Il Ministro Madia ha confermato nelle scorse ore l’impegno per chiudere definitivamente con un segno positivo l’accordo sul rinnovo dei contratti statali, assicurando le cifre degli aumenti medi per ogni dipendente statale e fortemente intenzionata a mantenere in salvaguardia i bonus Irpef lanciati dal Governo Renzi. «Tra Aran (agenzia che per il governo svolge la parte datoriale) e i sindacati è in atto una trattativa costante. L’indirizzo che abbiamo dato all’Aran è quello dell’accordo del 30 novembre, quindi aumento di 85 euro medi, tutela e garanzia per chi prendeva gli 80 euro di non perderli anche con l’aumento contrattuale, più una serie di altre innovazioni contrattuali per migliorare la qualità del servizio al cittadino», ha commentato il ministro della Pubblica Amministrazione, prima di concludere «Credo che questo rinnovo di contratto sia importante per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici – ha spiegato Madia – ma anche per i cittadini che così potranno avere una pubblica amministrazione di maggiore qualità».
INCONTRO ALL’ARAN PER IL RINNOVO
Come annunciato già ieri, per la giornata di oggi è stato indetto (e il tavolo è appena cominciato) il nuovo incontro in Aran per il rinnovo dei contratti statali sul settore centrale della Pa, in particolare sul fronte dell’aumento stipendiale promesso e iscritto nella Riforma della Pubblica Amministrazione e soprattutto nell’ultima Legge di Bilancio in discussione ora alla Camera. Alle ore 9.30 sono state convocate le confederazioni sindacali principali (Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Cisal, Usb e Cgs e le categorie del pubblico impiego) per dar vita al nuovo tavolo di confronto all’Aran, che rappresenta il Governo nella trattativa. Come annunciato già nei giorni scorsi, i rappresentanti del ministro Madia dovrebbero presentare una nuova bozza di accordo sulla parte normativa per il rinnovo contrattuale del Comparto Funzioni Centrali, dal 2016 fino al 2018. Tra le principali voci presenti nella prossima e imminente bozza di accordo, troviamo sia le assenze per malattia che le nuove disposizioni Pa su riposi, permessi, licenziamenti, congedi e molestie. Il rinnovo dei contratti per questo comparto giunge così alla fase finale, con la previsione che potrebbe portarsi la trattativa in una non stop per chiudere entro 72 ore l’intera partita sulla Centrale Pa.
ACCORDO RAGGIUNTO SU PERMESSI E DISTACCHI SINDACALI A ORE
Tra le ultime novità emerse dalle bozze sul rinnovo dei contratti statali, va segnalato certamente il fronte dei permessi lavorativi nella Pubblica Amministrazione, con distacchi sindacali compresi. Come riporta Il Messaggero, è stato siglato in via pare definitiva l’accordo tra Sindacati e Aran sul nodo permessi sindacali: «La firma preliminare era stata raggiunta a luglio, dopo oltre sei mesi di confronto. L’obiettivo era aggiornare regole che risalivano al 1998. Per farlo è stato messo a punto un vero e proprio Testo Unico sulla materia», si legge sul quotidiano romano. La principale novità rimane comunque nel ricorso “elastico” di distacchi, permessi, assenze complete e fruibili ad ore. In questo modo, spiega l’anticipazione filtrata dall’Aran, si potrà riequilibrare il taglio del 50% delle prerogative, previsto nel 2014. «La flessibilità tra permessi e distacchi, da cumulare o spacchettare, era indicata già nello stesso decreto Madia che apriva a «forme di utilizzo compensativo». L’intesa, inoltre, ricalibra i diritti sindacali sulla nuova mappa del pubblico impiego, che è passata da 11 a 4 comparti»: con quanto deciso ieri con i sindacati, si completa il quadro dei permessi, dopo quello dei licenziamenti su cui però restano ancora alcuni punti da risolvere. Resta ovviamente il nodo del rinnovo che da oggi torna sulle tavoli dell’Aran con i sindacati pronti a rilanciare su cifre e aumenti, oltre alla salva guardia del bonus Irpef da 80 euro.
BOZZA RINNOVO, LICENZIATO CHI COMMETTE MOLESTIE
Ieri sera l’Ansa ha pubblicato alcune anticipazioni dalla bozza di rinnovo dei contratti statali e le novità sono importanti, specie sul fronte licenziamenti: sarà infatti rimosso dal suo posto e licenziato dalla Pubblica Amministrazione chi “commette molestie a carattere sessuale”. La bozza del rinnovo contratto per tutti gli statali esplicita le sanzioni previste in questi casi: sospensione fino ad un massimo di sei mesi come primissima conseguenza, ma se il comportamento si ripete nel tempo (nell’arco di due anni) scatta allora il licenziamento, ovviamente verificato che la molestia sia stata particolarmente grave. Non solo molestie però, un altro punto importante sul fronte licenziamenti nella Pa è quello che prevede la rimozione «anche per chi accetta o chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità non di “modico” valore, al di sopra dei 150 euro, come contropartita per essersi adoperati, nell’ambito del proprio ufficio, a vantaggio diretto di chi fa il dono». Un terzo punto molto importante è quello chiarito dalla bozza del Ministero Pa sulle costrizioni e gli abusi di potere: «la sanzione resta quella massima per quanti costringono loro colleghi ad aderire ad associazioni od organizzazioni, facendo pressioni e promettendo vantaggi o svantaggi di carriera», si legge ancora nella bozza Pa.
CODACONS, “COL RINNOVO BENE LA LOTTA AI FURBETTI”
Dopo aver letto la “bozza” della Manovra passata ora alla Camera dopo il vaglio del Senato, il Presidente del Codacons Carlo Rienzi dà un giudizio sostanzialmente positivo sul fronte del rinnovo dei contratti statali alla voce “lotta ai furbetti”: «Bene per il Codacons le misure contenute nella bozza del nuovo contratto degli statali e che prevedono sanzioni dalla sospensione al licenziamento per chi si assenta dal lavoro nei giorni vicini a weekend e festivi, ma ancora non basta», spiega l’associazione in difesa dei consumatori, mentre attende ancora le ultime novità per la firma definitiva del rinnovo Pa. «Si tratta senza dubbio di un passo in avanti importante ma riteniamo che debbano essere sanzionati, al pari dei dipendenti, anche quei dirigenti che non svolgono la dovuta attività di controllo negli uffici pubblici – afferma il Presidente Carlo Rienzi – In particolare è necessario un giro di vite contro l’assenteismo nei pubblici uffici, fenomeno che, come hanno dimostrato le cronache locali e le tante inchieste aperte dalla magistratura, si verifica ogni giorno, con i dipendenti che timbrano il cartellino e poi escono a fare la spesa, a giocare a tennis o per andare al bar o dal parrucchiere». Resta il fronte aperto delle risorse e delle cifre per rilanciare gli stipendi da gennaio 2018: la speranza per sindacati e categorie di lavoratori è che alla Camera arrivino delle certezze sul numero effettivo di aumenti permessi e sostenibili nell’intera Pubblica Amministrazione.