Saverio Dominello “scagiona” Andrea Agnelli nella seconda udienza a porte chiuse del processo penale Alto Piemonte sulle infiltrazioni della criminalità organizzata al nord: «Mi dispiace sia finito in mezzo a questo show mediatico. Io sono spazzatura e gli Agnelli non vogliono entrare in contatto con la spazzatura», ha dichiarato l’uomo, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa nel 1996. Indagato insieme al figlio Rocco, si è dissociato ufficialmente dalla ‘ndrangheta, pur ammettendo di aver fatto parte della ‘ndrina dei Pesce fino al 2012. Saverio Dominello con una dichiarazione spontanea davanti al Gup ha preso le difese anche di suo figlio, coinvolto nella vicenda relativa al bagarinaggio allo Juventus Stadium: «Rocco riceveva i biglietti semplicemente perché era il referente di un gruppo di tifosi. Non è mai stato un boss. Ora non ho paura di vendette, neanche che mi sparino in testa». Nel corso della sua deposizione, Saverio Dominello ha precisato che «non vi è mai stato interesse» da parte delle famiglie di Rosarno sul business dei biglietti della Juventus e che «Agnelli non ha mai avuto contatti con la ‘ndrangheta». Lo ha precisato anche l’avvocato Domenico Putrino, che difende Saverio Dominello e suo figlio: «Rocco non è mai stato associato alla ‘ndrangheta, non ha mai avuto biglietti dalla Juventus in tale veste e non ha mai distribuito alcun utile né al padre né ad altra organizzazione criminale».