Il documento pubblicato dall’Inps del neo presidente Tito Boeri continua a far discutere anche in ragione del titolo che gli è stato dato, “Non per cassa ma per equità”. Un testo di 69 pagine che tuttavia può essere riassunto in tre passaggi cruciali che, qualora dovessero essere presi in considerazione, darebbero vita ad una svolta a dir poco epocale. Il primo riguarda una riduzione dell’età pensionabile a 63 anni e 7 mesi (molto meno rispetto agli attuali 66 anni e 7 mesi), la seconda riguarda il cosiddetto reddito minimo garantito per famiglie con uomini over 55 ed in condizione di povertà ed il terzo verte sul taglio alle cosiddette pensioni d’oro nonché ai vitalizi percepiti dai politici (se sproporzionati alla retribuzione versata).
Mentre si sta dibattendo quanto evidenziato nel documento reso pubblico dall’Inps nel quale vengono riportate le proposte che lo stesso Ente Previdenziale aveva posto all’attenzione del Governo Renzi a partire dallo scorso mese di giugno, sembra che gli emendamenti per le novità sulle pensioni siano presentate il prossimo lunedì. Tra quello certi c’è quello relativo all’ampliamento del contributivo donna ad una fetta maggiore di persone facendo rientrare per intero quante sono nate nell’anno 1958, o quanto meno questo sembra essere l’indicazione generale. Possibile che tra gli emendamenti ve ne sia uno che trovi una soluzione per uscire prima dal mondo del lavoro. Un emendamento per il quale occorre trovare un compromesso in ottica età anagrafica (probabilmente 64 anni anziché 62) e soprattutto sulle modalità. A tal proposito sembra prendere quota un soluzione in stile opzione donna piuttosto che adottare la cosiddetta quota 100. Infine, ci sono illazioni su una possibile richieste ufficiale per ottenere una legge delega che in pratica vada ad obbligare l’attuale Governo ad affrontare la vicenda delle pensioni entro una data certa. Non resta che attendere pochi giorni e scoprire se questi emendamenti saranno effettivamente inserito o meno.