Tra i vari argomenti affrontati da Matteo Renzi durante la conferenza stampa di fine anno c’è stato anche quello delle pensioni. Il Premier ha spiegato che nel 2015 non si è intervenuti con una riforma, “perché il rischio di combinare un pasticcio era elevato”. In questo senso ha ricordato che i risparmi determinati dalla legge Fornero sono state in parti erosi dagli interventi di salvaguardia successivi posti in essere per rimediare a dei problemi determinati dalla riforma stessa. Nel 2016, quindi, si potrà avviare una discussione sul tema, da cui trarre delle valutazioni.
Il Presidente del Consiglio ha anche detto di non ritenere che un assegno da 2.000 euro netti mensili una pensione d’oro, anche se ottenuta con il metodo contributivo. In ogni caso un eventuale intervento sulle pensioni d’oro arriverà “dopo un dibattito trasparente”.
Giuliano Poletti ha cercato di spiegare, in un’intervista a La Stampa, una delle novità in tema di pensioni introdotta con la Legge di stabilità: la flessibilità part-time per gli over 60. Il ministro del Lavoro ha detto che “il lavoratore avrà un orario dimezzato, un salario pari al 65% di quello precedente, e dopo tre anni una pensione pari al 100% di quella che avrebbe avuto”. “Lo Stato garantisce i contributi figurativi, e l’azienda versa in busta paga la sua quota di contributi. Con soddisfazione reciproca”. Dunque i vantaggi ci sarebbero per tutti. Il problema è che “la gente conosce poco” questo strumento, sul quale sono state messe risorse limitate, “ma se servirà le rafforzeremo”, ha detto ancora Poletti.
La staffetta generazionale comincia a prendere piede nelle aziende. Ubi Banca, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore, ha infatti annuncia 130 nuove assunzioni che andranno a compensare gli esodi volontari nel gruppo (in tutto ne sono previsti 339). Non è escluso che ci possano essere altre 30 assunzioni se verrà ampliata la platea degli esodi, dando priorità a chi matura i requisiti pensionistici entro il 2020. Una parte delle nuove assunzioni consisterà di fatto nella stabilizzazione di contratti precari e l’azienda verserà ai giovani con contratto di inserimento il 4% dei contributi al fondo pensione.
Tra le novità del 2016 in tema di pensioni non c’è solo l’aumento dell’età pensionabile, ma anche il cambiamento dei coefficienti di trasformazione contributiva. Secondo i calcoli di Antonietta Mundo, ex coordinatrice statistico attuariale dell’Inps, gli uomini li vedranno scendere dell’1%, mentre le donne salire del 4%. Questo perché le italiane stanno vedendo salire bruscamente il requisito anagrafico richiesto per l’accesso alla pensione. Per quanto riguarda le pensioni anticipate, la penalizzazione che si avrà nel caso si scelga di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni sarà dell’1,7%, sia per gli uomini che per le donne.
Mancano ormai pochissimi giorni all’arrivo del 2016 che insieme ad aspettative e speranze migliori per l’economia italiana, ha in serbo per i pensionati italiani notizie non proprio positive. Se da un lato la Legge di stabilità ha introdotto in ambito pensioni l’allargamento della Not Tax Area fino ad 8 mila per i pensionati dall’altro c’è da fare i conti con dei coefficienti più stringenti per avere accesso al sistema pensionistico in ragione della legge Fornero. Nello specifico gli uomini vanno in pensione 4 mesi più tardi rispetto al 2015 anche se ci sarà un taglio pari all’1% sulla pensione contributiva in ragione di un meccanismo piuttosto complesso che tiene conto di una trasformazione in rendita del montante contributivo. Invece, per le donne arrivano buone notizie sul fronte pensioni giacchè stando ad alcuni calcoli, possono prendere atto di un aumento della parte di pensione calcolata con il metodo contributivo del 4% per effetto del deciso allungamento dell’età di pensionamento.