Nel nuovo Milan di Barbara Berlusconi. Secondo le ultime indiscrezioni di calciomercato, riferite da SkySport, la nuova dirigenza rossonera ha già scelto il ruolo dell’ex numero 3: sarà direttore dell’area tecnica. Significa che le sue incombenze saranno prettamente di campo, una figura alla Marco Branca nel’Inter per intenderci, e comprenderanno anche le decisioni in ambito di calciomercato. Dopo le dimissioni annunciate di Adriano Galliani l’assunzione di Paolo Maldini dovrebbe essere il primo passo di Barbara Berlusconi. In attesa di conferme da parte dei diretti interessati ci si chiede come potrà reagire la tifoseria rossonera. Una frangia aveva contestato Maldini nel giorno della sua ultima partita con la maglia del Milan: l’ex campione sarà riaccolto a braccia aperte? Sembrano trovare conferma invece le voci che parlavano di frizioni tra Galliani e Maldini: non a caso all’uscita di scena (per ora solo annunciata) dell’uno può seguire l’ingresso in società dell’altro.
Leggendo per intero il comunicato rilasciato all’Ansa, con cui Adriano Galliani ha annunciato le proprie dimissioni dal Milan, che diventeranno effettive dopo la partita contro l’Ajax, ultima del girone di Champions League, si può capire tutta l’amarezza dell’amministratore delegato verso un nuovo corso che evidentemente non lo trova d’accordo: “Sono offeso, non è così che si opera il ricambio generazionale, lo si fa con eleganza. Mi dimetto per giusta causa nei prossimi giorni, non mi faccio rosolare”. Galliani ha tenuto a precisare che non c’è nessun problema con il presidente Silvio Berlusconi, di cui è stato fidatissimo braccio destro fin dall’avvento del Cavaliere alla presidenza della società rossonera: “Il mio affetto per il presidente Berlusconi è immutato e immutabile. Bruno (Ermolli, grand commis di Berlusconi, ndR) è la persona deputata a questa vicenda. Non ho voluto disturbare il presidente”. Con Barbara invece i rapporti sono pessimi: non la nomina mai, ma gran parte dell’annuncio è rivolta proprio a rispondere alle accuse rivolte a Galliani dalla figlia del presidente nell’ormai celebre comunicato del 3 novembre scorso: “Si è detto che il Milan spende male e non ha una rete di osservatori come Roma e Fiorentina, ma la Roma negli ultimi cinque anni è andata in Champions League una volta e la Fiorentina mai. Il Milan ha da due anni il bilancio in pareggio, altre società hanno montagne di debiti. L’anno scorso tutte le nostre squadre giovanili sono andate alle Final Four. Mi chiamano grandi presidenti anche dall’estero, e non capiscono cosa stia succedendo. Io sono andato a Madrid quest’estate per prendere Kakà senza un appuntamento e mi hanno aperto gli uffici del Real. Quando sono andato, nell’agosto 2010, a prendere Ibrahimovic a Barcellona, il presidente Rosell è tornato apposta dalle ferie che aveva programmato con la sua famiglia”. Insomma, Galliani rivendica i risultati ottenuti anche nelle ultime stagioni (quelle nel mirino di Lady B), e sottolinea che senza di lui il Milan perderà un capitale preziosissimo anche in termini di contatti e relazioni internazionali, fondamentali per il calciomercato. Non manca un’ultima dimostrazione d’affetto verso la squadra: “Dimettermi prima della partita con l’Ajax sembrerebbe un atto ostile verso la squadra per cui tiferò tutta la vita”, spiega per giustificare la tempistica delle dimissioni, ma appare chiaro che la vicenda è destinata a non finire qui. Ci saranno strascichi, la situazione societaria del Milan resta esplosiva. (Mauro Mantegazza)
Adesso è davvero finita.Lo ha annunciato lui stesso, come ha riportato una notizia di Sky Sport: “Mi dimetto dopo la partita contro l’Ajax“. Quasi a voler accompagnare per un’ultima volta il suo Milan agli ottavi di Champions League. E quasi come un segno del destino: Marco Van Basten e Frank Rijkaard, due dei primi colpi di tutta una carriera e ancora oggi nella Top 10 dei suoi affari, arrivarono da lì. Adriano Galliani si dimette: lo avevamo scritto stamattina, ora diventa una realtà. Gli 8 giorni di ultimatum non ci saranno: l’amminstratore delegato e vice presidente vicario rossonero ha detto stop. Non sarà una separazione a baci e abbracci, anzi. Non una novità, nemmeno questa: già successo con due colonne come Andrea Pirlo e Massimo Ambrosini. Stavolta però, ci perdoneranno i due giocatori, è diverso. Perchè Adriano Galliani è un pezzo grosso di Milan che se ne va. Un pezzo enorme. “Lascio per una giusta causa, ma è stato fatto ungrave danno alla mia immagine. Mi dimetto con o senza accordo”. E’ amareggiato Galliani, frustrato. Non gli è andato giù quel comunicato del 3 novembre, dopo la sconfitta interna contro la Fiorentina: Barbara Berlusconi ne aveva messo in dubbio capacità e operato. La convivenza è diventata impossibile: Galliani ha sentito il nuovo corso che avanzava e ha chiesto a Silvio Berlusconi di liberarlo prima che si arrivasse allo scontro frontale. Inutile: il presidente onorario ha tentato di rassicurarlo, gli ha promesso un posto da senatore nel suo nuovo partito, gli ha chiesto di resistere. Ma Galliani non ce l’ha fatta: lui che ha portato il Milan sul tetto d’Italia, d’Europa e del mondo, lui che ha fatto vestire la maglia rossonera a campioni come Papin, George Weah, Dejan Savicevic, Shevchenko, Kakà, Ronaldinho, Ibrahimovic – e si potrebbe continuare – lui che si è detto sempre tanto orgoglioso di quel titolo, seppur platonico, di club più titolato al mondo; orgoglioso perchè lui in prima persona aveva contribuito a crearne il mito. Lui simbolo del Milan moderno, che solo pochi giorni fa aveva bacchettato i tifosi, aveva chiesto loro di rispettare la storia rossonera. Lui, da questa storia esce nel peggiore dei modi. Quasi come fosse lui il colpevole di una crisi di gioco e risultati, e invece sarà probabilmente un capro espiatorio. L’ultima vittoria, però, è sua: sentitosi sfiduciato, ha scelto il momento e il luogo più appropriati per quanto fosse possibile. E così, dopo l’Inter, cambia pagina anche il Milan: anche qui, come se ci fosse una sorta di congiunzione astrale che unisce i destini delle due arci-rivali di sempre. Galliani ha detto stop: nel suo futuro forse la presidenza della Lega, forse un’altra società. Lui per il momento non affronta l’argomento: “Prima devo sbollire”. Ed è giusto così: dopo quasi 28 anni non si può pensare di essere pronti, da un giorno con l’altro, a imbarcarsi su un altro vascello, e di lì navigare. Una cosa è certa: il Milan di Adriano Galliani cesserà di esistere il prossimo 11 dicembre. Ci mancherà la sua cravatta gialla, quel modo tutto suo di eludere le domande o di far capire quello che voleva si capisse, nascondendo quel che davvero accadeva dietro le quinte. Può piacere o non piacere, Adriano: ma, ammettiamolo, mancherà un po’ a tutti. (Claudio Franceschini)
Quale sarà il post-Abbiati in casa Milan? Cerca di fare chiarezza a riguardo l’ex portiere rossonero, Mario Ielpo, intervistato in esclusiva da IlSussidiario.net.
Non sarà così grigio e funesto il futuro post-Milan di Massimiliano Allegri. L’allenatore rossonero, il cui contratto scadrà al 30 giugno dell’anno prossimo, dirà addio al Milan a fine stagione, dopo aver chiuso un ciclo di quattro anni e dopo aver vinto uno scudetto, sfioratone un altro, e raggiunto un terzo posto quasi insperato. Il Conte Max è riuscito a resistere sotto i colpi di artiglieria che gli arrivavano da ogni dove, grazie anche al supporto di Adriano Galliani, lo storico ad rossonero che si è sempre messo di traverso fra il fuoco nemico e il suo allenatore. Il manager monzese è però vicino all’addio, e anche Allegri lo seguirà a fine campionato. Dicevamo però, di un futuro del frizzante tecnico toscano che potrebbe comunque essere ad alto livello. Vincere uno scudetto è un lasciapassare e in Italia sono moltissime le società che stanno pensando all’attuale guida rossonera. In cima alla lista è spuntata un po’ a sorpresa la Lazio di Claudio Lotito. Il tecnico Vladimir Petkovic sembra infatti destinato a dire addio ai capitolini a fine stagione, così come Allegri con il contratto in scadenza. E’ seguito dalla nazionale svizzera, pronta ad affidare all’ex Young Boys il ruolo di ct in vista degli Europei del 2016.
Sulle tracce di Allegri vi sarebbe anche il Napoli, società che già negli scorsi mesi aveva effettuato un sondaggio per il rossonero, prima di virare su Rafa Benitez. Il club partenopeo non se la sta passando benissimo, per lo meno, non sta ottenendo i risultati sperati, e a fine stagione tutto potrebbe succedere, anche un clamoroso addio del tecnico spagnolo. Infine l’ipotesi forse più caldeggiata, quella di un approdo sulla panchina della nazionale italiana. L’attuale commissario tecnico azzurro, Cesare Prandelli, dirà addio all’Italia dopo i Mondiali del 2014, come ha fatto chiaramente capire, e il Conte Max potrebbe prendere il suo posto. Allegri conosce molti giocatori del gruppo azzurro, a cominciare dagli insostituibili Pirlo, Abate e Balotelli, passando per i vari Montolivo, De Sciglio, Aquilani ed El Shaarawy, e di conseguenza, rappresenterebbe una continuità con il buon lavoro svolto dal tecnico di Orzinuovi.
Clamoroso scossone in casa Milan. Come riportato da tutti i quotidiani sportivi all’unisono, l’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani, è ormai prossimo all’addio. Lo storico vice-presidente del Diavolo, stando a quanto raccontano le indiscrezioni dell’ultima ora, avrebbe dato un ultimatum al suo braccio destro, il patron Silvio Berlusconi: o mi liberate entro 8 giorni, oppure me ne vado io. Galliani ha capito che è impossibile la convivenza con la rampante Barbara, figlia del presidente, e di conseguenza, da uomo intelligente qual è e per il bene del Milan, ha deciso di farsi da parte in anticipo, evitando questo rapporto forzato che va avanti ormai da qualche settimana a questa parte. Una mossa, tra l’altro, significativa in vista del mercato di riparazione, tenendo conto che la finestra di gennaio è ormai alle porte, e il Milan rischia di essere distratto dalle vicende societarie, perdendo di vista l’obiettivo di rinforzare la squadra, fondamentale dopo l’inizio di stagione disastroso (per lo meno in Serie A), della stessa compagine meneghina.
Si tratta di un duro colpo per il Milan che sicuramente si attendeva il divorzio ma non in tempi così ristretti. Galliani avrebbe già intavolato la trattativa con Bruno Ermolli, braccio destro dell’ex Premier, per quanto riguarda la buonuscita, a cui lo stesso manager monzese non intende assolutamente rinunciare. Le cifre circolanti nelle ultime settimane sono state le più disparate, ma sembra che si tratti di una somma di circa 50 milioni di euro, un nuovo gravoso peso sulle casse rossonere già semi-vuote. Se tutto andrà per il verso giusto, queste saranno le ultime ore di Galliani nel ruolo di vice-presidente del Milan dopo quasi trent’anni di attività. Quella del Massimino di domenica mezzogiorno potrebbe essere di conseguenza l’ultima trasferta del dirigente lombardo in vesti ufficiali: poi lo stesso potrà godersi il suo Milan con più distacco e magari iniziare una nuova carriera politica visto che Forza Italia, e il suo amico Silvio Berlusconi, lo aspettano.