La Commissione Ue aveva avanzato una proposta relativa alla definizione di un pilastro europeo dei diritti sociali già nell’aprile scorso. Il testo è stato, tuttavia, firmato da tutte le parti al vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque che si è tenuto a Göteborg, in Svezia, solamente lo scorso fine settimana. La realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali dovrà essere, infatti, una responsabilità condivisa a tutti i livelli.
Il documento mira a creare nuovi e più efficaci diritti per i cittadini e si basa su 20 principi chiave, strutturati in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e protezione sociale e inclusione. Si auspica, ad esempio, che ogni persona abbia diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.
Nella stessa sede si sottolinea come ogni persona abbia diritto a un’assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o, comunque, di lavoro autonomo, a ricevere un sostegno per la ricerca di un impiego, la formazione e la riqualificazione e di godere dei diritti in materia di protezione sociale e formazione anche durante le inevitabili transizioni professionali.
L’Europa dichiara, inoltre, che i disoccupati hanno diritto a un sostegno personalizzato, continuo e coerente. In particolare, si stabilisce che quelli di lunga durata abbiano diritto a una misura individuale di supporto entro 18 mesi dall’inizio della disoccupazione.
L’Europa ci ricorda, pur promuovendo la graduale transizione a forme di lavoro a tempo indeterminato, come, indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro, i lavoratori hanno diritto a un trattamento equo e paritario per quanto riguarda le condizioni di lavoro e l’accesso alla protezione sociale e alla formazione. Si riconosce poi che i lavoratori hanno diritto a una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso. A tal fine dovranno essere garantite retribuzioni minime, fissate in maniera trasparente e prevedibile, adeguate in grado di soddisfare i bisogni del lavoratore e della sua famiglia.
L’Europa sembra, insomma, delineare un piano d’azione per i prossimi anni che potrebbe trasformarsi, facilmente, in un programma elettorale condiviso, e/o condivisibile, per molti partiti politici europei e, perché no, italiani in vista delle prossime elezioni di primavera.