Dopo quasi due mesi dalla firma dell’intesa sul rinnovo dei contratti statali la Cisl chiede al nuovo governo di “dare attuazione immediata” all’accordo siglato con il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. E’ quanto dichiara infatti il Segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, che sottolinea che l’intesa “contiene un percorso chiaro di indirizzi ed obiettivi per coniugare la ripresa del confronto sindacale, la partecipazione dei lavoratori con una non più rinviabile modernizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione. La Cisl ribadisce che servono chiarezza di obiettivi condivisi, più investimenti, superamento del blocco del turnover, nuovi sistemi per il reclutamento di personale e di tanti giovani con elevate professionalità. In tal senso il confronto sul Nuovo Testo Unico ed il rinnovo del contratto nazionale vanno utilizzati pienamente e subito per raggiungere questi obiettivi ed aprire, così, una stagione di innovazione per il Pubblico Impiego”.
Non è ancora chiusa la questione dei contratti statali. L’accordo quadro per il loro rinnovo è stato firmato lo scorso 30 novembre dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Dopo la firma dell’intesa la trattativa vera e propria deve ora essere sviluppata all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. I dipendenti pubblici aspettano di conoscere i tempi del rinnovo dei contratti statali che sono bloccati da sette anni: dal 2009 infatti i lavoratori aspettano l’aumento degli stipendi. In attesa che la trattativa prosegua all’Aran con le parti sociali il Codacons ha annunciato che continuerà la propria battaglia al Tar per ottenere il risarcimento per il mancato rinnovo dei contratti statali. L’Associazione a difesa dei consumatori chiede “200 euro di risarcimento per ogni mese di ritardo dal 31 luglio 2015 fino all’effettivo rinnovo del contratto collettivo di settore, e 100 euro di indennizzo per mensilità dovuta, per ciascun anno, dal 2010 al 30 luglio 2015, per complessivi 13.000 euro a lavoratore”.