Buona la prima. L’esordio di Stramaccioni sulla panchina dell’Inter non ha deluso le aspettative ed ha regalato un pirotecnico 5-4 contro il Genoa di Marino. Quattro rigori, due espulsi ed un saliscendi di emozioni che hanno permesso il riabbraccio di San Siro alla Pazza Inter. Le attenzioni mediatiche erano ovviamente tutte rivolte nei confronti del nuovo tecnico nerazzurro, promosso dalle giovanili ed accolto con entusiasmo dalla tifoseria nerazzurra e da tutto l’ambiente. C’è chi lo ha indicato come il diretto erede di José Mourinho, chi invece lo vede come un semplice traghettatore fino al termine della stagione, in attesa di tecnici più rinomati. In ogni caso si tratta di un’importante ventata d’aria fresca all’interno della Serie A. Per valutare ai raggi X la prima dell’allenatore romano abbiamo intervistato, in esclusiva per ilSussidiario.net, Riccardo Gentile, telecronista Sky Sport per l’esordio della Stra-Inter. Tanti i temi passati al vaglio nel successo nerazzurro; dallo schieramento tattico al lancio di Zarate e Guarin passando ovviamente per i paragoni pesanti e la grande risonanza derivata dalla promozione. Questo quanto emerso in un’interessante intervista.
Impressioni generali sull’esordio di Stramaccioni?
Ovviamente in quattro giorni non era possibile cambiare molto e molto non è cambiato. Anche se ci sono due scelte vincenti da sottolineare: l’inserimento di Zarate, autore di una grandissima partita premiata dal gol, e il cambio di modulo con il passaggio al 4-3-3.
Allora partiamo dalla scelta di lanciare Zarate. Può essere l’arma in più per questo finale di stagione?
Sì, credo di sì. Anche se Ranieri lo fece giocare titolare a Marsiglia in Champions, una partita cruciale che non è così lontana nel tempo. Però con la sua voglia e la sua tecnica e considerando il fatto che l’Inter deve vincere senza troppi pensieri, cercando di fare un gol in più dell’avversario, credo che Zarate possa essere un giocatore utile a Stramaccioni. Sempre a patto che si sacrifichi in fase passiva come ha ben fatto ieri.
Si vede la mano dell’allenatore o è solo una reazione d’orgoglio dei campioni?
La reazione d’orgoglio sicuramente c’è stata, ma la mano dell’allenatore si vede perché ha operato delle scelte. Puntando su due uomini come Zarate e Chivu, preferito a Nagatomo. Il romeno gli ha garantito una maggiore copertura sulla sinistra. Poi ha avuto la fortuna di poter puntare su Guarin, a differenza di Ranieri.
Le scelte tattiche ti hanno convinto?
Il campo ci ha detto che le scelte sono state corrette, anche se con avversari più solidi in difesa, il 4-3-3 potrebbe essere un modulo troppo rischioso, soprattutto considerando la condizione fisica non ottimale di diversi elementi. Onestamente non so quanto possa essere un modulo fisso, il Genoa in questo senso si è dimostrato (involontariamente) un avversario molto disponibile a subire questo tipo di schieramento. Ripeto, con un avversario più quadrato potrebbe non funzionare, ma questa è una mia impressione.
Secondo lei può essere Stramaccioni l’uomo del nuovo corso?
Credo che lui debba vivere queste otto partite che lo dividono dalla fine della stagione come otto favole e si deve giocare bene le sue carte. Molto sinceramente sarei sorpreso se Moratti lo confermasse per la prossima stagione. Non tanto per il valore del tecnico, quanto per una tendenza della società nerazzurra di puntare su allenatori più navigati. Stramaccioni potrebbe tranquillamente tornare a guidare la primavera ed esser riproposto tra un paio di stagioni in prima squadra.
I paragoni con Mourinho sono credibili?
Credo si tratti di un paragone dettato dalla nostalgia.
Troppa pressione su di lui può bruciarlo?
Sì è un boomerang che può essere pericoloso però lui mi sembra abbastanza intelligente da sopportare e vivere la pressione. Indubbiamente la gran cassa mediatica è stata tanta, fin troppa direi.
(Massimiliano de Cesare)