Ci siamo: sabato sera si gioca Juventus-Napoli. E’ la partita più attesa: si affrontano le due squadre in testa alla classifica, quelle che alla vigilia erano accreditate dei favori della critica per la lotta allo scudetto, quelle già divise da una rivalità non indifferente. Sei vittorie e un pareggio per entrambe, miglior attacco (Juventus, 17 gol; Napoli secondo con 14) contro miglior difesa (Napoli, 3 gol subiti; Juventus seconda con 4). Il centrocampo della Juventus, ormai a livello dei migliori d’Europa, contro l’attacco esplosivo del Napoli, con Cavani, Hamsik e Pandev a dettare legge. I temi ci sono, la sfida ovviamente non sarà decisiva perché siamo solo all’ottava giornata, ma a livello psicologico conterà molto ottenere un bel risultato. La gara arriva dopo lo stop per le Nazionali, e non sono mancate le polemiche; inevitabile strascico di una partita da scudetto. A qualche giorno dal calcio d’inizio abbiamo chiesto a Ciro Venerato di presentarci Juventus-Napoli soprattutto dal punto di vista della rivalità: fatti e curiosità che hanno contribuito a dare alla gara un sapore del tutto particolare. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.
Che significato ha, a Napoli, questa partita? A Juventus-Napoli si pensava già prima della partita contro l’Udinese, per dare un’idea del clima che si respira. E’ il vero derby per i tifosi del Napoli, la partita che non si vuole ma perdere. Certo ci sono rivalità con altre squadre, ma è con la Juventus che si sente maggiormente.
Quando è nata questa rivalità? Dai tempi di Altafini core ‘ngrato: in una partita-scudetto tra Juventus e Napoli lui, da ex napoletano, entrando dalla panchina fece un gol che purtroppo condannò i partenopei e fece vincere il tricolore alla Juventus. In seguito, un altro episodio ha identificato in Juventus-Napoli la partita dello scudetto per i tifosi campani.
Quale? Il Napoli capì di poter vincere il primo scudetto, quello del 1987, violando dopo tanti anni il campo della Juventus. C’ero anch’io per l’occasione, ero un ragazzino: ero in curva Maratona.
Si giocava in un altro stadio… Sì, al Comunale: non dimenticherò mai quella partita. Il primo tempo finì 1-0 per la Juventus, alla fine vincemmo 3-1. Superammo la Juventus in classifica, e da lì capimmo che potevamo vincere lo scudetto (era la nona giornata, entrambe le squadre erano imbattute e a pari punti, ndr…).
Altri episodi? La Coppa UEFA vinta dal Napoli è contrassegnata dalla Juventus. E’ vero che vincemmo in finale contro lo Stoccarda, ma la partita che tutti ricordiamo è quella dei quarti di finale contro la Juventus.
Ci ricorda come andò?
Perdemmo 2-0 a Torino, e a Napoli vincemmo 3-0 con un gol di Renica all’ultimo secondo dei tempi supplementari, in un San Paolo strapieno che ricordo ancora oggi: ero presente anche in quell’occasione, rischiai anche l’incolumità ma nemmeno me ne accorsi lì per lì…
Dunque una partita già in sè carica di significati… Sì, a prescindere dai motivi di classifica è già sentita di suo; ovviamente essendo le due squadre in testa a pari punti è diventata La Partita. Poi, oltre ai motivi che ho citato…
Sì? I napoletani la avvertono di più perché dopo i fatti di Pechino, dopo tutte le polemiche scaturite dal pessimo arbitraggio di Mazzoleni, c’è maggior voglia di rivincita perché il tifoso napoletano è convinto che quella Supercoppa sia stata scippata. Basti pensare alle richieste di biglietti che arrivano da qui…
Sono tantissime. Già diecimila. Purtroppo lo stadio della Juventus ha una capienza limitata, perciò ha messo a disposizione solo duemila biglietti per i tifosi del Napoli. Io però sono convinto che sabato alle 18 ci saranno molto più di duemila napoletani.
Come mai?
A Torino ci sono un sacco di napoletani, e penso che riusciranno a prendere i biglietti. E’ la partita dell’anno, forse addirittura del secolo: i giocatori del Napoli ci arrivano carichi, i giocatori e l’allenatore forse anche di più. Con alcuni giocatori ho parlato in privato ultimamente…
Com’è l’umore? La partita di Pechino è rimasta loro sullo stomaco, hanno voglia di giocarsela ad armi pari. C’è grande voglia, lo si capisce già dalle dichiarazioni: c’è la consapevolezza di fare qualcosa di importante. Cosa, non lo dico: da buon napoletano sono scaramantico e quella parola con la S non si deve pronunciare.
Insomma, c’è grande fiducia. Sì, anche se la partita sarà preparata senza i nazionali fino all’ultimo; basti pensare che Cavani tornerà 48 ore prima, forse è questa l’unica nota stonata, che una gara così capiti dopo gli impegni delle Nazionali e appena prima delle coppe. Da questo punto di vista il computer non è stato molto lungimirante; vale ovviamente anche per Conte.
(Claudio Franceschini)