Riforma pensioni 2015, l’intervista al Presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano Il presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, ci illustra i suoi emendamenti alla legge di stabilità in materia pensionistica. In questo momento le proposte di modifica sono state passate alla commissione Bilancio, mentre da domenica inizierà il dibattito nell’aula di Montecitorio. È di ieri intanto la notizia che in Italia 6,5 milioni di pensionati (il 40,3% del totale) prendono meno di mille euro di pensione, mentre 240mila anziani ricevono un assegno superiore a 5mila euro. Lo rivela l’Istat, secondo cui nel 2014 la spesa complessiva per le pensioni ha superato i 277 miliardi, con un +1,6% rispetto al 2013.
Presidente Damiano, ci illustri quali sono gli emendamenti di cui lei è primo firmatario. Gli emendamenti sono stati approvati in parte nella commissione Lavoro, e in parte come Pd li abbiamo mandati direttamente nella commissione Bilancio. I primi riguardano in particolare una correzione a Opzione Donna, vale a dire la cancellazione dei tre mesi di aspettativa di vita. Alla commissione Bilancio noi abbiamo segnalato l’emendamento relativo all’aumento della “No tax area” per i pensionati che chiediamo di anticipare al 2016. Abbiamo chiesto un intervento sull’amianto, con un anticipo dell’andata in pensione per i lavoratori delle aziende coinvolte.
Avete chiesto modifiche anche in materia di lavoro? Sul lato lavoro abbiamo un emendamento che riguarda il mantenimento per i lavoratori stagionali dell’attuale indennità di disoccupazione anche per il 2016. Un secondo emendamento chiede la stessa cosa per i cosiddetti “lavoratori precari”, vale a dire la Dis-coll. Un’ulteriore modifica è l’abrogazione del taglio di risorse per i patronati e quello relativo al finanziamento del fondo per il danno biologico.
C’è unanimità in parlamento su queste questioni? Su alcuni di questi emendamenti approvati dalla commissione Lavoro c’è stata l’unanimità, ad esempio su Opzione Donna.
Lei si aspetta che il governo accetti questi emendamenti? Mi auguro di sì. Su Opzione Donna, no tax area e ammortizzatori sociali per i precari e per gli stagionali noi faremo battaglia.
Com’è invece la situazione per quanto riguarda gli esodati? Abbiamo approvato una serie di correzioni migliorative per la settima salvaguardia che tutelerà altri 31.250 lavoratori. Noi chiediamo ulteriori correzioni. La settima salvaguardia c’è già, noi chiediamo di migliorarla ancora. Anche se siamo consapevoli che rimangono fuori dalle salvaguardie 20mila lavoratori.
Nella legge di stabilità ci sarà una flessibilità pensionistica sperimentale?
Dentro questa legge di stabilità non c’è la flessibilità pensionistica, e penso che sia un errore. Ciò detto, il premier ha promesso che sarà l’oggetto della discussione nel 2016 e noi siamo pronti.
Dall’anno prossimo la flessibilità sarà attuata in forma sperimentale? No, ritengo che si tratti di attuare una misura strutturale di correzione.
In che modo? La mia proposta è di consentire di anticipare l’uscita dalla pensione di quattro anni. Dal prossimo anno si andrà in pensione a 66 anni e sette mesi. Se fosse approvata la mia richiesta si andrebbe in pensione a 62 anni e sette mesi, con 35 di contributi e una penalizzazione dell’8%. Inoltre chiediamo che per i lavoratori precoci siano sufficienti 41 anni di contributi per andare in pensione indipendentemente dall’età e senza penalizzazione.
La sua proposta e quella di Boeri sono incompatibili? La mia proposta è dell’aprile 2013, quella di Boeri è del luglio di quest’anno e assomiglia molto alla mia. Anziché a 62 anni si propone di andare in pensione a 63.
Boeri propone di tassare le pensioni più alte. È d’accordo? Abbiamo anche una proposta di legge che prevede la tassazione delle pensioni più alte, in modo un po’ più drastico rispetto a quanto ha fatto Boeri.
(Pietro Vernizzi)