Gianmarco De Feo è un attaccante della Primavera del Milan, allenata da mister Aldo Dolcetti. Nato nel 1994, quest’anno è stato uno dei protagonisti della buona stagione rossonera, che però non è ancora finita (clicca qui per saperne di più). Nella prossima stagione si presenterà un bivio, come per molti altri ragazzi della sua età: restare nella Primavera del Milan come fuori quota o cercare di fare esperienza nelle serie minori del nostro calcio? Ne abbiamo parlato con uno dei suoi due procuratori, l’agente FIFA Giampaolo Di Donna.
Quest’anno De Feo si è tolto la soddisfazione di segnare con la maglia del Milan di Allegri, in amichevole contro il Sion. Cosa ha provato il ragazzo? E’ stato sicuramente un gol importante per lui, una gioia immensa, soprattutto perché ha poi ricevuto i complimenti di Robinho che lo hanno riempito d’orgoglio.
Come è andata la stagione con la Primavera? E’ andata bene, lui ha raccolto circa 20 presenze: avrebbe potuto farne qualcuna in più ma lui ovviamente è un professionista, e accetta le decisioni del mister Dolcetti che stima il ragazzo.
Ha giocato spesso come esterno in attacco… Può giocare sia come esterno sinistro che destro in un attacco a tre, ma il suo ruolo naturale è quello di fantasista dietro le punte anche se oggi nel calcio moderno sono in pochi a puntare sul trequartista.
Idee per il futuro? Aspettiamo il Milan che dovrà capire se fare un contratto al giocatore e mandarlo in prestito oppure liberarlo.
Ci sono già delle richieste? E’ un ragazzo che piace a tanti club, noi però per il momento non vogliamo ascoltare le richieste ma aspettiamo solo il Milan, perché il ragazzo è un tifoso rossonero fin da piccolo.
A chi si ispira?
Il suo idolo come giocatore in campo è Antonio Cassano, è un ragazzo di estro e fantasia. Ma De Feo è soprattutto un ragazzo molto umile.
Nella prossima stagione la Primavera del Milan dovrebbe essere guidata da Inzaghi. Potrebbe essere un motivo valido per restare? Preferiremmo fare un’esperienza in qualche serie minore, Serie B o Lega Pro per permettere al ragazzo di crescere, piuttosto che fare un anno di fuoriquota in Primavera.
(Claudio Ruggieri)