Giuliano Poletti è tornato a parlare di pensioni, spiegando che l’aumento della no tax area per i pensionati, prevista nella Legge di stabilità a partire dal 2017, potrebbe effettivamente essere anticipata di un anno. Tuttavia per modifiche più importanti del sistema previdenziale, il ministro del Lavoro ritiene che ci vorrà “qualche mese per fare una riflessione completa su tutta la materia”. Inoltre, ha sottolineato che la norma sul part-time è un “elemento che aiuta la flessibilità in uscita”. La Cgil, per bocca del Segretario confederale Vera Lamonica, chiede di modificare le norme su Opzione donna ed esodati contenute nella Legge di stabilità. Secondo la sindacalista, la prima “non è la soluzione al problema delle donne”, dato che la penalizzazione che si sconta è un sacrificio che poche persone possono permettersi. Resta poi il fatto che al momento alcune italiane, solo per la loro data di nascita, ne restano escluse. Anche la settima salvaguardia degli esodati, secondo Lamonica, “se non verrà corretta sarà soltanto un’ulteriore penalizzazione per le lavoratrici”.
I lavoratori precoci potranno contare anche sul sostegno di Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, dove è giunta la Legge di stabilità. Il deputato ha ribadito di appoggiare la “Quota 41” proposta da Cesare Damiano e in un’intervista a Blastingnews ha anche spiegato che è giusto poter andare in pensioni dopo 41 anni di contributi senza alcuna penalizzazione. “Non serve essere ancorati a qualche idea di sinistra antica per schierarsi dalla loro parte: le buone proposte non hanno ne età ne colore, sono buone proposte e punto!”, ha detto.
Anche la Cisal prende posizione contro la Legge di stabilità e si prepara a scendere in piazza. Per la Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori occorrono anche dei cambiamenti più incisivi della legge Fornero, rivedendo il sistema della flessibilità in uscita, rendendo più efficace il sistema di perequazione delle pensioni e dando particolare attenzione agli esodati. Francesco Cavallaro, Segretario generale Cisal, ha anche ricordato che attualmente il rapporto stipendio/pensione per un italiano è di circa il 70%, ma entro 15/20 anni passerà al 43%. Questo vuol dire che per ogni 1.000 euro che si percepiscono ora come stipendio, se ne avranno solo 430 in pensione. Occorre dunque far qualcosa se si vuole evitare di avere in futuro un esercito di poveri.
I lavoratori precoci non rinunciano alla loro battaglia per vedere approvata la “Quota 41” ideata da Cesare Damiano: un provvedimento che consentirebbe loro di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Sabato 200 di loro erano in piazza con la Fiom e Roberto Occhiodoro, uno degli amministratori del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” ha rilasciato un’intervista a Blastingnews, in cui racconta che non è stato possibile (causa maltempo) per loro salire sul palco a Roma, tuttavia Maurizio Landini li ha citati nel suo discorso. “Per la prima volta dopo anni e anni di silenzio sui precoci un leader sindacale ha fatto proprie le nostre rivendicazioni pronunciando la parola precoci. Quindi sì, siamo soddisfatti della giornata di sabato, e siamo determinati a continuare la nostra lotta in ogni spazio che troveremo e li troveremo eccome se li troveremo”, ha detto Occhiodoro.
Il tema delle pensioni entra anche nei programmi elettorali dei candidati sindaci. Perlomeno è quel che accade a Trieste, dove l’indipendentista Giorgio Marchesich, secondo quanto riporta il sito de Il Piccolo, vuol far sì che gli assegni erogati dall’Inps siano esentasse. Il principio è lo stesso che consente a molti italiani residenti all’estero di incassare pensioni più alte grazie a benefici fiscali. Per Marchesich, la stessa cosa dovrebbe avvenire nel Territorio Libero di Trieste.
Cesare Damiano fissa già gli obiettivi per correggere la legge di stabilità nel suo passaggio alla Camera, anche per quel che riguarda i temi previdenziali. Il Presidente della commissione Lavoro di Montecitorio annuncia che la proroga di Opzione donna verrà modificata cancellando i tre mesi di aspettativa di vita aggiunti ai requisiti anagrafici. Inoltre, andranno fatti passi avanti per la settima salvaguardia degli esodati, dato che rischiano di restarne escluse circa 20.000 persone. Infine, Damiano intende fare in modo che l’aumento della no tax area per i pensionati, previsto nella manovra dal 2017, venga anticipato all’anno prossimo.
Dalla Uilp arrivano richieste precise al Governo Renzi in tema di pensioni. Romano Bellissima, Segretario generale della Confederazione, ha chiesto in particolare una rivalutazione degli assegni pensionistici, così da sostenere il reddito di molti italiani, aumentando i consumi e di conseguenza l’occupazione. Un intervento che avrebbe particolari benefici al Sud, ha spiegato il sindacalista, dove per molte famiglie la pensione rappresenta l’unica forma di sostentamento anche per via della forte disoccupazione, specie giovanile. Bellissima ha anche chiesto una legge urgente “sulla non autosufficienza dei nuclei familiari”.
La Rete dei Comitati degli esodati aumenta il suo pressing sulla politica per una modifica della Legge di stabilità che ampli la settima salvaguardia a tutti i 49.500 soggetti ancora in attesa di una tutela. Dopo aver visto sfumare gli emendamenti presentati al Senato, che pure non erano esaustivi, gli esodati chiedono ora al Governo di mantenere i suoi impegni mentre il provvedimento si appresta ad affrontare l’esame della Camera. Con un comunicato, la Rete ricorda infatti che lo stesso Premier Renzi aveva garantito in televisione che con la settima salvaguardia sarebbe stata trovata una soluzione definitiva per i circa 50.000 italiani rimasti “scoperti” dalle precedenti salvaguardie. Tuttavia con la manovra la tutela sarà garantita solo a 26.300 persone.
I comitati sono quindi pronti a scendere in piazza a Roma il prossimo 3 dicembre, quasi quattro anni dopo il varo della Legge di stabilità del 2012, contenente la famigerata riforma Fornero, che ha dato vita proprio al fenomeno degli esodati. La speranza è che dopo tutto questo tempo si possa riuscire a chiudere definitivamente questa difficile pagina della politica italiana.