La Roma bella e capolista sta attirando le attenzioni di società e operatori di calciomercato. Il “gioiello” giallorosso più ambito in questo momento non è un calciatore ma l’architetto della squadra di Rudi Garcia, colui che per due anni ha lavorato alle fondamenta e che oggi sta tirando su una casa che tutta Europa ci invidia. E’ Walter Sabatini, il ds della Roma, vero recordman: passato in tre mesi da uomo più odiato a più amato e conteso. Lo vuole Barbara Berlusconi per ricostruire il suo Milan, lo tenta l’Inter indonesiana alla ricerca dei migliori giovani calciatori del mondo. Lo cercano anche in Inghilterra: il suo amico Franco Baldini pensa a lui per il calciomercato del suo Tottenham. Lui lascia che siano gli altri a parlare. E tace. Forte del “solito” contratto annuale con la Roma che scade in giugno, è in mezzo a mille voci ed è libero di muoversi dove il suo istinto lo porta. Sabatini ha detto che sa bene cosa vuole e che la Roma conosce il suo pensiero. E allora proviamo a svelarvi cosa frulla nella sua testa. Era sul punto di andarsene la scorsa estate, dopo la sconfitta del 26 maggio. Non per sua volontà. Riteneva che il clima creatosi intorno alla sua figura da tifosi, radio romane, giornali, potesse mettere in difficoltà il terzo tentativo americano di ricostruzione. Lui, Sabatini, legato a questa proprietà da affetto e riconoscenza, non voleva diventare un alibi. E aveva servito a Mark Pannes e James Pallotta la sua testa. I manager giallorossi ci hanno pensato su. Claudio Fenucci ha contattato come successore Pantaleo Corvino, suo collega a Lecce. Ma alla fine non se ne è fatto più nulla. Pallotta ha deciso di seguire il suo istinto. Basta stare ai margini e delegare gli altri. James ha deciso di prendere in mano la baracca e di comandare. Senza più deleghe in bianco. e così ha deciso di fregarsene degli attacchi a Sabatini, delle accuse di lazialità, delle infinite dicerie, e ha ascoltato il suo fiuto da uomo d’affari. Lui e Sabatini si saranno scambiati negli ultimi tre anni 5 parole in tutto. Il ds non conosce l’inglese e Pallotta non parla italiano. Ma tra i due c’è un’empatia fuori dal comune. Si parlano a sguardi, intensi, profondi. A Pallotta piace la bestialità colta di Walter, i suoi lunghi silenzi, la sua lucida follia, ma anche il pragmatismo aziendalista. Ha deciso di dargli pieni poteri sul mercato e lo ha liberato da paure e incertezze. “Sei il mio uomo”, gli ha ribadito Pallotta. Sabatini è uno che vive per le sfide, che fa calcio per le emozioni che gli sa regalare, e per i tormenti che gli fa vivere. E così il ds ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Un esempio? La scelta di Rudi Garcia che nessuno voleva e che lui provava a portare a Trigoria da ben due anni. Quando la Banca spingeva per Mancini e Baldini (in uscita) voleva Allegri e Blanc, lui propose l’allenatore a cui nessuno avrebbe mai potuto pensare e che (a detta stessa di Sabatini) la piazza romana, stufa delle “scommesse” alla Luis Enrique, non avrebbe digerito con favore. Ma Pallotta, da grande giocatore d’azzardo, ha dato credito al suo “uomo”, ha voluto conoscere di persona Rudi e se ne è innamorato. Ha capito che lui, Garcia e Walter potevano diventare una squadra, insieme al fido Baldissoni. Senza questo restroscena estivo non si capirebbe il futuro di Sabatini. Fuori dalle bufale giornalistiche, l’unico fatto vero è il patto siglato tra Sabatini e Pallotta (con tanto di abbraccio) dopo la vittoria del derby con la Lazio: Walter rimarrà alla Roma fin quando non vincerà lo scudetto. Ad anticiparlo nei mesi scorsi era stato un amico del ds, Pasquale Sensibile, a cui però nessuno aveva dato importanza: “Conoscendo Walter, se ne andrà da Roma solo da vincitore”. E ha ragione. Sabatini sa che…
La sua creatura sta prendendo forma. E si sta già muovendo per individuare gli acquisti di gennaio e giugno. Peccato per Barbara e per l’Indonesiano: la partita a “poker” tra Pallotta e Sabatini è appena cominciata. E, conoscendoli, durerà ancora a lungo…