Le recenti dichiarazioni e proposte avanzate da Tito Boeri non sono piaciute a Renato brunetta che oggi ha attaccato il presidente dell’Inps. “Chi è Boeri? Il nuovo ministro del Lavoro? Il nuovo premier? Mi pare sia solo il presidente dell’ Inps. Non mi pare che nei programmi del governo ci sia ciò che dice”, ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, commentando le parole del numero uno dell’Inps che ha ipotizzato anche di ridurre fino al 50% il vitalizio dei politici che superano quota 80-85 mila euro all’anno. “Il dualismo Boeri-governo dovrebbe finire con le dimissioni di Boeri”, ha aggiunto Brunetta.
Dopo tante critiche, arriva anche una voce a sostegno di Tito Boeri. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è infatti favorevole al taglio di vitalizi e pensioni d’oro, e ricorda che il suo partito ha presentato già nel 2013 una proposta di legge “che prevede la revoca dei vitalizi e delle pensioni d’oro (oltre i 5.000 euro) per le quali non si sono versati i necessari contributi”. La Meloni spiega anche che questa proposta è stata in fretta e furia “insabbiata” da gran parte del Parlamento e dal Pd di Renzi. Dunque le parole del Presidente dell’Inps dovrebbero servire da sprone per recuperare la proposta di legge. Cesare Damiano non si sottrae al “confronto”, seppur a distanza, con Tito Boeri e spiega che se sarà necessario si batterà per far sì che ci sia un’ottava salvaguardia degli esodati, dato che la settima varata dal Governo non sembra in grado di coprire tutte le 49.500 persone stimate dall’Inps. L’obiettivo primario del Presidente della commissione Lavoro della Camera resta comunque quello di ampliare il provvedimento della Legge di stabilità. Damiano non dimentica poi che è stata l’Inps di Boeri a stimare in 8 miliardi il costo della flessibilità da lui proposta. Una stima che l’ex ministro ritiene sbagliata.
Le parole di Tito Boeri non sono piaciute a Francesco Paolo Capone, Segretario generale dell’Ugl. Secondo il sindacalista, gli italiani meritano una riforma delle pensioni che sia condivisa, al contrario di quanto accaduto con la legge Fornero. E non meritano una riforma come la vorrebbe Boeri stesso, “ma una che consenta loro di uscire in anticipo dal mondo del lavoro con criteri di flessibilità meno punitivi rispetto a quelli che ha in mente il presidente dell’Inps e contenuti in alcune proposte di legge depositate in Parlamento”.
Mentre si discute di interventi sulle pensioni, il Barometro Endered-Ipsos 2015 mostra dei dati interessanti a proposito dei lavoratori italiani tra 55 e 64 anni. Nello specifico lo studio, condotto da Ipsos in 14 paesi europei e promosso da Edenred, rivela che quando pensano agli anni che li separano dalla pensione gli italiani si sentono i più sfiduciati in Europa, con una percentuale del 52%. Inoltre, solo il 20% di loro ha già fatto dei piani sulla propria pensione e dichiara di sentirla “abbastanza vicina”, un dato inferiore alla media europea, pari al 35%.
Il Senatore di Forza Italia, Lucio Malan, chiede a Renzi un chiarimento sulle ultime dichiarazioni di Tito Boeri, Presidente dell’Inps. Secondo il parlamentare azzurro, Boeri vuole una riforma delle pensioni all’insegna dei tagli. Malan chiede quindi a Renzi di spiegare agli italiani se intende procedere in questa direzione e quali sarebbero i soggetti da sottoporre a tagli. Certo, Boeri ha parlato di interventi sui vitalizi, ma Malan ricorda che “dietro il paravento dei tagli ai politici, l’obiettivo sono i milioni di pensionati della classe media con cui fare cassa per le solite operazioni elettorali”.
La settima salvaguardia degli esodati prevista dalla Legge di stabilità continua a far discutere e si prevedono proteste. Elide Alboni, a nome del Comitato licenziati o cessati senza tutele, ha scritto una lettera aperti a Poletti, Padoan, Boldrini, Grasso e Componenti delle commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato per evidenziare come il provvedimento del Governo limiti la sua azione a beneficio di 26.300 soggetti, quando invece Poletti, basandosi su dati Inps, in un’interrogazione parlamentare del 2014 aveva confermato che gli esodati in attesa di salvaguardia erano 49.500. Dunque senza correttivi, la manovra lascerebbe di fato senza stipendio e pensione 23.200 persone. “Si chiede pertanto – scrive Alboni – di mantenere gli impegni assunti dal Governo nei confronti di tutti coloro che si trovano ormai da anni in uno stato di indigenza, affinché questa settima salvaguardia possa veramente mettere la parola fine a tale fenomeno, tutelando tutti i 49.500 esodati”.
Le dichiarazioni di Tito Boeri, Presidente dell’Inps, pronunciate ieri a In Mezz’ora, stanno creando non poche reazioni, specie nel mondo politico, dato che si è parlato di vitalizi. I deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro dicono chiaramente che sarebbe meglio se tutti i politici facessero come loro, che hanno del tutto rinunciato ai vitalizi. Solo che la risposta della “casta” a una richiesta del genere sarebbe molto probabilmente diversa. Tornando alle parole di Boeri, i deputati pentastellati ritengono che certifichino l’incapacità del Governo ad affrontare il tema pensioni con la Legge di stabilità, in particolare sul fronte degli esodati. Il Presidente dell’Inps ha infatti fatto capire che la settima salvaguardia non basterà.
Su questo fronte è intervenuto anche Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, che dalla sua pagina Facebook ha fatto notare come Boeri abbia di fatto smentito Renzi e Poletti. Il senatore della Lega Nord non nasconde che la vera soluzione al problema sarebbe l’abolizione della legge Fornero, chiesta tra l’altro dal suo partito con una raccolta firma per un referendum poi dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale. “Mi auguro – ha aggiunto Calderoli – che i pensionati, beffati e trattati come sudditi da questo esecutivo, vengano in massa domenica prossima a Bologna per darci una mano a liberare il Paese da questa dittatura e farlo finalmente ripartire!”.