccolò Magnani)